Masturbazione non intellettuale

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31 Gennaio 2015

La Finlandia è al terzo posto nel mondo per concentrazione di ricerche web di video porno con la parola chiave “tette” mentre in Alaska il sedere è popolarissimo. In Medio-Oriente, invece, sono apprezzatissimi i piedi, con il trittico Siria, Giordania e Iran ad alta concentrazione feticista. In Italia e in Europa, infine, il lato A prevale sul lato B. La fonte è Pornhub, l’archivio più visto di filmati porno al mondo, spesso certe statistiche vengono ingiustamente sottovalutate, finiscono in  trafiletti di giornale, nella sezione cose divertenti su cui esercitare un facile sarcasmo.

Pasolini molto probabilmente ci avrebbe ricavato un editoriale di prima pagina o un saggio da includere nei suoi Scritti corsari, invece ora a pubblicare queste cose sono fonti minori oppure la solita coraggiosa Dagospia. Nessun accenno ovviamente sui quotidiani tradizionali.

Eppure sono dati che meriterebbero ben più attenzione, parlando dell’inconscio collettivo, del rimosso, insomma del sesso.
E anche se in molti casi poco dettagliati, ci permettono di comprendere diverse cose sugli esseri umani: usi e costumi della masturbazione, fantasie sessuali, ruolo della famiglia, incidenza delle culture e delle religioni.

La categoria più cercata nel mondo dei video porno è «teen», al secondo posto «lesbian», a dimostrazione che certe tendenze umane, direi biologiche, non sembrano mutare  fra culture distanti. Ragazzine che hanno appena compiuto diciott’anni e fantasie saffiche sono da sempre in testa all’immaginario maschile, qualsiasi cosa ne ne pensino o fingano di pensarne i moralisti stile “La Repubblica”.

Ma al terzo posto c’è il fenomeno dei nostri tempi, quello che ha sorprendentemente rovesciato l’esaltazione della giovinezza eterna di qualche tempo fa, le donne mature, le milf che spesso nemmeno più nascondono le loro rughe o le loro tette orgogliosamente avvizzite e cascanti.
Insomma non sono le solite professoresse e supplenti sulla cui visione compulsiva si è toccata la mia generazione, quelle dei film anni ’70, dei softcore nel quale sempre la vagina si identificava con il pelo e la depilazione totale era considerata un’eccentricità da ballerine.
E diventano meno prevalenti anche le mammy al silicone, acquistano forza sottocategorie molto più radicali.
Mentre continua ad essere in crescita il porno fai da te, l’amateur che cercano con difficoltà di imitare le case di produzione del settore.
Ancora più interessante il dato italiano, qui infatti il podio è capovolto e le milf e le mommy sono in testa, lo stereotipo dell’italiano mammone sembra trovare una sua paradossale dimostrazione.

L’Italia evidentemente vive un suo rapporto complesso con le madri. Possessive, pronte a sfamare i figli, passionali, onnipresenti, perfino nell’immaginario sessuale.

Fra le sottocategorie continuano ad essere forti alcuni classici come il genere teacher, ammetto di essermi masturbato anch’io per la prima volta su una professoressa d’italiano,e ancora oggi che la mia razione di porno è prossima allo zero, forse per assuefazione, continua ad essere la mia preferita assieme ad “office”, la cosa mi fa dedurre di essere molto banale e piattamente borghese nella mia fantasia.

Le sottocategorie preferite in alcuni paesi sono invece molto indicative di certe ossessioni, negli Stati Uniti prevale il gusto della fiction, essendo stranamente molto ricercato il genere «cartoon», il «massage» spicca in Canada, il «casting» in Spagna, forse strano modo di esorcizzare l’alto tasso di disoccupazione, ma la sottocategoria più assurda vince in India, la contorta «indian bhabhi», la parola bhabhi significa moglie del fratello maggiore.

TAG: madri, milf, Pier Paolo Pasolini, pornografia, sesso
CAT: consumi

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