Cinema

Cultura e cinema ai tempi della destra

Alla Festa del Fatto Quotidiano 2025 al Circo Massimo il 14 settembre si è svolto un dibattito con Marco Bellocchio, Alessandro Giuli, Andrea Occhipinti, moderato da Thomas Mackinson e Paola Zanca

15 Settembre 2025

Zanca: “Maestro Bellocchio, partiamo da Venezia e dallo stop ai due attori ebrei. Qual’è il suo pensiero?”

Bellocchio: “Ho aderito alla manifestazione per Gaza. Ma non allo sbarramento verso gli artisti ebrei. Non posso boicottare artisti israeliani che non conosco. Ogni atteggiamento di violenza è perdente. In questo senso ritengo che la Flottiglia che va verso chi muore porta un messaggio di grande solidarietà. Trovo che sia un’iniziativa direi eroica senza alcuna retorica”

Mackinson: “Ministro Giuli mi riallaccio a Venezia e a Gaza le chiedo se genocidio è un termine appropriato”.

Giuli: “Le parole pesano. Io guarderei alla sostanza. Il termine ha un’universo di senso. La penso come Liliana Segre che dice che il genocidio e l’Ocausto vada lasciato lì dov’è. Esorto me stesso e tutti noi a non perderci dietro i termini. Sulla Flottiglia devo avere un posizione istituzionale. Penso che abbia un valore simbolico importantissimo. Penso che non avrà un successo oggettivo. Penso che una pressione dell’opinione pubblica sulle istituzioni sia importante”.

Mackinson: “Cosa ci dice dell’accusa che sta ritenendo le opposizioni esponsabili dell’istigazione all’odio, al punto che si evoca il rischio di tornare alla stagione delle BR?”

Giuli: “Penso che i politici ma anche la società civile devono fare la loro parte. Purtroppo il dialogo tra politica e società civile è uscita dai giusti binari.  I social network più delle volte sono deleteri. Preannunciare il ritorno delle BR può essere un modo per prevenirle. Vi assicuro che allarmare sulla necessità di non alimentare il clima d’odio sia fondamentale. Invitare a tenere alta la soglia dell’attenzione alto sulla degenerazione nella violenza è importante. Vi assicuro che i politici tra di loro si parlano spesso, anche dietro i riflettori. Il dialogo e il confronto c’è più di quanto appaia”.

Zanca: “Andrea Occhipinti da attore ha fondato la Lucky Red che ora lavora tantissimo. Anche il film che ha vinto a Venezia è vostro. Cosa ci dice sui finanziamenti israeliani al film? MUBI è una piattaforma che ha legami con il governo israeliano. Per fare film si prendono dei soldi e i soldi sono sempre sporchi. Come si coniuga il tema dell’etica?”

Occhipinti:  “È un tema complicato. Jarmush ha detto che quando ha iniziato non sapeva di questi finanziamenti. Uno di questi finanziatori è il padrone di una società che costruisce droni per Israele. Si attinge a fondi statali nazionali.

Siamo stati anche invitati al Festival di Haifa e anche a quello di San Pietroburgo ma abbiamo deciso di non partecipare ad entrambi.

Alla fine Gerard Butler e Gal Gadot si è stati sommari nel decidere di non farli venire, pare che lei sia critica con il governo Netanyahu. Bisogna ammirarebla Flottiglia per quel che sta facendo in risposta all’assenza di presa di posizione assordante da parte delle istituzioni su Gaza”.

Mackinson:  “Ministro cosa ci dice sull’inchiesta sui fondi (300 milioni di euro) di Roma su esponenti di destra su Cinecittà? Il Cinema non sarebbe dunque solo la mangiatoia della sinistra”.

Giuli: “Noi abbiamo innescato la Guardia di finanza”

Mackinson: “Gli ultimi contributi sono del 2024”

Giuli: “Consideriamo che i film sotto accusa sono i fantasma che non esistono e film che hanno dato brutta prova al botteghino. La procedura che ha consentito tutto questo viene dalla sinistra. Nel momento in cui un ministro arriva e trova questa situazione cerca come ho fatto io di sanare; sapere che l’amministratore delegato di Cinecittà e sotto controllo è rassicurante. Il lavoro ha bloccato porta tagli alle produzioni. Tutti siamo d’accordo con la battaglia alle truffe. Il tax credit è uno strumento usato per portare lavoro localmente e dare valorizzazione del territorio. Abbiamo segnalato delle realtà border line”.

