Teatro

Arlecchino torna al Piccolo di Milano e i Motus a Roma svelano Frankenstein

Al Teatro Strehler un convegno su come sta cambiando il pubblico nella città meneghina. Da seguire al Teatro Studio Melato “L’analfabeta” da Ágota Kristóf a cura di Fanny& Alexander. Il primo scorcio di Stagione del Nazionale di Genova e a Cagliari il festival di Kyberteatro

24 Ottobre 2025

MILANO _ Ben tornato a casa Arlecchino! Nella tua città, Milano, nel tuo teatro, al Piccolo Teatro Grassi di via Rovello. Dopo una applaudita tournèe in Cina lo storico spettacolo realizzato da Giorgio Strehler, “Arlecchino servitore di due padroni” sarà in palcoscenico tutte le sere fino al 2 novembre con la nuova messa in scena di Stefano De Luca con il bravissimo Enrico Bonavera nel ruolo protagonista e i giovani diplomati della scuola del Piccolo.

Giorgio Strehler salutava così la maschera allora interpretata dall’indimenticabile Ferruccio Soleri: Arlecchino è sempre rinato dalle sue ceneri, mai identico, sempre in movimento”, La nuova edizione è andata in scena in prima, il 24 luglio del 2024, esattamente lo stesso in cui lo spettacolo prendeva il via nel 1947, a chiusura della Stagione della Stagione inaugurale di via Rovello. Da allora a oggi sono oltre 3.000 le recite contate e 50 i Paesi attraversati dallo spettacolo simbolo del Piccolo, incarnato, fino al 2018, da Ferruccio Soleri, vincitore del Guinness dei Primati per la più lunga performance di teatro nello stesso ruolo. Ora nei panni di Arlecchino è appunto Enrico Bonavera, affiancato dal Brighella di Andrea Coppone (in alcune recite, i due zanni si scambiano i ruoli).

Secondo Claudio Longhi direttore artistico del Piccolo uno dei segreti di questa longevità “si annida in un (apparente) paradosso. Come ha evidenziato lo studioso Paolo Bosisio, Goldoni è sì l’artefice della “liquidazione” dell’Improvvisa, ormai nella sua fase decadente, ma, d’altro canto, mostra una manifesta fascinazione per la Commedia dell’Arte delle origini, in cui individua la possibilità di una «rappresentazione ricca di spirito» sostenuta da «una prepotente teatralità». Caratteristiche, queste ultime, che si incarnano, in particolare, nell’Arlecchino, restituendoci l’essenza della Commedia dell’Arte: la sua natura universale, una sorta di “esperanto” capace di intersecare le varie latitudini del nostro pianeta”.

Una scena da “L’analfabeta” da Ágota Kristóf a cura di Fanny&Alexander e Federica Fracassi al Teatro Studio Melato di Milano. La regia è di Luigi Noah De Angelis.(Fotografia di Masiar Pasquali)

E ad Arlecchino è dedicata una installazione originale site specific realizzata dal light artist Angelo Bonello. Si può visitare nello spazio del Chiostro intitolato all’attrice Ave Ninchi ed è “una scultura di luce e legno che riproduce le fattezze di Arlecchino e vuole essere, nell’immaginazione dell’artista, un omaggio alla Commedia dell’Arte e una metafora della complessità dell’uomo contemporaneo. Su un piedistallo di legno antico, spartano, che evoca le origini umili della Commedia dell’Arte, si leva un Arlecchino moderno, luminoso, colto nell’atto di un’acrobazia impossibile: tenere in equilibrio il bene e il male del mondo, in una giocoleria di lettere e simboli, che diventano parole e significati. Tutta la parte lignea, palco, cavalletti e fondale, sarà illuminata in controluce”.

Nelle stesse date, ma nel Teatro Studio Melato, fino al 2 novembre si può seguire anche lo spettacolo di Fanny & Alexander e Federica Fracassi, “L’analfabeta” da Ágota Kristóf.Impersonata proprio dall’attrice Fracassi tratto dai testi della scrittrice costretta ad esprimersi in una lingua “imposta dal caso, dalle circostanze”. Racconta di una operaia in una fabbrica di orologi in Svizzera. Ágota non conosce la lingua del posto, ma scrive e pensa “in quell’idioma ignoto, che le è nemico. La donna racconta la sua storia che è “una storia di esilio, di sradicamento, di atrocità. Vorrebbe dire qualcosa di sé, ma per farlo deve inventarsi delle maschere. E così, inaspettatamente, ci troviamo nei suoi romanzi. Ágota diventa di volta in volta Lucas, Claus, Sandor, Line… Ma solo per un attimo. Siamo dentro a un sogno oppure al centro di un ricordo della sua infanzia?”. Traduzione ed adattamento di Chiara Legani. Regia di Luigi Noah De Angelis.

