Affinità divergenze tra il compagno Tsipras e noi

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7 Luglio 2019

Mentre la Grecia vota, e probabilmente chiude la parabola dei governi di SYRIZA, penso all’ultimo discorso del leader Tsipras. E, al tempo stesso,  non posso non pensare a due cose: a una squadra che cerca disperatamente di recuperare un gol subíto al primo minuto dei tempi supplementari, al classico disco dei CCCP, che dá il nome a questo articolo. Ecco perché.

I seggi hanno aperto alle 7 di questa mattina, in Grecia. Si chiuderanno alle 7 di sera. Dei probabili risultati e degli umori della gente si è detto ieri; e tanto si è detto  su perché Alexis Tsipras ha, in questi 4 anni, eroso i consensi di SYRIZA, e perso i voti trasversali che lo avevano portato al governo (qui un’analisi puntuale di Sergio Coggiola, ad esempio, e qui uno sguardo più approfondito al partito di centrodestra, Nea Dimokratía).

Venerdì sera, 5 luglio, Tsipras ha chiuso la campagna elettorale di SYRIZA, a piazza Syntagma. E, sebbene le ragioni per un giudizio, non partigiano ma severo sull’esperienza di governo di SYRIZA ci siano tutte (qui addirittura lo presagivo nel 2012), nella gente della piazza – non strapiena, ma certo non vuota, con bancarelle e musica – vi era chiaramente dell’altro.

In questo video potete vedere (sentire) l’arrivo del leader. Accando a me trovo un supporter convinto di SYRIZA, Taxiarchis, cui faccio una prima domanda. Per lui, durante la crisi, si sarebbe risvegliata una coscienza politica, ed è abbastanza contento dei risultati di del governo:

 

Poi comincia a parlare Alexis: polites tis Athinas, simera sto Syntagma echoume tis iortis tis demikratias…ochi den tha xanadosoume ta chliviá tou tamiou se aftous pou to chreokopisan (da 00:45). [Cittadini di Atene, oggi abbiamo la festa della democrazia, della rivoluzione, oggi la piazza della costituzione (Syntagma) si è riempita dei volti della della speranza e della vittoria, dei volti della decisione… no (il celebre ochi anche del referendum), non ridaremo le chiavi dello stato a coloro che lo hanno rovinato]:

 

Alexis è un grande retore. Si sente, ascoltando il discorso, pure un buuuh, a dire il vero. Ma lui, Alexis, ti fa sentire sospinto gentilmente, fa dimenticare che le sue parole sono abbastanza vuote, che governare è affare sporchissimo, e che lui (il suo partito) di errori ne ha fatti vari. Tiene insomma bene una piazza non proprio fresca di energie, e che conosce gli exit polls sfavorevolissimi. Alexis sbobina la sua narrativa, il popolo non può dimenticare cosa ha sofferto, ogni donna ogni uomo, il propri bisogni di sicurezza, di scuole, ospedali che siano gratuiti e aperti a tuttiù…e ora che noi, uniti, siamo riusciti a portare la Grecia fuori dal memorandum arrivano questi, loro, che cercano di togliervi sicurezza. Insomma, fa il grande capitano, Tsipras, di una squadra ormai senza fiato, ma che fa come se ci provasse.

E la squadra in qualche modo risponde.

O laós de xechná, ti siméni dexiá – Il popolo non dimentica cosa significa destra. La folla comincia a scandire queste parole, interrompe il discorso di Tsipras, che abilissimo vi si allaccia riprendendo a parlare con il popolo non dimentica…La Grecia, non è una novità, ha una importante memoria storica del conflitto tra destra e sinistra. L’esperimento SYRIZA è stato cruciale per portare questa polarizzazione a un nuovo stadio. Per un attimo, contro da un lato i vecchi politici – “loro” -, e dall’altro l’establishment europeo neoliberale, SYRIZA ha identificato il malessere della società, e ha al tempo stesso ridotto la percezione di distanza tra cittadini e politici. Questo si è in gran parte disperso, e ora che le cose vanno (un pò) meglio (meno peggio), il partito doveva cambiare, diventare più serio, allargare la sua piattaforma, tutte cose che Italia sappiamo non facili. Per un attimo, fino al referendum del 2015, SYRIZA ha però saputo incanalare queste energie. Che sono energie importanti, vive, solo crude e non del tutto politiche. Frustrate dalle giravolte di Tsipras (di nuovo ben raccontate da Coggiola), non hanno raggiunto uno stadio di maturità politica.