Occhipinti: “Purtroppo Il ministro precedente ha strumentalizzato i film andati male senza contestualizzare che c’era la pandemia. In questo settore una società americana programma un anno e mezzo prima. Il tax credit i piccoli chiudono i tempi sono lunghi i taxi credit lo mangiano le banche. Tutto questo blocca il sistema, la possibilità di investire, di essere competitivi

Bellocchio: io sono per la competenza condivido quello che dice Andrea sul “fate presto”.

Giuli: “Abbiamo emanato un decreto correttivo per rendere più semplice l’accesso al tax credit. Un accordo con l’AGE per sboccare le situazioni. C’è un problema reale lavorativo della filiera maestranze. Dobbiamo delle risposte alla situazione della precarietà. Ci siamo trovati a dover segnalare delle anomalie e quindi i tempi su sono allungati. Noi abbiamo l’esigenza di non subire una concorrenza sleale di film fantasma e di non film. Il Fatto Quotidiano ci ricorda che i soldi dei contribuenti sono sacri. Dal 2016 tax credit da 250 a 650 milioni all’anno. Ho sboccato subito tutto quello che c’era da sboccare”.

Occhipinti: “La legge del 2016 prevedeva che l’11% dei fondi aumentasse con l’aumento del settore. Ci sono state le piattaforme di Netflix, Paramounth, Amazon che son venute da noi, abbiamo attratto dall’estero moltissime produzioni. Noi a Lucky Red siamo passati da 25 a 50 dipendenti”.

Zanca: “Quale lo stato di salute del cinema oggi?”

Bellocchio: “Mi colpisce questo clima con Giuli sembra si vada tutti d’accordo. Il teatro televisivo tra i politici trovo sia inutile. Il cinema Italiano non è moribondo. Trovo che ci sia qualcosa di tragico nel mestiere del giornalista che deve aver a che fare con l’attualità. Il cineasta va invece in profondità con la qualità e temi anche del passato; è giusto parlare del presente ma senza che ci venga rimproverato di non essere attuali”.

Mackinson: “Possiamo domandarci per i film sulle piattaforme i ricavi a chi vanno? Non vanno nelle sale ma ad arricchire questi grossi player. Si potrebbe fare un indagine sui loro ricavi per tassarli?”

Occhipinti: “Qui c’è un equivoco. Le piattaforme comprano questi film prodotti in Italia che non vanno in sala ma solo su queste piattaforme. I dati: l’incasso in sala si conosce con CINETEL e SIAE; non c’è l’auditel sulle piattaforme, non conosciamo visualizzazioni od abbonati”.

Giuli: “Ci stiamo muovendo non aggressivo ma con determinazione. Le piattaforme non sono il male assoluto purché paghino le tasse”.

Occhipinti: “Che lascino qualcosa sul territorio se hanno tanti abbonati. Per la nostra normativa i film italiani prima di 105 giorni non possono andare in piattaforma ma devono passare per le sale

Mackinson: “Le piattaforme hanno levato alle sale”.

Zanca: “Ministro cosa ci dice dei discorsi sull’occupazione luoghi del potere?”

Giuli: “Dobbiamo fare chiarezza sul concetto dell’amichettismo. È evidente che una classe dirigente deve essere messa alla prova. Al museo Egizio di Torino abbiamo ad esempio una figura eccellente che lo dirige, in questo caso io non occupo una casella perchè tutte le culture devono avere voce. Capisco le posizioni di Cardini e Veneziani ma oggi con la generazione ATREIU c’è un nuovo ricambio generazionale. C’è una classe dirigente in formazione si cerca di premiare il merito. Prima c’era una stagnazione culturale, oggi siamo tenuti ad aprire il più possibile. Consenso e potere dopo 20 anni senza elezioni si sono ritrovati”.

Occhipinti: “Voglio accennare ad un tema delicato che è quello degli aiuti selettivi che non riguardano il tax credit che è strada percorribile da tutti. È importante la competenza di chi sceglie. Lo Stato non deve essere editore bisogna lasciare al mercato agli artisti di scegliere chi merita”.

Giuli: “Molti ci fanno la critica sullo Stato etico. Son convinto che lo Stato debba scegliere bene su chi possa dare un certificato di qualità. Non possiamo essere Stato etico e poi erogare molti soldi non potete chiederci tutte e due le cose”.

Mackinson: “Maestro Bellocchio, per lei cos’ è il potere oggi?”

Bellocchio: “Nel mondo sta avendo successo in maniera attrattiva in questa società mondiale impaurita questa figura dell’uomo forte, dittatori sia liberali che comunisti. Ho molto apprezzato il film su Sergio Marchionne; era un uomo complesso e molto discutibile ma aveva rinunciato a percorrere un sistema assistenzialistico, per questo la sua è una figura ed una vicenda che ha da insegnarci qualcosa”.

 

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