Una veduta del pubblico al Teatro Strehler di Milano dove si tiene il convegno “Interesse pubblico. I pubblici della Milano che cambia” con cui il Piccolo avvia un osservatorio triennale sul pubblico teatrale

E, restando ancora al Piccolo, da non perdere le due giornate, del 24 e 25 ottobre del convegno “Interesse pubblico. I pubblici della Milano che cambia”. Con questa iniziativa il Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa avvia un osservatorio triennale sul pubblico teatrale, con l’obiettivo di creare uno spazio di confronto, analisi e visione condivisa sul ruolo dello spettatore oggi e sulle trasformazioni nel modo di guardare, abitare e condividere il teatro.

Il percorso prende avvio con una prima riflessione dedicata alla composizione del pubblico milanese, per poi ampliare lo sguardo al pubblico internazionale nel maggio 2026, in occasione del Festival “Presente Indicativo-Crocevia Milano, e concludersi nel 2027, con un confronto finale sul pubblico a livello nazionale, durante le celebrazioni per l’80° anniversario della fondazione del Piccolo. Le sessioni sono aperte al pubblico e coordinate da Alberto Bentoglio dell’Università Studi di Milano (prenotarsi su piccoloteatro.org).

Specchio della città che è chiamato a rappresentare, il teatro diventa in questo modo luogo dove “vivono interazioni plurali e diversificate tra individui e gruppi, spazio dell’incontro fra bisogni, aspettative, valori, desideri, in cui il dialogo può farsi carne. Immergendosi in questa corrente, nel tentativo di analizzare le dinamiche di significazione che ne sono alla base e gli orientamenti che ne scaturiscono, il convegno vuole promuovere un percorso di analisi e riflessione collettiva sul ruolo dello spettatore oggi e sulle trasformazioni nel modo di guardare, abitare e condividere il teatro, rideclinando in domanda aperta il motto fondativo del Piccolo Teatro: «Chi sono oggi i “tutti” e le “tutte” del “teatro d’arte per tutti”?».

Oltre la scena, la piazza. Pubblico milanese al Karmadrome. Il convegno milanese vuole aprire uno spazio di confronto e analisi condivisa sul ruolo dello spettatore oggi (Fotografia di Marta Cervone)

Ancora Milano. Sabato 25 ottobre, ore 17, al municipio 2 appuntamento con “Alla vita Desiderata”, Camminata Alchemica organizzata dal Teatro della Contraddizione nell’ambito del Festival ExPolis e della sua Stagione sperimentale. Il viaggio è riservato ad un massimo di trenta persone e più di trenta artisti in gioco.

La Camminata Alchemica “percorre, abita e illumina i luoghi della città tramite azioni performative di teatro, di musica, danza che esplorano l’anima individuale, sociale e politica della citt, la sua bellezza e la sua disumanità. Un diverso modo di guardare e abitare la città che apre visioni inedite. L’arte esce dai luoghi protetti, si espone in alchimia con la città, rischia l’incontro con il real, perde i suoi confini in una città impossibile da immaginare, imprevista, in un “potrebbe succedere” sempre presente”.

Debutti e Stagioni

Ha debuttato in prima assoluta al “Romaeuropa Festival”- e dove resta in replica sino al 26 ottobre – in corealizzazione con La Fabbrica dell’Attore, presso il Teatro Vascello di Roma, la nuova creatura di Motus, “Frankenstein_diptych (love story + history of hate)”, ideato e diretto da Daniela Nicolò ed Enrico Casagrande.

Per la prima volta riuniti in forma di dittico, i due capitoli del progetto dedicato alla figura di Frankenstein affrontano “le polarità dell’esistenza umana – amore e odio, creazione e distruzione, desiderio e rifiuto – e interrogano le fragilità che definiscono la nostra condizione contemporanea, affondando su cosa significa sentirsi fuori dal mondo”. Il dittico riunisce le due parti dello studio sulla figura del protagonista del romanzo di Mary Shelley,”Love story” e “History of hate”. “Frankenstein_diptych (love story + history of hate)” è “un’indagine politica e viscerale: il mostro non nasce, ma viene fatto nascere da una comunità incapace di riconoscerlo. In questo specchio oscuro si riflette l’attualità di un mondo che respinge, discrimina e produce nuove marginalità, mentre le creature di Motus continuano a cercare, ostinatamente, un posto nel mondo, perché è sui confini che i mostri proliferano, tra i mondi”.

