Letteratura
Kassía, una potessa e musicista bizantina del IX secolo
La prima donna musicista di cui ci siano rimaste le musiche.
Κασσία, Κασία, Κασσιανή, Κασιανή, Kassía. Kasía, Kassiané – pronunciato Kassianí – Κασιανή – pronunciato Kasianí, è una poetessa e compositrice bizantina del IX secolo, coeva di Fozio, doveva diventare moglie del Βασιλεύς, Imperatore, Teofilo, ma uno scambio irritato di battute – “Attraverso una donna si distillano le passioni più vili” disse Teofilo, riferendosi al peccato di Eva e alla seduzione del corpo femminile; “Ma attraverso una donna giungono le cose migliori” rispose, piccata, Kassía, riferendosi alla nascita di Gesù – mandò a monte il matrimonio. Fondò un monastero a Xerolóphos, colle arido, la settima collina a occidente di Costantinopoli, dove si trovava, sotto le mura costantiniane, il Foro di Arcadio, ὁ Φόρος τοῦ Ἀρκαδίου, Kassía ne fu la badessa. “Odio il silenzio quando è tempo di parlare”, dice in una sua poesia. E i suoi versi sono entrati nella liturgia greca ortodossa, così come la sua musica. È la prima donna musicista di cui ci sia stata tramandata la musica. Ho composto una piccola scheda con il “tropario”, inno, della Maddalena. Testo greco, versione neogreca e inglese. Nota in margine: siamo soliti tradurre, nelle lingue moderne, la parola greca ἀμαρτία, identica nel greco antico e nel neogreco – con “peccato”, in inglese “sin”. Ma il suo campo semantico è più vasto. Indica l’errore, e il verbo ἀμαρτάνω (amartano) significa fallisco, mi sbaglio, devío, non colgo, non raggiungo, sono privato. Da qui si capisce anche la risposta risentita all’imperatore, che fu anche l’ultimo degli iconoclasti. In margine: è una grave lacuna che nella nostra formazione non si studi nelle scuole la storia e la cultura bizantine. Intanto, per sbaragliare il pregiudizio che fosse una cultura sterile rimasta uguale per mille anni. Due secoli dopo Kassía vive un’altra donna, coltissima, figlia dell’Imperatore Alessio Comneno, Anna, che ci ha lasciato una cronaca delle imprese del padre, l’Alessiade, in uno stile elaboratissimo, che sfida la prosa di Tucidide, presa a modello di una nuova prosa che tiene conto delle trasformazioni istituzionali e linguistiche che hanno trasformato le città stato greche, e la nuova capitale Costantinopoli, nel centro di una storia e di una cultura del mondo che è Romana, ma la Roma, Ρόμη, che ha assorbito e continuato la cultura greca rinnovata da Alessandro Magno. Commovente l’ammirazione per il padre. Da noi si studia che l’Impero Romano crolla nel 475 d. C. con l’ultimo Imperatore d’Occidente, Romolo Augustolo. E il diminutivo ne manifesta il disprezzo. In realtà l’Impero Romano dura altri mille anni. E crolla nel 1453 sotto l’attacco di Mehmet II, il ventitreenne sultano turco Maometto II, e l’ultimo Imperatore, in realtà Βασιλεύς, è Costantino XI Paleologo, che muore sotto le mura di Costantinopoli, quando le truppe turche le sfondano e invadono la città. Una leggenda vuole che non sia morto. E che ritornerà a cacciare i barbari e a rifondare l’Impero. La sua statua giganteggia nel piazzale che sta davanti alla Chiesa Metropolitana di Atene, tra piazza Syntagma e Monastiraki, sotto l’Acropoli. Ecco la scheda:
Κασσιανή
Τροπάριο της Κασσιανής
https://www.youtube.com/watch?v=JrJnbtTSywY
1 Lamplighting Psalms, Mode 2 «Κύριε ἐκέκραξα» “Lord, I have cried…”
2 Stíchera Prosómoia, Kassía, MS Vienna Theo. gr.181, Psalm 140 &c., MS Sinai 1255
3 Other Prosómoia, Kassía, MS Ambr. 139
4 Doxastikon of Great Vespers of Christmas Day, «Αὐγούστου μοναρχήσαντος» “When Augustus reigned”, Kassía, MS Grott. E.α.II Hymns from the Triodion and Holy Week
5 Idiómelon from Great Vespers on the Eve of the Sunday of the Publican and the Pharisee, «Παντοκράτορ Κύριε, οἶδα, πόσα δύνανται τὰ δάκρυα», “Almighty Lord, I know how powerful tears are, Kassía, MS Grott. E.α.5
6 Tetraōdion for Great and Holy Saturday, Odes 1 and 3, Kassía, MS Grott. E.γ. ΙΙ
7 Idiómelon from Matins for the Sunday of the Pharisee and the Publican, «Ταῖς ἐξ ἔργων καυχήσεσι» “… by boasting of his works”, Kassía, MS Vienna Theo. gr.181
8 Tetraodion for Great and Holy Saturday, Odes 4 and 5, Kassía, MS Grott. E.γ.ΙΙ
9 From Great and Holy Wednesday at Matins «Κύριε, ἡ ἐν πολλαῖς ἁμαρτίαις περιπεσοῦσα», “Lord, the woman found in many sins”, Kassía, MS Grott. E.α.5
10 Kalophonic Stícheron Στιχηρὸν καλοφωνικόν, «Κύριε, ἡ ἐν πολλαῖς ἁμαρτίαις περιπεσοῦσα», “Lord, the woman found in many sins”, text: Kassía; music: attr. Meletios the Monk; MS Sinai 1251
https://www.youtube.com/watch?v=gdWvBiDFYTY
Κύριε, ἡ ἐν πολλαῖς ἁμαρτίαις περιπεσοῦσα
Κύριε, ἡ ἐν πολλαῖς ἁμαρτίαις περιπεσοῦσα γυνή,
τὴν σὴν αἰσθομένη θεότητα, μυροφόρου ἀναλαβοῦσα τάξιν,
ὀδυρομένη, μύρα σοι, πρὸ τοῦ ἐνταφιασμοῦ κομίζει.
Οἴμοι! λέγουσα, ὅτι νύξ μοι ὑπάρχει, οἶστρος ἀκολασίας,
ζοφώδης τε καὶ ἀσέληνος ἔρως τῆς ἁμαρτίας.
Δέξαι μου τὰς πηγὰς τῶν δακρύων,
ὁ νεφέλαις διεξάγων τῆς θαλάσσης τὸ ὕδωρ
κάμφθητί μοι πρὸς τοὺς στεναγμοὺς τῆς καρδίας,
ὁ κλίνας τοὺς οὐρανοὺς τῇ ἀφάτῳ σου κενώσει.
Καταφιλήσω τοὺς ἀχράντους σου πόδας,
ἀποσμήξω τούτους δὲ πάλιν τοῖς τῆς κεφαλῆς μου βοστρύχοις
ὧν ἐν τῷ παραδείσῳ Εὔα τὸ δειλινόν,
κρότον τοῖς ὠσὶν ἠχηθεῖσα, τῷ φόβῳ ἐκρύβη.
Ἁμαρτιῶν μου τὰ πλήθη καὶ κριμάτων σου ἀβύσσους
τίς ἐξιχνιάσει, ψυχοσῶστα Σωτήρ μου;
Μή με τὴν σὴν δούλην παρίδῃς, ὁ ἀμέτρητον ἔχων τὸ ἔλεος.
Neogreco
Κύριε, ἡ γυναῖκα ποὺ ἔπεσε σὲ πολλὲς ἁμαρτίες,
σὰν ἔνοιωσε τὴ θεότητά σου, γίνηκε μυροφόρα
καὶ σὲ ἄλειψε μὲ μυρουδικὰ πρὶν ἀπὸ τὸν ἐνταφιασμό σου
κι ἔλεγε ὀδυρόμενη: Ἀλλοίμονο σὲ μένα, γιατί μέσα μου νύχτα θολὴ
καὶ δίχως φεγγάρι, ἡ μανία τῆς ἀσωτείας κι ὁ ἔρωτας τῆς ἁμαρτίας.
Δέξου ἀπὸ μένα τὶς πηγὲς τῶν δακρύων,
ἐσὺ ποὺ μεταλλάζεις μὲ τὰ σύννεφα τὸ νερὸ τῆς θάλασσας.
Λύγισε στ᾿ ἀναστενάγματα τῆς καρδιᾶς μου,
ἐσὺ ποὺ ἔγειρες τὸν οὐρανὸ καὶ κατέβηκες στὴ γῆς.
Θὰ καταφιλήσω τὰ ἄχραντα ποδάρια σου,
καὶ θὰ τὰ σφουγγίσω πάλι μὲ τὰ πλοκάμια τῆς κεφαλῆς μου·
αὐτὰ τὰ ποδάρια, ποὺ σὰν ἡ Εὔα κατὰ τὸ δειλινό,
τ᾿ ἄκουσε νὰ περπατοῦνε, ἀπὸ τὸ φόβο της κρύφτηκε.
