Teatro

“Colpi di scena”, il teatro contemporaneo è in vetrina a Forlì

17 Settembre 2025

FORLÌ _ Alle radici del contemporaneo. C’è una vetrina che da qualche edizione, con cadenza biennale, offre una affidabile ricognizione su quanto si muove nella scena teatrale, tra novità e ricerca: uno sguardo non banale che aiuta a capire tendenze e problematiche. E’ “Colpi di scena”, rassegna giunta alla sua terza edizione allestita da Accademia Perduta/Romagna teatri, centro di produzione e Ater fondazione, sostenuta dal Comune e dalla Cassa dei Risparmi di Forlì dal 22 al 25 settembre a Forlì nei suoi teatri. Tra anteprime (undici) e prime saranno sedici appuntamenti a popolare un programma che nella pratica intendono sostenere “progettualità, visibilità e circuitazione della scena emergente nazionale e dei suoi Artisti, composito ensemble di formazioni, drammaturghi, registi, interpreti e maestranze che orienta all’innovazione e alla contemporaneità la propria energia culturale, fatta di lavoro, visioni, ispirazioni, creatività e saperi”. Gli spettacoli, selezionati da Claudio Casadio e Ruggero Sintoni sono “opere che osservano e interpretano, pur nella sua complessa lettura, il presente, mettendo in scena e in discussione temi attuali, urgenti, universali quali lavoro, amore e sessualità, abissi e resilienze dell’essere umano, contestualizzati in un mondo che evolve rapidamente e continuamente le proprie tesi e antitesi”. Di scena: Carrozzeria Orfeo, Niccolò Fettarappa e Nicola Borghesi, Cranpicon gli spettacoli di Gabriele Paolocà, Claudia Marsicano, Fabio Antonelli e di Gioia Salvatori, Masque Teatro, 369gradi, Gruppo della Creta, Les Moustaches, Agnese Fallongo e Tiziano Caputo, Manifatture Teatrali Milanesi, bestfriend-teatro di Giuseppe Tantillo e Valentina Carli, servomutoTeatro e Liberaimago, Studio Doiz, Collettivo Clochart, Stivalaccio Teatro, Lorenzo Garozzo e Massimiliano Burini. I loro spettacoli si potranno seguire negli spazi dei teatri Diego Fabbri, Piccolo, Testori, ExAtr, Felix Guattari a Forlì e al teatro Masini di Faenza. A complemento del momento spettacolare si terrà “Lavoro teatrale oggi”, momento di incontro dei teatranti con la studiosa Renata Molinari. Nei giorni del festival il critico Michele Pascarella terrà un osservatorio aperto a tutti per “raccontare il teatro contemporaneo con occhi nuovi e da diverse prospettive”.

Una scena da “Misurare il salto delle rane” di Gabriele di Luca messo in scena al festival biennale “Colpi di scena” a Forlì in prima nazionale, dalla compagnia Carrozzeria Orfeo (Fotografia di S.Infantino)

A sollevare ufficialmente il sipario sulla rassegna, lunedì pomeriggio alle 15 al teatro “Diego Fabbri”, sarà il nuovo lavoro della Carrozzeria Orfeo, coprodotto con Accademia Perduta “Misurare il salto delle rane” scritto da Gabriele di Luca , anche regista in tandem con Massimiliano Setti. Spettacolo ambientato in un paese di pescatori degli anni Novanta è una dark commedy in cui sono protagoniste tre donne di differenti generazioni “unite da un tragico lutto avvenuto vent’anni prima e ancora avvolto in un’aura di mistero”. Cuore della narrazione è il femminile. “Le manifestazioni della violenza e dell’oppressione verso le donne, endemiche nei contesti rurali dell’epoca, affiorano nel tessuto sociale della comunità con modalità sottili ma pervasive. I personaggi maschili incarnano quasi invariabilmente figure di minaccia o fallimento”. Lo spettacolo analizza le contraddizioni del vivere quotidiano: la pesantezza e la leggerezza, il dolore e il riso, il radicamento e il desiderio di evasione. In questo modo

Carrozzeria Orfeo costruisce un racconto intimo, in cui la gravità del dolore si affianca alla leggerezza dell’ironia”. In scena: Elsa Bossi, Marina Occhionero e Chiara Stoppa.

