Musica

Luisa Briguglio vince il Premio Parodi 2025

13 Ottobre 2025

“Il Parodi”. Quando basta un richiamo semplice, stringato, sintetico per individuare una manifestazione è segno che questa è entrata stabilmente nella tradizione e che il suo titolo identificativo breve ha assunto una valenza quasi simbolica. Nessuno guarda più la x.esima edizione del “Festival della Canzone italiana”, noi tutti seguiamo “Sanremo”.

Nel mondo della world music “il Parodi”, giunto quest’anno alla sua diciottesima edizione, è sinonimo di qualità, caratura internazionale e prestigio.

Non è un Festival, tecnicamente è un “Premio” perchè prevede la formula del contest ma in realtà è un laboratorio culturale, un athanor dove si fondono proposte provenienti da ogni angolo del mondo, contributi di artisti affermati e progetti di interpreti emergenti.

Definire in modo stringente e vincolate la world music è quasi impossibile. Personalmente trovo molto equilibrata la definizione che mi suggerì qualche anno fa Elena Ledda (direttrice artistica del Premio Parodi).

“Tecnicamente una definizione non esiste. Io ho sempre prediletto il termine “musica popolare”, un genere che si presta ad accogliere al suo interno ogni espressione musicale, Giuseppe Verdi incluso. In fondo la musica popolare è tutta la musica che il popolo crea ed ascolta, conserva e tramanda, canta ed interpreta, la musica nella quale si rispecchia”.

Il Premio Andrea Parodi si tiene ogni anno in Sardegna e si articola su tre serate nel corso delle quali un ristretto numero di finalisti presentano il proprio lavoro, da portare in scena tassativamente “live”.

Alla Fondazione che presiede l’iniziativa (tenutasi dal 9 all’11 ottobre a Cagliari in un luogo di prestigio come il Teatro Massimo) sono giunte nel corso dei primi mesi di quest’anno oltre trecento domande di partecipazione. Dopo un’opera di selezione particolarmente impegnativa sono stati individuati solo nove finalisti.

O meglio dovremmo dire, per la prima volta in assoluto, nove finaliste. Mai era capitato che alla serate finali giungessero come singoli interpreti o frontman di gruppi esclusivamente artiste di sesso femminile. E certo non per il rispetto di quote rosa oppure a causa di altri meccanismi strani di selezione. In finale si arriva solo ed esclusivamente per merito.

Non solo per questo motivo questa diciottesima edizione si è rivelata particolare rispetto al recente passato. E’ stata palpabile ogni sera una forte tensione emotiva legata al momento complicato che stiamo vivendo e i segnali di attenzione rispetto alle sofferenze di popolazioni a noi vicine (Gaza in primis) non sono mancati.

Il Parodi non si presta a strumentalizzazioni di sorta ma è sempre attentissimo e iper sensibile rispetto a temi come la tutela della vita e della libertà dell’infanzia, delle donne e degli uomini nel mondo.

Questa edizione numero diciotto è stata caratterizzata da un livello qualitativo molto alto sia delle composizioni sia delle loro rappresentazioni in scena. Bravi i musicisti, brave le cantanti, per le giurie presenti in sala e in remoto non è stato facile individuare i vincitori delle diverse categorie.

Naomi Berrill – photo credit Massimo Sechi

Il premio della critica è andato alla violoncellista irlandese Naomi Berrill che si è aggiudicata anche la menzione per il miglior arrangiamento e il Premio Bianca d’Aponte International. Grazie al verdetto della Giuria Critica Naomi potrà realizzare un videoclip professionale di un suo brano, prodotto dalla Fondazione Andrea Parodi.

Il miglior testo è stato quello della friulana Nicole Coceancig, la migliore musica è stata scritta da Eva Verde e Danilo Tarso.

Menzione della giuria internazionale ex aequo per  Evoéh (Spagna, Marocco, Honduras) e a Barbora Xu (Repubblica Ceca / Finlandia).

I concorrenti in gara hanno a loro volta assegnato una menzione, che è andata a a Evoéh e Naomi Berrill. Quella dei giovani presenti in sala è stata vinta da Lia Sampai (Catalogna) mentre i Limen Collettive (Sardegna/Piemonte) potranno usufruire di un servizio di distribuzione e promozione di un singolo (ufficio stampa, promo radio e TV, consulenza social).

