L’economia delle pillole e della panza

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22 Ottobre 2017

I pinseri sono i peggiori nimici della panza e, rispetto parlanno, della minchia
A. Camilleri

Sei una persona educata, non hai grinta.
Sei una persona riflessiva, sei lento.
Sei una persona altruista, sei un pirla.
Non riesci a stare al passo con ritmi vertiginosi, sei un perdente.
Sei stato male, sei uno sfigato.
Non trovi lavoro, sei schizzinoso.
Parli delle ingiustizie, sei palloso.
Non hai capito che i problemi non esistono ma ci sono solo opportunità, sei stupido
Hai paura, sei un cagasotto
E via di questo passo…

Non esiste più il “ceto medio”, siamo polarizzati tra l’euforia e la depressione; tra l’ammirazione per Amazon e chi chiude una libreria cui ha dedicato la sua vita. Da una parte abbiamo la fibrillazione permanente, la corsa verso qualcosa che non si sa nemmeno che cos’è, dall’altra il degrado, la disperazione, la sofferenza. Da una parte il Bosco verticale dall’altra il Giambellino.
L’efficienza e la performance versus gli anziani con la minima.
Di quà troviamo chi ammira O’ Leary “il personale non è il maggior patrimonio, come dicono gli studenti con l’MBA, è il costo maggiore“, o quelli che applaudirono l’ad di Thyssen Krupp, Herald Espenhanh (il fatto non è recente, mentre lo è la condanna passata in giudicato pochi giorni fa per il rogo che costò la vita a sette operai); di là le Associazioni, le Ong, la gente comune che prova ad alleviare la vita delle persone meno fortunate. Condividendo quel poco che, a volte, ha.
Ti ritrovi senza lavoro, magari a 50 anni, e passi da un lato all’altro in un batter d’occhio. Da manager a consegnare i lobster roll gourmet con una bella giacca viola. I cancelli dell’inferno si aprono dinanzi a te.

Non esiste più nemmeno l’equilibrio.
A darci la sensazione di ritrovarlo ci sono i rimedi: i farmaci, i parafarmaci, quelli naturali e la droga.
Questo emerge, con una nitidezza a dieci decimi, dal rapporto dell’Istituto Mario Negri di Milano sulla presenza degli stupefacenti nelle acque dei fiumi lombardi e pubblicato pochi giorni fa: il volume è quasi raddoppiato negli ultimi anni.

Cocaina, cannabis, palline chimiche, e un ritorno, quello dell’eroina. Insomma, siamo tra Easton Ellis e Finardi, tra Meno di Zero e la Scimmia:
“poi un’ondata dolce di calore quasi come nell’amore,
e poi mi son lasciato andare completamente rilassato
in un benessere artificiale come mai avevo provato.

Erano gli anni settanta e di tossici in giro ce ne erano tantissimi. A chiedere moneta, a grattarsi sulla testa e a morire, una generazione fu falcidiata dalle siringhe. Il brutto segnale di oggi è che si torna a far la coda per la dose. Vite perdute un’altra volta.
La coca per la performance, l’ero per scappare, le droghe chimiche per sballare.
Tutte sono la punta estrema di quello che è il mondo possibile così come ci viene servito, in cui, però, senza aiutino non ce la facciamo più.

Viviamo seguendo la Weltanschauung di Mr Wolf, dove pensiamo velocemente, lavoriamo velocemente, andiamo di corpo velocemente, facciamo l’amore velocemente, guidiamo velocemente, ci muoviamo velocemente e il governo fa una legge con cui ti possono lasciare a casa velocemente.

Non stupisce vedere le farmacie sempre piene a fare affari d’oro: Viagra, integratori vitaminici contro la stanchezza, bilanciatori dell’umore, Maalox per il riflusso gastrico, prozac per la depressione, xanax per l’ansia etc..
Ma niente (o nessuno) che dica di prendere la vita in modo tranquillo (parola scomparsa dal vocabolario di chi vive a Milano e ormai parla una lingua meticcia fatta di espressioni e di suoni presi un po’ qua e un po’ là, mezza inglese, mezza vocali aperte). La tranquillità non si fattura.

Finiamo con un appello:
Molliamo le menate, scacciamo i pensieri e seguiamo il ragionamento del grande Andrea Camilleri!

TAG:
CAT: costumi sociali, Milano

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