Milano

Milano e il suo spazio: la realtà e le possibilità

Milano ha le caratteristiche ideali per una mobilità sostenibile, ma oggi lo spazio fruibile dalle persone è molto limitato. Tra ciclabilità carente e trasporto pubblico in difficoltà, quali sono le strade per migliorare l’efficienza, vivibilità e comodità del vivere la città?

7 Giugno 2025

Milano è una città densa, compatta e pianeggiante. Con una superficie di 182 km2 e una densità di circa 7.520 abitanti per km2, è quasi il doppio di Berlino (4.100 ab/km2) e più di tre volte quella di Roma (2.200 ab/km2). In potenza, Milano è perfetta per essere girata in bici, a piedi, e coi mezzi pubblici. Eppure, come vedremo, le macchine occupano una quota larghissima del nostro spazio pubblico. Insieme ai dati raccolti da Sai che puoi? – un’associazione nata nel 2021 per favorire il protagonismo delle energie culturali e sociali che abitano le città, partendo da Milano – vediamo come la mobilità e lo spazio pubblico possono essere più efficienti, piacevoli e sicuri.

Infatti uno studio di Matteo Bruno pubblicato su Nature, stima che in virtù della sua dimensione Milano è la città al mondo che più si avvicina alla “città a 15 minuti”: il 97,5% dei residenti può accedere ai servizi essenziali – scuole, ospedali, negozi, uffici pubblici – in meno di 500 metri da casa, con un tempo medio di percorrenza pedonale di 6,4 minuti. La struttura urbana milanese permette, sulla carta, di vivere quartieri completi, in cui quasi tutto è raggiungibile a piedi.

Nella quotidianità molti però devono fare spostamenti più lunghi, per raggiungere luoghi di lavoro, studio o svago. Uno spostamento su tre avviene con la macchina, in città c’è un’autovettura ogni due abitanti, e la maggior parte dello spazio pubblico è dedicato a strade per macchine.

La stima della mappatura di Chiara Quinzii e Diego Terna in Milano Spazio Pubblico (2022)

Grazie a una mappatura realizzata da Chiara Quinzii e Diego Terna (Milano Spazio Pubblico, 2022), sappiamo che solo un terzo della superficie comunale può essere considerato spazio “pubblico”, ovvero semplicemente non privato. Ma ancora meno è realmente fruibile per attività pedonali, ricreative o di relazione – il 7,6% del totale. Il restante 23% è occupato da automobili: in movimento sulle strade o ferme nei parcheggi.

La carenza di spazio pubblico per le persone è esemplificata dal numero di piazze. Su 336 piazze presenti in città, circa la metà è destinata alla circolazione o alla sosta dei veicoli. Il 40% del territorio comunale non dispone di una piazza di prossimità, cioè entro un raggio di 500 metri e in 19 quartieri – in gran parte periferici – manca del tutto. Lo stesso vale per il verde: il 18% del territorio comunale non ha uno spazio verde entro 300 metri da casa.

Milano sconta dunque una carenza storica di spazio pubblico, che incide profondamente sulla qualità della vita urbana. La scarsità di luoghi di aggregazione gratuiti riduce le occasioni di incontro e socialità, mentre strade dominate dal traffico rendono meno piacevole muoversi a piedi o in bicicletta. Anche lo sport all’aperto trova pochi spazi accessibili. In una città dove incontrarsi senza spendere è sempre più difficile, lo spazio pubblico smette di essere un bene comune: la vita non-lavorativa si restringe, diventando più isolata, più costosa e meno spontanea.

La mobilità quotidiana riflette questa contraddizione. Secondo i dati raccolti da Sai che puoi, gli spostamenti interni a Milano avvengono per lo più con i mezzi pubblici (57%), seguiti dall’auto privata (30%) e in misura minore da moto (7%) e bici (6%). Ma se la mobilità privata è minoritaria in termini di uso, continua a occupare la maggior parte dello spazio disponibile. Milano conta quasi un milione di veicoli registrati (dato ACI 2023), di cui oltre 700.000 automobili. Oltre a queste, più di 600.000 auto entrano in città (i confini dell’Area B) in un giorno lavorativo. Rispetto al 2015, il parco veicolare è cresciuto del 6,2%, a fronte di un aumento della popolazione del 4,2%.

Dal rapporto “Via libera!” di Sai che puoi?

Il numero complessivo di posti auto è oggi stimato in circa 600.000 unità, tra strada, parcheggi pubblici, privati e pertinenziali. A questo si aggiunge una quota consistente di sosta irregolare, la cui entità è stata misurata dal progetto Via Libera nella serata del 16 maggio 2024, tra le 18:00 e le 24:00. Sono stati mappati 63.990 veicoli in sosta vietata su marciapiedi, carreggiate, parterre e aree verdi, con un’auto in divieto ogni 21 abitanti e occupando l’1,57% della superficie totale comunale.