All’artista curda Neval il riconoscimento per la migliore reinterpretazione di un brano di Andrea Parodi (assegnato dalla Fondazione a lui intitolata).

Caratteristica peculiare di questa manifestazione (nata per ricordare il grande artista già frontman dei Tazenda e splendido interprete di world music made in Sardegna) è proprio quella di chiedere a ciascun finalista la personale reinterpretazione di uno dei brani di Andrea Parodi.

Nel corso degli anni questa sorta di tributo postumo è divenuto un elemento portante del Premio, una sfida per ciascun ospite e un modo per impedire che la musica di Andrea potesse in qualche modo cristallizzarsi in un’unica versione interpretativa, quella originale del suo autore. I suoi lavori ogni anno rinascono come la fenice, a volte vengono forzati e sottoposti a tortura, altre volte vengono proposti in modi talmente innovativi da lasciare stupiti. Ma quasi sempre, e questo è uno dei piccoli miracoli della musica, entrano nelle corde di artisti che arrivano da ogni dove e che riescono a penetrarli (grazie e nonostante i canoni della propria cultura di riferimento) sino a percepirne la potenza e la poesia più intima.

Sulla libera interpretazione del brano di Andrea Parodi in questi anni abbiamo visto cadere finalisti strafavoriti e resuscitarne altri dopo esordi balbettanti.  La curda Neval in questa edizione si è mostrata pienamente all’altezza.

Il primo premio assoluto è stato vinto da una giovane artista siciliana, nata a Messina e attualmente residente a Marsiglia, Luisa Briguglio.

Luisa Briguglio – photo credit Massimo Sechi

Nemmeno il tempo di pubblicare il suo primo album (Truvatura, uscito il 6 settembre) ecco giungere la massima affermazione a Cagliari con un brano intitolato “U’ nnamuratu e a morti”.

Brillante, istrionica al punto giusto (commento quasi unanime in seno alla nostra giuria il fatto che sapesse “tenere il palcoscenico”) Luisa ha captato l’attenzione della sala sino dalla prima serata tenendo sempre alta l’asticella qualitativa della sua performance.

Il Parodi non è solo un contest ma è anche un palcoscenico privilegiato per artisti già ampiamente affermati che regalano al pubblico piccole perle del proprio repertorio.

Purtroppo in una pubblicazione come questa, dedicata non tanto all’approfondimento quanto alla cronaca dell’accaduto, è impossibile soffermarsi più di tanto sulle singole esibizioni. Ma in nostro aiuto ecco la tecnologia che ci permettere in riascoltare e rivedere in video l’intera serata finale, semplicemente attivando questo link.

https://fb.watch/CGmLlqvcY1

Ripercorrendo con la memoria il parterre degli ospiti ecco la catalana Sandra Bautista, vincitrice dell’edizione 2024, con i suoi brani per voce e chitarra.

– photo credit Massimo Sechi –

Al coro “A Filetta”, un sestetto proveniente dalla vicina Corsica, è stato assegnato il Premio World Music International.

Serata finale impreziosita dalla musica del maestro Ferruccio Spinetti (compositore, contrabbassista di levatura internazionale e direttore artistico del Premio Bianca D’Aponte) che con Francesca Corrias (voce) e Marcello Peghin (chitarra) ha regalato a tutti noi musica di alto livello.  Big surprise per il loro ultimo brano (un pezzo tratto dalla tradizione palestinese) che ha visto arrivare Elena Ledda sul palco.

– photo credit Massimo Sechi –

Prima della proclamazione dei vincitori un ritorno al Parodi, Mauro Pagani. Non vorrei rendermi ridicolo riportando a spizzichi e bocconi riferimenti alla sua carriera (basterebbe criptare PFM e Crêuza de mä per accendere la luce), chi non lo conosce… ritorni serenamente a seguire lo sci giamaicano.

Basti dire che la serata si è chiusa, dopo l’ascolto di quattro brani celebri, con la standing ovation del Teatro Massimo.

Una nota va obbligatoriamente aggiunta, sul palco con Pagani hanno suonato e cantato Walter Porro, Marcello Peghin, Andrea Ruggeri, Silvano Lobina, Marco Argiolas, Battista Dagnino, Elena Nulchis, Gianfranco Meloni.

Vi invito a riprendere il link che vi porta alla registrazione e a godervi la session live.

