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Milano

Il consiglio comunale di Milano ha approvato la vendita dello stadio di San Siro

di redazione
30 Settembre 2025

All’alba del 30 settembre 2025 il Consiglio comunale di Milano ha dato il via libera alla vendita dello stadio di San Siro a Milan e Inter, con 24 voti favorevoli, 20 contrari e 3 astenuti. A fronte della spaccature interne alla maggioranza che sostiene il sindaco Beppe Sala, sono state decisive le spaccature interne all’opposizione, e in particolare la “non-opposizione” di parte importante del gruppo di Forza Italia

Con questo via libera si chiude una lunga fase di incertezze e polemiche: le due società potranno acquisire il diritto di proprietà dello stadio e delle aree circostanti, per poi procedere secondo il loro piano — che prevede la demolizione dell’impianto attuale e la ricostruzione di uno stadio più moderno.

La delibera, già approvata dalla giunta comunale guidata dal sindaco Beppe Sala, è stata ratificata solo dopo una seduta consiliare durata oltre 11 ore, che si è protratta fino alle prime ore del mattino. Alcuni consiglieri della maggioranza si erano espressi contro la vendita, rendendo la maggioranza più fragile e costretta a numerose mediazioni. La votazione è avvenuta “a oltranza” perché la proposta delle squadre scadeva alla mezzanotte del 30 settembre: superata quella soglia, non sarebbe stato più possibile completare la vendita entro il 10 novembre, data in cui sarebbe scattato un vincolo della Soprintendenza sul secondo anello di San Siro, ostacolando ogni opera di demolizione. La vendita dello stadio di San Siro con queste tempistiche è dunque fondamentale per il progetto delle società, che prevede demolizione e ricostruzione.

Il vincolo automatico si attiverebbe per i beni pubblici dopo 70 anni dalla costruzione dell’elemento considerato, e il secondo anello dello stadio risale al 1955. Tuttavia, qualora lo stadio passi in mani private (cioè Milan e Inter), tale vincolo non si applicherebbe più allo stesso modo.

Le tensioni in aula e la strategia della maggioranza

Durante la seduta sono stati presentati ben 239 emendamenti, ma ne sono stati discussi appena 25 prima che fosse adottato un “sub-emendamento tagliola”, che ha fatto decadere in blocco le altre proposte di modifica. Questo strumento ha suscitato forti critiche da parte dei Verdi e di esponenti della maggioranza, accusati di forzare i tempi per non aprire ulteriori dibattiti.

Nel conteggio dei voti, certi gruppi hanno giocato un ruolo decisivo. Tra i contrari figurano forze politiche come Lega, Fratelli d’Italia e Noi Moderati, insieme ad alcuni consiglieri usciti dalla maggioranza. Forza Italia, invece, ha in larga parte abbandonato l’aula, riducendo il quorum e favorendo l’esito favorevole. Molto ha contato il voto favorevole del capogruppo della Lista Sala, Marco Fumagalli, che ha annunciato la sua intenzione di dimettersi, dopo aver essersi astenuto solo per “responsabilità politica”, pur essendosi dichiarato apertamente contrario all’operazione.

Secondo quanto riferito, il valore dell’operazione è stimato in circa 197 milioni di euro per la “Grande Funzione Urbana” che comprende stadio e aree limitrofe.

Qual è il percorso che attende Milan e Inter dopo la vendita dello Stadio di San Siro

Con l’approvazione del Consiglio comunale inizia ora la fase operativa: dovranno essere definiti i contratti di acquisto, la tempistica e le modalità del cantiere. L’obiettivo delle società è che il nuovo stadio sia pronto entro il 2031, e che in seguito inizi la demolizione progressiva dell’attuale struttura, lasciando una porzione — in particolare del secondo anello, in corrispondenza della Curva Sud — fino al completamento dei lavori.

Ma non mancano gli ostacoli: già sono attesi ricorsi sulla legittimità della delibera, sulla scadenza del vincolo e su eventuali procedure amministrative. Se il rogito non sarà firmato entro il 10 novembre, il vincolo sul secondo anello scatterà, rendendo quasi impossibile procedere con la demolizione.

Inoltre, nel progetto approvato sono già inserite misure di garanzia: le imprese che lavoreranno nell’ambito dell’intervento dovranno figurare in una “white list”, dovranno essere previste opere di compensazione ambientale e limiti di spesa per le bonifiche nell’area del “Parco dei Capitani”.

Lo stadio Giuseppe Meazza, più noto come San Siro, è un’icona del calcio italiano. Inaugurato nel 1926 e ampliato negli anni successivi (con il secondo anello completato nel 1955) , ha ospitato decine di migliaia di spettatori, incontri internazionali e derby memorabili.

Con la votazione di stanotte, la città assume una svolta radicale nella gestione di quell’area strategica: un passaggio che proietta il calcio milanese nel XXI secolo, ma che rischia di lasciare ferite politiche e sociali. La maggioranza che ha sostenuto la delibera esce indebolita, e la materie urbanistica, culturale e sportiva è già pronta a riaccendere dibattiti nei mesi a venire.

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