A questo punto (00:25), il buon Taxiarchis dice una cosa fondamentale: E’ stata la prima volta che ho sentito un governo essere davvero mio rappresentante, in maniera quasi completa. Il desiderio di rappresentanza, e di identificazione è passato attraverso questi anni, e non solo in Grecia. L’esperimento SYRIZA (di governo) è d’altra parte probabilmente finito. Probabilmente ci sarà una fronda interna contro Tsipras, e si vedrà come ne uscirà i partito, se saprà rinnovarsi e maturare, o se si sfalderà. Dipenderà dal dettaglio dei risultati di stasera. Ma è certo che in Grecia resta un grande spazio politico di centrosinistra, quello che il vecchio Papandreou aveva indovinato e interpretato fondando il PASOK.

Il compagno Tsipras ha provato a riempirlo, è stato anche usato dalle istituzioni europee (nessun altro governo sarebbe riuscito a far passare le misure che ha fatto passare Tsipras senza sangue). Ma la sostanza e le idee del suo partito sono state poche, e le condizioni appunto il contrario di eccellenti. Penso anche che se una su mille SYRIZA può diventare un nuovo polo della politica greca, è molto meglio per lui che perda, e che apra una – pur non facile – discussione. Dico il compagno Tsipras perché da qualche giorno penso al disco dei CCCP: divergenze tra ciò che penso politicamente, sì, ma affinità mi piace sentire con le energie che Tsipras ha rappresentato. E lo dico da ciò che ho visto ancora e nonostante tutto nella gente di Syntagma. Come Giovanni Lindo Ferretti in una delle canzoni di quell’album, il popolo chiedeva ai suoi rappresentanti prendersi cura di lui. Alexis Tsipras, stretto tra i nodi del potere e una classe media frustrata e senza prospettive, è stato tuttavia una mediazione rassicurante per questi anni difficili, ma ora la percezione è che si apra un momento diverso, che SYRIZA debba conseguire la maggiore età. Che, insomma, tante cose debbano cambiare.

Caro direttore Tondelli, come scrivevi tu nei giorni del catastrofico e romantico referendum del 2015, buon volo cara Grecia. Buon volo e buon voto: queste sono in ogni caso le prime elezioni dopo la fine del memorandum, e hanno in sé un valore simbolico. SYRIZA allude, comunque vada, a un grande vuoto politico, e chissà chi e se e come potrà riempirlo. E con queste riflessione che attendo i risultati di stasera.

 

TAG: elezioni politiche 2019, grecia, tsipras
CAT: costumi sociali, Euro e BCE

3 Commenti

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  1. lina-arena 5 anni fa

    E poi, il nulla.Ma in Grecia i ricchi proprietari di flotte di barconi e baracchini, hanno fatto tutto ciò che era necessario per mettere le mani sui soldi ed evitare la dispezione a sinistra. Il popolo è b ene che stia alla finestra in attesa che la calura sciolga le speranze. Varoufakis è vissuto solo lo spazio di un mattino e le sue idee non hanno raggiunto neanche le sponde dell’Europa. Il suo impegno è stato vano.L’austerità solo a sinistra ha trovato banali proseliti I ricchi dell’austerità non hanno bisogno. Hanno i portafogli pieni.

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  2. stevers 5 anni fa

    Non capisco esattamente cosa intende. Il problema dei “ricchi proprietari di flotte” è che pagano solo una parte delle tasse nel paese, la maggior parte all’estero; Varoufakis, ha avuto un ottimo risultato elettorale, il suo movimento è in parlamento con 9 seggi! Ha voce, eccome. Quello che io dico nel mio articolo è, in sostanza, che SYRIZA ha incarnato un’idea importante per almento una metà del popolo greco. Ora il partito può decidere cosa fare, se accettare la sfida, cambiare e diventare un partito di centrosinistra con una piattaforma seria (che non ha mai veramente avuto: https://www.linkiesta.it/it/article/2012/06/05/un-po-grillo-un-po-hollande-la-sinistra-greca-fa-boom-con-la-crisi/7480/), o disperdere queste energie.

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  3. dionysos41 5 anni fa

    Piaccia o no agli italiani i greci si sono dimostrati più seri, più realisti di noi. Ma il punto è un altro, Ed è amaro. La destra ha lasciato alla sinistra il lavoro sporco della crisi e adesso risolleva la cresta. Ha ragione stevers quando afferma che il punto debole di Syriza è la mancanza di un programma serio. Una cosa sono gli slogan di battaglia che funzionano in tempo di crisi. Un’altra costruire un programma credibile e soprattutto accettato dal paese. Sta qui la scommessa. Ma almeni i greci ci provano. Noi, nemmeno quello.

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