Τῶν ἁμαρτιῶν μου τὰ πλήθη καὶ τῶν κριμάτων σου τὴν ἄβυσσο,
ποιὸς μπορεῖ νὰ τὰ ἐξιχνιάσῃ, ψυχοσώστη Σωτῆρα μου;
Μὴν καταφρονέσῃς τὴ δούλη σου, ἐσὺ ποὺ ἔχεις τ᾿ ἀμέτρητο ἔλεος.
English Translation
O Lord God, the woman who had fallen into many sins, having perceived Thy divinity received the rank of ointment-bearer, offering Thee spices before Thy burial wailing and crying: “Woe is me, for the love of adultery and sin hath given me a dark and lightless night; accept the fountains of my tears O Thou Who drawest the waters of the sea by the clouds incline Thou to the sigh of my heart O Thou Who didst bend the heavens by Thine inapprehensible condescension; I will kiss Thy pure feet and I will wipe them with my tresses. I will kiss Thy feet Whose tread when it fell on the ears of Eve in Paradise dismayed her so that she did hide herself because of fear. Who then shall examine the multitude of my sin and the depth of Thy judgment? Wherefore, O my Saviour and the Deliverer of my soul turn not away from Thy handmaiden O Thou of boundless mercy”.
https://www.youtube.com/watch?v=nTGELv1dJZM
Nota: in rete si trovano parecchie poesie di Kassía, così come molte esecuzioni dei suoi inni. Più complicato trovare i libri. Esiste un’edizione di Città Nuova, ma che contiene solo le traduzioni, senza il testo greco a fronte: Cassia, opere, Roma, Città Nuova, 2022. Consultare i repertori bibliografici. Dell’Alessiade di Anna Comnena esistono diverse edizioni, in greco, in inglese e in italiano. Tutte reperibili sulla rete.
Non sono un bizantinista e dunque chiedo venia per gli eventuali errori e imprecisioni. Ma amo moltissimo quel periodo, quella storia e quei poeti. Tra cui, proprio all’inizio, segretario di Giustiniano, troviamo Paolo Silenziario. Chiude la stagione dei poeti di epigrammi. Li si legge nel Quinto Libro dell’Antologia Palatina. Eccone uno, sensuale e raffinato, come tutti.
Gettiamo, amore mio, le vesti. Νude a nude
membra avvinghiate, che le tue e le mie si allaccino;
niente ci sia tra di noi, poiché di Semiramide quel
tuo velo leggero mi assomiglia alle mura.
Uniamo i nostri petti così come le labbra: il resto nel silenzio
dobbiamo nasconderlo: odio il battibecco scurrile.
Antologia Palatina, V, 252
Ρίψωμεν, χαρίεσσα, τὰ φάρεα, γυμνὰ δὲ γυμνοῖς
ἐμπελάσῃ γυίοις γυῖα περιπλοκάδην·
μηδὲν ἔοι τὸ μεταξύ· Σεμιρράμιδος γὰρ ἐκείνο
τεῖχος ἐμοί δοκέει λεπτὸν ὓφασμα σέθεν·
στήτεα δ’ἐζεύχθω, τὰ [τε] χείλεα· τἄλλα δὲ σιγῇ
κρυπτέον· ἐχθαίρω τὴν ἀθυποστομίην.
L’estasi mistica non fa differenza tra Dio e l’amato/a: l’impulso amoroso desidera una sola cosa: mescolarsi con l’amato/a, immedesimarsi, e lasciarsi inghiottire dal silenzio. Non so se San Giovanni della Croce conoscesse Kassía. Ma nella “notte oscura” la sua anima incontra anch’essa l’amato.
En una noche oscura,
con ansias, en amores inflamada,
¡oh dichosa ventura!,
salí sin ser notada,
estando ya mi casa sosegada.
In una notte oscura,
in ansia, d’amore infiammata,
o fortunata ventura!
me ne uscii senza essere notata,
mentre la mia casa era pacificata.
Da Saffo a Silenziario, a Kassía, a Kavafis, a Kazantzakis, a Erinakis, l’amore sembra conoscere solo l’oblio dell’estasi, la segretezza del silenzio, che la parola tenta invano di penetrare. E tuttavia quel poco che ce ne fa intravedere – sia dio, sia un amato, un’amata – sembra che proprio la parola riesca a coglierne la sostanza. Con una lingua che rimane quasi immutata per tremila anni!
Su tutto poi, regni il silenzio: non mi piace
il parlare indecente.
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