– photo credit Massimo Sechi –

Passi pure per didascalico ma un ringraziamento speciale va a coloro che riporto in questi ultimi crediti, senza di loro il Premio non esisterebbe. Erano in un tempo recente colleghi e amici, oggi sono in larga parte la mia famiglia del Parodi.

Valentina, Elena, Lara, Antea, Ottavio, Luca, Gianmaurizio, Alessia, Enrico… tutti; vvb.

Giuria tecnica: Elena Ledda (direttrice artistica, musicista), Gianfranco Cabiddu (regista, musicista), Andrea Ruggeri (musicista), Pippo Rinaldi Kaballà (musicista), Simonetta Soro (musicista, attrice), Silvano Lobina (musicista), Lia Careddu (attrice), Cristina Maccioni (attrice), Gisella Vacca (musicista, attrice), Michele Palmas (S’ard Music, partner), Antonio Ferraro (Musicista, Ingegnere del suono), Foffo Bianchi (Musicista, Ingegnere del suono), Marco Lutzu (Partner, etnomusicologo, Università di Cagliari), Nicola Meloni (operatore culturale), Nicola Spiga (operatore culturale), Stefano Starace (operatore culturale), Davide Valfrè (Partner, Premio Città di Loano), Gaetano d’Aponte (Partner, Premio Bianca D’Aponte), Andrea Del Favero (Partner, Folkest), Salvatore Nocera (Partner, Festival Del Torto), Rambaldo degli Azzoni Avogadro (discografico, operatore culturale), Fabio Dell’Aversana (SIEDAS, partner), Pietro Graziano (FDAM, partner), Andrea Marco Ricci (Partner, NUOVO IMAIE), Claudio Carboni (Partner, Consigliere di Gestione SIAE), Luigi Fontana (Partner, U.N.A. Unione Autori Musicali).

Giuria critica: Enrico de Angelis (critico musicale), Flavia Corda (TGR Sardegna), Giacomo Serreli (Videolina e Radiolina), Paola Pilia (TCS), Martina Vocci (TV Capodistria), Nicola Montisci (L’Unione sarda), Enrico Gaviano (La Nuova Sardegna), Paolo Ardovino (giornalista musicale), Tore Cubeddu (Partner, Eja Tv), Gianfranco Lai (Sardegna Notizie), Simone Cavagnino (giornalista), Claudio Agostoni (Partner, Radio Popolare), Marco Mangiarotti (Qn – Il Giorno), Flaviano De Luca (Il Manifesto), Felice Liperi (Giornalista musicale), Matteo Cruccu (Corriere della Sera) Ciro De Rosa (Songlines /Globofonie), Salvatore Esposito (Partner, Blogfoolk), Claudio Scaccianoce (Gli Stati Generali), Giovanni Alcaini (Radio Cernusco Stereo), Tonino Merolli (Funweek), Timisoara Pinto (GR1), Duccio Pasqua (Rai Radio1), Elisabetta Malantrucco (Rai Radio Techete’), Max De Tomassi (Rai Radio 1), Franz Coriasco (Rai Italia).

Giuria internazionale (giornalisti e operatori culturali): Sergio Albertoni (Rsi Radio Svizzera Italiana), Thorsten Bednarz (DeutchlandFunk Kultur, Germania), Andrew Cronshaw (Froots Magazine, Rough Guide To World Music, Regno Unito), Petr Doruzka (Czech Radio, Rep. Ceca), Edyta Łubińska (Università di Varsavia, Istituto di Etnologia e Antropologia culturale), Piotr Pucylo (Globaltica Festival, Polonia), Albert Reguant (Les Rutes del So, Spagna, Catalogna), Juan Antonio Vazquez (Mundofonias, Spagna).

Media partner: Rai Radio 1, Rai Radio Tutta Italiana, Rai Radio Techete’, Rai Isoradio, Sardegna 1, Radiolina, Radio Popolare, Eja Tv, Sardegna Notizie, Il Giornale della musica, Blogfoolk, Folk Bullettin, Musica Italiana A Parigi (Francia), Mundofonias (Spagna), Petr Doruzka (Rep. Ceca), Radio Wira Wiri (Olanda), Deutschlandfunk Kultur (Germania), Rough Guide To World Music (Regno Unito), Les Rutes Del So (Catalogna).

In collaborazione con Ender Comunicazione.

– photo credit Massimo Sechi –

 

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