Perché la proroga?
Nessun governo del cambiamento, nessuna novità, stesso copione di sempre: il regime tutelato va mantenuto perché le rendite dei privilegiati non si toccano.
E’ del tutto inutile prorogare il regime di maggior tutela senza spiegare ai consumatori cosa pagano con le bollette, quanto pagano ora e quanto pagheremo nei prossimi anni.
Ammesso che la “proroga della proroga” sia possibile, non completare, dopo quasi vent’anni, l’apertura del mercato è lesivo del mercato stesso.
Si continua a deresponsabilizzare i consumatori, spaventandoli con l’apparente dicotomia tra il “porto sicuro” del regime tutelato delle tariffe stabilite dal regolatore e il “pericoloso mare aperto” del mercato.
L’incentivo dei consumatori a scegliere con cognizione le forniture si riduce se gli stessi sanno di poter pagare un costo accettabile senza dover fare nulla.
Nella cronica assenza di un albo – i fornitori di energia elettrica sono più di cinquecento – la materia è percepita come pericolosa, e non giova il comportamento di venditori senza scrupoli che attirano i clienti con prezzi civetta per poi aumentarli.
L’esistenza di un mercato a tariffe tutelate non incentiva l’utente a capire quello che paga e permette condotte illegittime, come quelle recentemente comminate ad Enel ed Acea dall’Antitrust.
Per l’energia elettrica, solo i monopolisti, con Enel in testa, possono fornire energia in tutela e hanno accesso a informazioni privilegiate rispetto ai concorrenti. I contatori di seconda generazione, che proprio Enel sta sostituendo nel paese, saranno in grado di raccogliere informazioni che rappresenteranno un vantaggio clamoroso per quelli che potranno approfittarne.
Perché in vent’anni non solo non si è realizzata la netta separazione tra chi vende e chi distribuisce, ma la legge continua a garantire posizioni di monopolio nella distribuzione, in cambio di un servizio di mercato tutelato che avrebbe dovuto essere solamente temporaneo.
Prima della scadenza, prevista per luglio 2020, ci sarebbe tutto il tempo per realizzare una campagna informativa semplice ed efficace.
I messaggi sui media sono invece sempre più aggressivi e fuorvianti, come quello che garantirebbe quote orarie di energia gratuita, ma solo in presenza del nuovo contatore, la cui gestione da remoto deve essere ancora legalizzata dal MISE.
Oltre al fatto che il passaggio al mercato libero riguarda la sola quota “energia” o “materia prima” della tariffa, che vale ormai meno di un terzo del totale della bolletta, una tendenza simile a quella dei carburanti.
E quindi, oltre alla campagna informativa, sarebbe finalmente opportuno analizzare le inefficienze delle bollette: dagli oneri para-fiscali agli extra-rendimenti garantiti solamente ad alcuni soggetti della filiera, che presentano EBIT trionfali.
I consumatori hanno il diritto diritto di sapere cosa stanno pagando, chi stanno pagando, quali siano le procedure di controllo e quali i benefici attesi.
Devono essere certi che le incentivazioni fornite con le risorse parafiscali delle bollette abbiano ancora motivo di esistere e non siano invece misure finalizzate a ulteriori sprechi, inefficienze o favoritismi.
Devono capire come gli “oneri di sistema” delle bollette abbiano generato, in nove anni, 150 miliardi di euro e come le bollette paghino, oltre misura, attività con limitatissimi rischi industriali.
Devono capire come le bollette aiutano le industrie energivore oltre ad Alcoa, Ilva, Alitalia e, dopo quasi trent’anni, le centrali del CIP6; come vengono incentivati i certificati verdi e bianchi, o stabilite le esenzioni, come pagheranno il nuovo “capacity” o gli impianti che gli stessi privilegiati indicano come “essenziali”. Come pagheranno ai fornitori di maggior tutela il reintegro per la perdita di clientela verso il mercato libero!
Sarebbe questa un’occasione unica per capire quanto pesa, ora, questo enorme fardello sul bilancio delle famiglie italiane e quanto peserà in futuro; perché nessuno fa previsioni tanto le bollette sono veri e propri Bancomat dai quali attingere quando c’è bisogno di coprire qualche buco, come appunto Alitalia.
Invece il nuovo ministro del cambiamento, appena arrivato, cosa fa?
Rassicura i consumatori che in cambio di “tutela” continueranno ad essere scremati come prima e magari da più fornitori, visto che per lui sono pure pochi!
Dai dati Arera 50 fornitori servono più di 25.000 clienti e gli altri 500 chi sono?
www.edoardobeltrame.com
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