Milano

Radical Flops

Cronaca di una serata inutile ma non troppo

27 Maggio 2025

Confesso che all’inizio ero un po’ preoccupato. Tanto da sottoscrivere, – con altri “sgarzulini” come ci ha definito un simpatico relatore – convintamente l’appello di Lorenzo Degli Esposti sulla opacità dell’iniziativa. Ma le mie preoccupazioni sono svanite dopo la presentazione di ieri sera.

Guidati da una novella Jane Jacobs de noartri, un gruppo di architetti in cerca d’autore e dei rappresentanti delle facoltà milanesi ci hanno presentato un programma ciclopico per arrivare a ridurre le auto a Milano e aumentare un po’ gli spazi pubblici. Il tutto chiaramente senza citare chi si accollerà i costi di queste operazioni salvifiche. Bastava chiamare un vigile per ottenere, multando le settantamila auto in sosta selvaggia, lo stesso risultato.

Ma cosı̀: 1 non si sarebbero potuto far pubblicità un gruppo di architetti socialmente impegnati ma agenti, anche inconsapevoli, alla gentrificazione della città; 2 non si sarebbero potuti far lavorare centinaia di studenti gratuitamente senza doverli minimamente citare, perseguendo una tradizione ormai centenaria degli atenei; 3 non si sarebbe potuto ammantare di sociale e pubblico la rigenerazione immobiliare di 7 zone della città già oggetto, da tempo, della trasformazione sociale e del conseguente aumento esponenziale dei valori immobiliari.

4 Non si sarebbero potute far passare le università per salvatrici della patria quando sono, con l’aumento della loro ricettività (e dei loro bilanci) una delle cause dell’aumento del mercato degli affitti a cui partecipano alle volte anche direttamente con i loro studentati. 5 Non si sarebbe potuto far passare per eccezionale quello che un normale rispetto delle regole avrebbe ottenuto senza la grancassa degli articoli sui giornali. 6 Non si sarebbe potuto tentare di ridare legittimità a un’Ordine degli Architetti ormai squalificato e sempre più marginale nel controllo dei processi urbanistici della città grazie alla vigilanza sui comportamenti dei suoi iscritti.

7 Non si sarebbe potuto continuare nella prassi di cedere ai privati la gestione del territorio milanese. E 8, in ultimo, ma certamente non ultimo, non si sarebbe potuta distogliere l’attenzione dalle vicende giudiziarie che interessano l’urbanistica milanese e dalle imbarazzanti situazioni di collusione e concertazione.

Nella migliore tradizione delle prassi degli architetti, il verde è il salvifico strumento per nascondere i propri errori.

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