Filosofia

Il sorriso del saggio

Una scelta di aforismi e riflessioni del filosofo-poeta taoista Chuang-Tzu introdotta da una prefazione del premio Nobel messicano Octavio Paz

13 Dicembre 2025

Chuang-tzu. Vita dell'uomo che diventò perfetto - Octavio Paz - copertina

 

L’ultimo dei Meridiani Mondadori, rimasto in incubazione per molti anni, è dedicato a Octavio Paz (Poesie e prose scelte, a cura di Ernesto Franco, pp. 1842, € 80,00).

Paz (Città di Messico 1914-1998) è stato uno dei più importanti scrittori, poeti e critici ispano-americani del secolo scorso. Intimamente legato al patrimonio culturale della propria terra, ha vissuto in prima persona gli eventi più drammatici del suo paese, incrociandoli con la storia mondiale: dalla Rivoluzione Messicana alla Guerra Civile in Spagna, dalla progressiva industrializzazione del Centro America ai movimenti studenteschi degli anni Sessanta, fino alla rivolta zapatista del 1994.

Soggiornò a lungo all’estero (in Spagna, in Francia, Giappone e in India, dove fu ambasciatore dal 1962 al 1968), aprendosi agli influssi di altre tradizioni letterarie: dal surrealismo francese, agli haikai giapponese, dalla filosofia alla mistica orientale, come testimonia la sua importante attività di traduttore. Dagli anni ’70 si dedicò all’insegnamento universitario, con la cattedra di poesia dapprima a Oxford poi in diverse università degli Stati Uniti. Membro del Colegio Nacional de México, ricevette, tra gli altri riconoscimenti, il premio Cervantes nel 1981 e il Premio Nobel nel 1990.

Nel 1974, affascinato dalla poeticità, dall’equilibrio e dalla sapiente ironia dei classici cinesi, aveva pubblicato una raccolta di apologhi e brevi saggi con il titolo di Trazos (Segni), tralasciando solo i frammenti del taoismo di Chuang-Tzu, “poeta del paradosso e dell’umorismo, entrambi ponti sospesi tra il concetto e l’illuminazione priva di parole”. Vent’anni dopo tali brevissime prose furono recuperate in un volumetto oggi riproposto dalle edizioni milanesi SE, scandito in tre capitoli (Il dialettico, Il moralista, Il saggio) e in un’appendice dedicata ad altri antichi filosofi cinesi, sempre orbitanti intorno alla stessa mistica orientale.

Chuang-Tzu visse nel IV secolo prima di Cristo, in un’epoca di intensa attività intellettuale e di forte instabilità politica. Due secoli dopo di lui la dinastia Ch’in unificò il paese e fondò il primo impero della storia umana, destinato a durare due millenni, basato sulle idee morali e politiche di Confucio e del suo successore, Mencio. All’ortodossia confuciana si opposero due scuole: il taoismo e il buddhismo, predicanti la passività, l’indifferenza di fronte al mondo, la noncuranza dei doveri sociali, la ricerca di uno stato di perfetta beatitudine, la dissoluzione dell’io in una realtà indefinibile. Ma se il buddhismo negava l’individualità personale, il taoismo l’affermava di fronte allo Stato, alla famiglia e alla società, in una sorta di anarchismo che il potere confuciano ritenne sempre politicamente pericoloso. Lontani dalle speculazioni filosofiche dei buddhisti, i taoisti non perdevano di vista l’uomo concreto, che chiamavano “uomo naturale”: duttile, trasparente e malleabile come l’acqua.

Negli apologhi presentati da Octavio Paz, alle speculazioni intellettuali Chang-Tzu e il suo maestro Lao-Tzu opponevano il sorriso del saggio, ricorrendo al metodo della reductio ad absurdum, che ridicolizzava le pretese razionalizzanti di filosofi e politici attraverso la saggezza del buon senso e il sentimento della pietà verso tutto ciò che è semplicemente umano e naturale.

Ostili alla rigidità del moralismo confuciano, basato sull’autorità dei classici e sulla fedeltà all’ordine politico e sociale (il discepolo di Confucio è un mandarino: un letterato, un funzionario e un padre di famiglia, pronto a difendere l’ordine costituito attraverso il dispotismo e il potere), “il filosofo-poeta Chuang-Tzu proponeva una comunità di eremiti e di gente semplice. La società ideale del taoismo è una società di saggi alla buona. Al suo interno non esistono governo, tribunali o tecnica: nessuno ha mai letto un libro; nessuno vuole guadagnare più del necessario; nessuno teme la morte perché nessuno ha nulla da chiedere alla vita. La legge del cielo e la legge naturale governano gli uomini come governano il volgere delle stagioni… La società di Lao-Tzu e di Chuang-Tzu è irrealizzabile, ma la critica che entrambi muovono alla civilizzazione merita la nostra simpatia. La nostra epoca ama il potere, adora il successo, la fama, l’efficienza, l’utilità, e sacrifica tutto sull’altare di questi idoli. È consolante sapere che, duemila anni or sono, c’era chi predicava esattamente il contrario: l’oscurità, l’insicurezza e l’ignoranza, ossia la saggezza anziché la conoscenza”.

Così scrive Octavio Paz nell’introduzione a questo piccolo volume, riportando un florilegio di apologhi, massime e riflessioni taoiste. A chi gli opponeva che i suoi insegnamenti non avevano alcun valore pratico, Chuang-Tzu rispondeva esaltando l’utilità dell’inutilità, deprecando l’inconcludenza dei troppi discorsi, l’inquietudine perenne del movimento, e celebrando invece la sostanziale identità di tutto ciò che è vivo, mentre la morte è solo un aspetto della legge universale del mutamento: la nuvola e il drago, l’ombra e la luce, il sogno e la realtà, l’intelligenza e la stupidità umana, nel ciclo eterno della natura hanno uguale valore e non valore: “Oblio, oblio… essere e non essere, questo e quello, sono tutte particelle sottratte all’infinito che torneranno a fondersi nell’infinito”.

 

OCTAVIO PAZ, CHUANG-TZU – SE, MILANO 2025

Traduzione di Claudia Marseguerra. Pagine 79

Commenti

Devi fare login per commentare

Accedi

Gli Stati Generali è anche piattaforma di giornalismo partecipativo

Vuoi collaborare ?

Newsletter

Ti sei registrato con successo alla newsletter de Gli Stati Generali, controlla la tua mail per completare la registrazione.