Milano
Much ado about Baires: il coraggio di essere divisivi
Possibile che i big nazionali di centrodestra e centrosinistra si accapiglino su una questione locale come la pista ciclabile di Corso Buenos Aires? E’ il riflesso di un dibattito politico nel quale le differenze sono sempre meno evidenti
Il dibattito a distanza tra Sala, La Russa e Maran degli scorsi giorni sulla più discussa ciclabile cittadina mi ha colpito, non tanto per gli argomenti – per nulla inediti – quanto per il calibro dei protagonisti. Solo il Sindaco mi sembrava al suo naturale posto di combattimento, mentre è molto meno scontato che la seconda carica dello Stato e un europarlamentare molto noto abbiano trovato il tempo di occuparsi della vicenda, che di questi tempi non è esattamente il principale problema della città. E poco cambia la consapevolezza che entrambi siano fortemente radicati in questo specifico spicchio della metropoli.
Temo che la ragione sia un’altra. I big delle due parti si spendono sul tema perché è uno dei pochi punti veramente divisivi nella visione di una città dove cogliere le differenze tra le proposte politiche sta diventando sempre più difficile. Dalla scabrosa questione dell’urbanistica al costo della vita, dalle piscine chiuse alla vendita di San Siro, le sfumature sono sempre meno percettibili. Ne scaturisce un dibattito straordinariamente povero, dovuto – oltre che alla più volte denunciata debolezza della politica – allo scarso contributo da parte della società civile, mettendoci dentro anche un certo giornalismo che, più che avvelenato, sembra “avvelinato”.
Nel piattume generale, le ciclabili invece accendono gli animi e non è solo una questione milanese, visto che a Roma Fdi ha indetto per domenica 16 novembre una manifestazione dal titolo eloquente: “No ZTL, no ciclabili inutili, no Città 30 senza criterio”. Si stanno “scaldando i motori” (in senso letterale) in vista delle elezioni?
Beh, è molto probabile che da qui al 2027 i toni si alzino notevolmente, ma è un problema soprattutto di contenuti, sempre più sovrapponibili. Il dilagante astensionismo si spiega anche con la convinzione che le istituzioni incidano molto meno delle dinamiche economiche sulle sorti di una città, specialmente in metropoli come Milano. Se la politica vuole riprendere la propria centralità, deve trovare il coraggio di tornare a formulare proposte divisive, che mettano gli elettori di fronte a scelte di campo chiare e alternative tra loro.
Vedremo se, dallo scontro sulle ciclabili, scaturirà un dibattito più ampio sul futuro della città prospettato dalle parti in causa, ma non è affatto detto che la polarizzazione sia considerata la via maestra per riconquistare gli astenuti. In entrambi gli schieramenti, mi pare molto forte la tentazione di un centrismo d’antan, che va esattamente nella direzione opposta. Forza Italia non fa mistero del dialogo aperto con i riformisti di Azione e Italia Viva, nella speranza di coinvolgervi anche parte del Pd. Come questo possa stare insieme con l’alleanza di centrodestra che governa a livello nazionale è un mistero, ma ciò non fa che rendere più interessante l’ipotesi.
Analoghe pulsioni centriste spirano nel corpaccione dei Dem, dove la leadership di Elly Schlein è messa in discussione un giorno sì e l’altro pure, per la grave colpa di aver spostato il partito “troppo a sinistra”. Un capo d’accusa peraltro curioso, visto che era esattamente quello il mandato di chi l’ha votata come segretaria e che, nei fatti, francamente non risulta che il Pd spinga per Soviet, elettrificazione e piani quinquennali. Tantomeno a Milano.
L’unico altro tema ugualmente divisivo è la sicurezza, ma la contrapposizione tra le destre che invocano il ritorno della Operazione Strade Sicure e i progressisti che puntano unicamente sul dialogo non può durare a lungo: anche a sinistra bisogna darsi una svegliata e fare i conti con un problema non misurabile dalle statistiche, bensì dalle singole esperienze, e che oltretutto impatta specialmente sui più deboli. Qualche segnale confortante c’è, speriamo che se ne giovi il confronto tra idee.
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