Silvia Calderoni nel dittico teatrale “Frankenstein_diptych (love story + history of hate)” dei Motus a cura di Daniela Nicolò ed Enrico Casagrande al debutto al Teatro Vascello di Roma (Fotografia di Andrea Macchia)

Lo spettacolo proseguirà la sua tournée al Festival delle Colline Torinesi (Torino 1-2/11/2025), al Teatro Nazionale di Genova (4-9/11/2025), al Festival TeatrOltre (Pesaro,Teatro Sperimentale 6/2/2026), a Viernulvier (Gent, Belgio 26/2/2026), all’Arena del Sole(Bologna marzo 2026). Ideazione e regia di Daniela Nicolò & Enrico Casagrande con Silvia Calderoni, Alexia Sarantopoulou ed Enrico Casagrande drammaturgia Ilenia Caleo.

A Genova la Stagione del Teatro Nazionale si è aperta nella sala Ivo Chiesa con il debutto de “Il lutto si addice a Elettra” di Eugene O’Neill, regia di Davide Livermore e un cast di livello: Elisabetta Pozzi, Linda Gennari, Paolo Pierobon, Aldo Ottobrino, Marco Foschi, Davide Niccolini, Carolina Rapillo.

Sospesa tra dramma borghese e tragedia classica, mito e psicanalisi la trama dell’opera si articola come un inquietante viaggio tra mito archetipico e moderna psicoanalisi. Questa inaugurazione di stagione è anche una dedica allo spettacolo che Luca Ronconi realizzò a Genova nel 1997, con Mariangela Melato (Christine Mannon) e Elisabetta Pozzi(Lavinia).

Altri appuntamenti entro la fine dell’anno 2025 con le produzioni e coproduzioni del Teatro Nazionale. Dal 4 al 9 novembre è la volta del gruppo Motus con il dittico dedicato al personaggio Frankenstein (al Teatro Gustavo Modena).

Dal 14 al 16 Novembre al Teatro Duse è la volta di “Lu Santo Jullare Francesco” di Dario Fo, adattamento e regia di Giorgio Gallione con Ugo Dighero.

Dal 2 al 14 dicembre, al teatro Duse, prima nazionale di “Carnage-Il dio del massacro” di Yasmine Reza, traduzione di Laura Frausin Guarino e Ena Marchi, regia di Antonio Zavatteri con Francesca Agostini, Andrea Di Casa, Alessia Giuliani e Antonio ZavatteriCommedia agra e feroce, che ha fatto il giro del mondo, a partire da Parigi, Londra e New York, diventata film di successo con la regia di Roman Polanski. Il capolavoro di Yasmine Reza “non finisce di divertire, di inquietare, di irritare: sospesa come è tra la satira violente e una empatica commiserazione per i suoi protagonisti, la commedia scritta nel 2006 ha mantenuta intatta la sua forza”. Scrive Zavatteri presentando lo spettacolo: «Il testo rivela le tensioni nascoste sotto la superficie, in una commedia estremamente divertente e crudele, dove la furia per la “mattanza” pervade i quattro protagonisti e mette chi assiste di fronte a uno specchio…»

Una suggestiva immagine da “Frankenstein-diptych (love story + history of hate)” dei Motus al debutto al Teatro Vascello di Roma e dal 4 novembre al Teatro Gustavo Modena di Genova (Fotografia di Margherita Caprili)

Dal 16 al 23 dicembre alla Sala Mercato va in scena “Sputnik sweetheart” di Mukarami Haruki, adattamento a di Francesco Biagetti e Alfonso Pedone. Interpreti: Nicoletta Cifariello, Bianca Mei, Davide Niccolini, Alfonso Pedone, Federica Trovato. Adattamento teatrale del romanzo di Haruki Murakami tuttora inedito per le scene italiane. K è un giovane maestro elementare, innamorato della sua migliore amica Sumire, giovane e ribelle aspirante scrittrice. Sumire, a sua volta, si innamora di Myu, una donna elegante e raffinata, tormentata da un passato misterioso.  I personaggi “si rincorrono senza mai toccarsi, come satelliti perduti nello spazio. L’universo cangiante, rarefatto e simbolico del grande maestro giapponese – tra i pochissimi a raccontare le profondità della solitudine e la complessità dei sentimenti umani – si delinea con tratti di profondo lirismo in un racconto a più voci che si diluisce in un’atmosfera di sogno”.