Nel confronto europeo, il numero di parcheggi di Milano è elevato: 22 ogni 100 abitanti, rispetto ai 7 di Barcellona e ai 6 di Parigi. Anche il numero di pass sosta residenti rilasciati è particolarmente elevato: circa 400.000, pari a 30 ogni 100 abitanti. Inoltre, mentre a Milano il pass è gratuito, in altre città europee è previsto un pagamento annuo – €52 a Barcellona e €45 a Parigi.

Come spiegano gli attivisti di Sai che puoi, la scelta del mezzo di trasporto è fortemente ‘elastica’, cioè influenzata dalla disponibilità e dalla qualità delle opzioni esistenti. Quando l’auto privata risulta comoda, economica e con poche limitazioni d’uso diventa la scelta più ovvia anche per spostamenti brevi. Se esistessero alternative più efficienti, accessibili e sicure, molte persone sarebbero disposte a cambiare abitudini. Ma a Milano, oggi, queste alternative faticano a competere.

Da “Ciclabilità a Milano”, del Comune di Milano e AMAT

Se negli ultimi anni la rete ciclabile è cresciuta, muoversi in bici rimane faticoso e poco sicuro. Tra il 2019 e il 2022 la densità è passata da 123 a 172 km ogni 100 km2, secondo i dati ISTAT, arrivando a poco più di 300 km complessivi. Milano è oggi la seconda città italiana per densità ciclabile, dopo Torino, ma molti tratti sono discontinui, condivisi con il traffico o con i pedoni. Gran parte dell’aumento è dovuto alla riconversione di controviali in piste “promiscue”, prive di corsie dedicate. Anche per questo, Milano ottiene solo 44 su 100 nella categoria “Spazio per le persone” del rapporto Clean Cities 2022, che misura la presenza di percorsi ciclopedonali rispetto alla rete stradale e il livello di congestione, e la città si classifica nel complesso 20a su 36 a livello europeo.

Infine, il componente più importante e democratico per la mobilità cittadina è il trasporto pubblico – che sta vivendo un periodo di serio affanno. Nel “Rapporto indipendente sul trasporto pubblico a Milano”, Tommaso Battilocchi e Paolo Beria (2024) misurano l’evoluzione dal 2016 al 2022. Se Milano ha una rete metropolitana in crescita – la linea M4 ha aumentato del 33% l’offerta complessiva – allo stesso tempo ha visto ridursi molto l’offerta di superficie. Sono state tagliate il 19% delle corse tranviarie, il 17% di quelle filoviarie e il 15% degli autobus. In termini assoluti, oltre 3.400 corse in meno ogni giorno.

La causa principale è la carenza di personale. ATM, come molte aziende europee, fatica a trovare conducenti – problema acuito a Milano a causa del costo della vita e dei salari poco attrattivi. Ma esiste anche un problema di efficienza: i tram viaggiano in media tra i 9 e gli 11 km/h, gli autobus poco oltre. Tempi di attesa lunghi e percorrenze lente riducono la qualità percepita del servizio. Secondo il rapporto, un piano di miglioramento della velocità commerciale – attraverso corsie protette, priorità semaforica, razionalizzazione delle fermate – potrebbe aumentare l’efficienza e quindi anche l’offerta, senza bisogno di più mezzi o più personale.

In questo contesto cittadino si inserisce il programma comunale Piazze Aperte, una delle politiche strutturali volte a riequilibrare l’uso dello spazio urbano in favore delle persone. Dal 2019, oltre 56.000 metri quadrati di incroci, parcheggi e carreggiate sono stati riconvertiti in spazi pedonali attraverso interventi di urbanismo tattico. Le 52 piazze realizzate finora sono frutto di una progettazione partecipata con cittadini, scuole e associazioni, e mostrano come anche interventi piccoli e diffusi possano modificare l’uso dello spazio urbano quotidiano, rafforzando l’identità dei quartieri e ampliando le possibilità di socialità e movimento. Come ha detto l’ex assessora per il benessere e la qualità della vita Chiara Bisconti, intervenendo al centro Caldara, lo spazio pubblico è tale quando è concepito come spazio di cura, che vede tre attori chiave gestirlo insieme: i cittadini, le associazioni, e chi governa.

La trasformazione di un incrocio di via Venini in Piazza Arcobalena (Nolo)

Guardando al complesso dei dati, Milano ha le condizioni fisiche per essere una città con una mobilità più efficiente – densità, mix funzionale, servizi distribuiti – nonostante sconti una carenza storica di spazio pubblico. Trasformare questa potenzialità in esperienza quotidiana richiede interventi mirati su spazio pubblico, mobilità e gestione della sosta. La prossimità, da sola, non è sufficiente: servono cambiamenti concreti perché la città si trasformi.

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