Leggi ingiuste giustamente violate

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9 Ottobre 2018

Ci sono leggi ingiuste che impongono proibizioni stupide, e queste sono le leggi più facilmente violate.

Il divieto di scegliere liberamente come morire o di aiutare una persona che, pur avendo scelto, è fisicamente impedita dal provvedere da sé. Dj Fabo, ad esempio.

Erigere obbligatoriamente un muro di separazione tra il bagno cieco e la stanza in un monolocale.

Il divieto di andare a spasso al parco col cane libero e l’obbligo di mettergli la museruola sui mezzi pubblici.

Il divieto di piantare in terra un seme di cannabis e coltivare a casa piante per consumo personale, sebbene sia permessa la facoltà di acquistarla dai pusher sul mercato illegale.

Proseguite pure nell’elenco.

Gli obblighi burocratici, i divieti corporativi, le proibizioni ideologiche sono disseminate ovunque nel corpus normativo italiano – il più corposo, con le sue 110.000 leggi, di tutti gli ordinamenti della terra emersa. Nell’esperienza di ciascun italiano – dal commerciante al professionista al disoccupato al malato allo scienziato – c’è una qualche forma di disobbedienza alle proibizioni e agli obblighi ingiusti imposti per legge, una violazione di necessità per l’esercizio della professione, la serenità della vita domestica, la sovranità sui propri comportamenti personali. Si va al parco col cane libero e se arrivano le guardie si lega. Si ristruttura il monolocale come ragione vuole, sebbene legge non voglia. E via così.

Non si fa generalmente una battaglia civile per affermare la ragione sul torto. Non ci si incatena alla porta del bagno finché l’assurdo obbligo di erigere un muro e togliere spazio a una superficie limitata non sarà rimosso. Si fa di nascosto e basta.

La disobbedienza civile è invece un atto politico e come tale è se è un atto pubblico. Un atto che nasce pubblico, non che lo diventa quando si viene sgamati. Non aspetto la multa da 120 Euro per il cane sguinzagliato per invocare la disobbedienza a una legge ingiusta. Avrei dovuto fare una campagna pubblica per dire: io disobbedisco a questo divieto di libertà per il cane, ne faccio una battaglia civile assumendomi il rischio di essere multata. Avrei avuto la ragione e la popolarità dalla mia, ma se non l’ho fatto non posso dire ora alla guardia: sì, ma io stavo disobbedendo. Una volta beccata sono una che viola la legge, non una che disobbedisce.

Nel caso del Sindaco di Riace, Mimmo Lucano, un personaggio pubblico, un politico, è invece proprio questo che, dopo l’arresto, in molti invocano in difesa: aver disobbedito a una legge. Una tra le decine di migliaia di leggi ingiuste che ogni giorno più o meno tutti giustamente e silenziosamente violiamo. E a questo punto possiamo dirlo anche noi: non è violazione, è disobbedienza.

@kuliscioff

 

 

 

TAG: disobbedienza civile, Dj Fabo, Mimmo Lucano
CAT: costumi sociali, Criminalità

7 Commenti

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  1. alding 6 anni fa

    Cara Simona, hai proprio voglia di chiacchierare a vuoto!

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  2. alding 6 anni fa

    Per essere più preciso, con che coraggio parli di diritto alla disobbedienza tu che – sono pronto a scommetterci – fai parte della schiera di coloro che negano il diritto alla obiezione di coscienza rispetto all’aborto?

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  3. kuliscioff 6 anni fa

    Non capisco perché mai dovrei negare il sacrosanto diritto all’obiezuone di coscienza. Le strutture sanitarie pubbliche sono obbligate per legge a garantire comunque l’interruzione di gravidanza.

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  4. lina-arena 6 anni fa

    ma per carità, dove stanno i politici? le leggi ingiuste devoino essere abrogate o dichiarate incostituzionali. SE non rivesto una carica pubblica come faccio a non osservare un divieto che mi impone una legge ? Ma siamo folli?

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  5. alding 6 anni fa

    Simona, sei abile a rispondere ma in pratica non rispondi nella sostanza: se dunque io fossi l’unico ginecologo, obiettore, in una struttura sanitaria pubblica, cosa faresti tu? Accetteresti la mia obiezione oppure mi emargineresti, visto che non potrei garantire alla struttura di fare ciò che tu chiedi? Qual è la priorità? La mia libertà di coscienza o la (non) libertà di fermare una vita nascente?

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  6. cantelmo19 6 anni fa

    simona bonfante è la solita borghese ottusa e conformista che può permettersi di viver campando di ideali e utopie , fra l’altro obsolete. Se così non fosse riuscirebbe a capire che le vere vittime di leggi sbagliate e/o non applicate, non sono i politici ma i cittadini più poveri e sconosciuti, del quale insieme non fa parte simona. Andrebbe inoltre fatto osservare che aldilà delle leggi , vi è il degrado nonchè le pessime condizioni di vita a colpir le persone comuni e in modo particolare, quelle anonime e nullatenenti che meriterebbero ogni giorno una medaglia al valore per la resistenza eroica ma sfortunatamente per essi non vi è una stampa che dia voce alle sofferenze e al disagio in cui vivono. Non solo i giornali ma persino una dozzinale simona bonfante rifugge di trattar i problemi reali come l’immigrazione irregolare che peggiora le condizioni di vita proprio ai cittadini che stan peggio. Il sindaco di Riace, eletto a martire dalla stampa generalista e prezzolata ed usato come ennesimo alfiere contro il governo, dovrebbe esser arrestato non per un vizio di forma su un documento di identità , bensì andrebbe detenuto per un reato che purtroppo è solo morale ma non per questo meno grave rispetto ad altri. L’ipocrisia andrebbe condannata senz’appello , come pure il buonismo: vero e proprio responsabile delle esasperanti condizioni di vita che piega i residenti delle periferie, in primis già penalizzati per lo stato di povertà.

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  7. blackstrider 5 anni fa

    “Il divieto di andare a spasso al parco col cane libero e l’obbligo di mettergli la museruola sui mezzi pubblici.”

    Divieti più che ragionevoli questi, invece!

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