DONAZIONI NATALIZIE: MEGLIO AI BAMBINI O AGLI AVVOLTOI?

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21 Dicembre 2014

Domenica mattina. La famiglia e’ partita e io mi sveglio con calma, faccio il caffe’ e comincio la giornata aprendo il sito di Repubblica.  Invece della tranquillizzante pagina iniziale, un pop up a schermo intero mi rimanda la faccia di un bambino nero con gli occhi umidi e tristi e la scritta “dona ora”. Ho guardato bene il bimbo negli occhi, ho cliccato sul pulsante “dona ora” e ho scoperto che i soldi andrebbero ad una nota agenzia internazionale per sconfiggere la malnutrizione. Settantacinque euro per 375 bustine contro la malnutrizione. Tre bustine al giorno per 8 settimane per salvare un bambino: con 75 euro se ne salvano due, con 150 quattro, con 250 sei e cosi’ via. Facile facile ma nella mia testa ho detto no (vi spiego dopo perche’), ho bevuto il caffe’ e ho cominciato una piccola analisi online sulle organizzazioni che cercano fondi a Natale. Una realta’ ben sviluppata con alcune sorprese e alcuni punti su cui riflettere.

Mettendo “donazione Natale” su google escono 2,470,000 risultati. Nella prima pagina c’e’ da aspettarsi di trovare le organizzazioni piu’ aggressive (e forse piu’ di successo) nella raccolta fondi. Non sorprende che al primo e al secondo posto ci siano Emergency e l’UNICEF. Stupisce invece che al terzo ci sia l’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze, una realta’ locale che dovrebbe avere un bacino di donatori molto piu’ ristretto rispetto ad organizzazioni piu’ conosciute che operano in ambito internazionale. Seguono l’Associazione Amici del Bambino (AiBi), l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC) e Amref. All’ultimo posto, un po’ a sorpresa, i Medici Senza Frontiere, preceduti persino dalla LIPU.

Dove andranno i soldi donati? Emergency li usera’ per i suoi ospedali in Afghanistan, l’UNICEF per la lotta alla malnutrizione in paesi in via di sviluppo, l’ Ospedale Meyer per progetti di ricerca e accoglienza a bambini e famiglie, l’ AIRC per campagne di sensibilizzazione per la prevenzione del cancro e per borse di studio per giovani ricercatori. AiBi utilizzera’ i fondi per sostenere l’adozione internazionale mentre AMREF li usera’ per vari progetti in Africa. La LIPU chiede soldi per salvare gli avvoltoi italiani  che rischiano di scomparire a causa del Diclofenac: investiranno in campagne di sensibilizzazione e in centri di recupero per i volatili. Da ultimo i Medici Senza Frontiere investiranno in attivita’ medico-umanitarie in paesi in emergenza, in campagne di sensibilizzazione e nei centri di accoglienza in Italia.

Come fanno le organizzazioni ad attrarre attenzione in questa babele di offerte? Alcune usano “testimonials” (la Cristoforetti per UNICEF ha fatto un delizioso video dalla stazione spaziale), altre utilizzano marche famose per “regali solidali” (AiBi e’ legata alla vendita di prodotti Alessi e Caffarel), altre vendono gadget di varia natura.  La maggior parte delle organizzazioni offre schemi differenziati per aziende e privati; praticamente tutte ricordano nel loro sito le deduzioni fiscali a vantaggio di chi dona. Molte cercano di “fidelizzare” il cliente offrendo tessere annuali o possibilita’ di donazioni mensili.

Il business della donazione natalizia in Italia deve valere milioni di euro, nonostante la crisi. E’ un business che si espande nelle liste nozze, nelle cosiddette “adozioni a distanza” e nei lasciti testamentari. Chi dona di fatto deve affidarsi al buon nome dell’ istituzione e sperare che i fondi vadano a buon fine. Nei tempi di Mafia Capitale dove l’aiuto agli immigrati diventa ricchezza per pochi, la prudenza e’ d’obbligo. E’ bene studiare a fondo l’istituzione, scegliere una causa degna e chiedere informazioni sull’ utilizzo dei soldi nei mesi seguenti.

Per quanto mi riguarda, ho deciso di dire no alla pornografia e al terrorismo delle donazioni: niente soldi a chi utilizza foto di bambini denutriti per raccolta fondi o a chi minaccia con frasi quali “Domani potrebbe essere il suo primo giorno di scuola. Dipende da te”. Ho detto no anche a chi ha messo su un mercatino di vendita chincaglierie per raccattare fondi: dare per ricevere e’ forse diventato un principio del Natale moderno, ma e’ opposto al senso piu’ profondo del donare.

Tra le organizzazioni sopracitate alcune hanno dimostrato risultati eccezionali e solidita’ negli anni: i fondi ad esse, e penso a Medici Senza Frontiere in primis, avranno grandissime probabilita’ di esser ben utilizzati. Personalmente mi ispira tanto la passione che emerge dal sito della LIPU anche se di grifoni, capovaccai e gipeti proprio non so nulla. Nel dubbio credo che in questi tempi bui la cosa migliore sia guardare nel proprio comune e vedere se ci sono famiglie in difficolta’: un aiuto concreto a qualcuno vicino puo’ valere molto piu’ di un’anonima e per certi versi facile donazione online.

TAG: AiBi, AIRC, Amref, Donazioni, LIPU, Medici Senza Frontiere, Meyer, Natale, UNICEF
CAT: consumi, Qualità della vita

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