Festival

Dodicesima edizione per “Le Meraviglie del Possibile (MDP)”, il festival che Kyberteatro allestisce a Cagliari sul rapporto tra scena teatrale e nuove tecnologie con la direzione artistica di Nina Ilaria Zedda e Marco Quondamatteo, “Tradizioni digitali” è il tema di questo anno che fino la 23 novembre proporrà incontri e spettacoli. Il festival, dice Nina Ilaria Zedda “vuole riflettere sullo storico e sul futuro del teatro multimediale. Un passaggio necessario per innovare e potenziare la mission e l’offerta transmediale sempre più dedicata alla Gen Z, per connetterla maggiormente alle questioni della contemporaneità. Concepito fin d’all’origine per offrire al pubblico un’esperienza innovativa, partecipativa e formativa, il festival LMDP intende rispondere creativamente alla ‘vocazione digitale’ della città”. Dopo le anteprime tenute nei giorni scorsi con la performance multimediale “Onda”in collaborazione con Cajka e Crogiuolo e lo spettacolo “Moby Dick” (Compagnia Garcia Lorca) il festival accoglie questi giorni la compagnia catalana di Girona, Sargantana che porta in scena “Diogenes Garten” performance teatrale con visori, con Jordi Pérez i Soldevila (drammaturgia e regia), Alba Rosa (audiovisivo e performance) e Annika Sillander (produzione). Diogenes Garten è una performance immersiva in realtà virtuale (VR) che esplora il concetto di Europa attraverso miti e testi che ne definiscono l’identità. Attraverso un linguaggio artistico accessibile, la performance invita a riflettere criticamente sul passato per immaginare il futuro dell’Europa. Gli spettatori, con visori VR, diventano parte attiva della storia, guidati da attori nel mondo fisico e digitale. La narrazione segue il personaggio di Diogene in un viaggio attraverso diversi mondi simbolici.

Jordi Perez regista della compagnia catalana Sargantana questi giorni al festival dedicato alla scena e alle nuove tecnologie allestito dalla compagnia Kyberteatro a Cagliari con lo spettacolo “Diogenes Garten”

Orchestrating Spaces” è il “dispositivo performativo” che andrà in scena allo Spazio Domosc venerdì 31 ottobre. Il Festival ospita, in collaborazione con Carovana SMI, il progetto vincitore della Call “Perform Europe”, sostenuto dall’Unione Europea, del duo composto dalle danzatrici Giovanna Rovedo e Sharon Estacio
“Orchestrating Spaces” è una ricerca performativa sul senso di appartenenza che cerca nuove possibilità per esaminare il valore dei ruoli sociali in relazione allo spazio, abitato o attraversato.

La compagnia marchigiana Pallksch propone invece il 7 novembre il talk “Ailove”. Nel contesto attuale, segnato da una crescente digitalizzazione della vita quotidiana, “la sessualità è sempre più connessa alla pornografia e alle sue dinamiche di rappresentazione, consumo e archiviazione. Il porno è oggi uno dei principali luoghi in cui i desideri vengono stimolati, rappresentati e trasformati in merce. In questo processo, le preferenze individuali non restano confinate nella sfera privata: vengono raccolte, elaborate e trasformate in dati da algoritmi e Intelligenze Artificiali, che le reinseriscono nel ciclo continuo della produzione e del consumo di contenuti. L’incontro serve per introdurre lo spettacolo “”Ai<3” pensato come un momento di preparazione e di apertura critica, durante il quale verranno “introdotti i principali temi del lavoro: il rapporto tra pornografia e IA, la trasformazione del desiderio in dato, la manipolazione algoritmica delle preferenze, ma anche le implicazioni affettive, educative e culturali”.

Il Festival proseguirà, il 15 novembre con lo spettacolo di teatro e video mapping “Il Salto”, coproduzione Sipario Blu e L’Aquilone di Viviana/Kyberteatro, e mercoledì 19 alle 10 con “Pixel and performing arts” performance di teatro-scienza e nuove tecnologie per l’infanzia (Kyber Teatro). La XII edizione de Le Meraviglie Del Possibile si chiuderà il 23 novembre, alle 18, con “Unghie e crisi” spettacolo di teatro di genere e video mapping prodotto da L’Aquilone di Viviana. Lo spettacolo è realizzato nell’ambito de “Il mondo salvato dalle ragazzine”, rassegna nazionale della Compagnia Madè in collaborazione con Illumina, Rete Nazionale per la Parità di Genere nelle Arti Performative.

Gli spettatori interagiscono con i visori di Realtà virtuale durante lo spettacolo teatrale “Diogenes Garten” della compagnia catalana Sargantana ospite del festival “Le Meraviglie del Possibile” di Kyberteatro a Cagliari
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