A indagare sul tema del “femminile” anche il testo di Pier Lorenzo Pisano in “Scatenare gli incendi” messo in scena in prima nazionale dal Gruppo della Creta, primo gradino di un progetto più ampio intitolato “Nelle puntate precedenti” in cui tre generazioni di donne di “una famiglia “spaccata” riflettono sulle proprie e altrui colpe, trovando il modo di andare avanti”. Una storia che nell’arco della serie attraverserà gli anni ’70 fino ai giorni nostri, ambientato in un vecchio casale. Inizia con una festa, con la famiglia riunita. Prima che tutti smettessero di parlarsi… Con Laura Pannia, Federica Dordei, Daniela Giovanetti, Alessio Esposito, Matteo Baronchelli, Amedeo Monda (Teatro Testori, martedì alle 15,30).

Personaggio femminile per eccellenza è quello raccontato dal grande Gustave Flaubert, “Bovary”, protagonista della pièce prodotta da Manifatture Teatrali Milanesi, ideato e diretto da Stefano Cordella – e visto in anteprima al recente Kilowatt- che racconta Emma Bovary come “un’anti-eroina, ribelle, inquieta, decadente, che non vuole accettare la mediocrità della vita borghese a cui è destinata”. In scena Anahì Traversi e Pietro Pascalis. In prima nazionale mercoledì 24 settembre alle ore 14 al Teatro Fabbri.

Anahi Traversi e Pietro De Pascalis in “Bovary” dal romanzo di Gustave Flaubert con la regia di Stefano Cordella. Dopo l’anteprima a Kilowatt approda in prima nazionale a Forlì  (Fotografia di Luca Del Pia)

Anche Stivalaccio Teatro con la Prima Nazionale di Pasta madre” di Sara Allevi, solitaria in scena (regia curata assieme a Michele Mori) parla di donne, rendendo omaggio alla loro forza con una storia ambientata nella Roma degli anni della dittatura fascista, dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale e dell’occupazione tedesca. “Pasta madre” è un omaggio alla “forza delle donne, al nutrimento che attraversa le generazioni, alla storia che vive nelle cose semplici, nei gesti quotidiani, nei luoghi che ricordano anche quando sembrano dimenticati”. Prima nazionale giovedì 25 settembre al Teatro Piccolo alle ore 15,30.

Altra prima nazionale per un lavoro incentrato sul tema femminile è quello di Masque Teatro, con Eleonora Sedioli: “E di tutti i volti dimenticati”. Una giovane donna rientra in casa. Dalla poltrona al tavolo, un bicchier d’acqua. Frenesia disarticolata. Eccola in piedi, il corpo ripiegato, le membra rotanti, il bacino quasi centro di un uragano, im­mobile, ad ingaggiare una lotta: con sé stessa, con lo spirito che la possiede, con il tormento irrisolto? Inquietudine. Inquietudine. Inquietudine. Un graffito nel vuoto, che è il nostro vuoto…” Ideazione, scene e luci di Lorenzo Bazzocchi. (Teatro Felix Guattari, lunedì 22 settembre ore 19).

Dedicato al lavoro dell’artista.

Niccolò Fettarappa e Nicola Borghesi, attori e autori, in “Uno spettacolo italiano” interrogandosi sulla situazione politica nazionale con l’unico strumento a loro disposizione: fare teatro. Sono cambiati gli scenari e non capiscono come si possono fare degli spettacoli di destra. Anche perché, “se a sinistra lo spazio è poco e molta la concorrenza, a destra ci sono praterie. Il problema è che loro, la destra, non la conoscono bene. Cercano allora di capire come si faccia, uno spettacolo così. Si domandano cosa sia, la destra, che confini abbia. Studiano, si informano, immaginano, fantasticano. Ci provano….” (Ex Atr, lunedì 22 settembre ore 17,15).

Sul tema del lavoro del teatrante anche “Circo Paradiso”, nuovo spettacolo di Agnese Fallongo, Tiziano Caputo, Adriano Evangelisti e Raffaele Latagliata, presentato in anteprima e co-prodotto dal Teatro de Gli Incamminati. Lo spettacolo affronta in modo ironico e poetico la vecchiaia dell’artista, ed è “un inno al lavoro dello spettacolo dal vivo, attraverso il racconto della vita di due famosi artisti circensi, oggi anziani, che con ironia e poesia raccontano al pubblico i capitoli più significativi della loro relazione, professionale e sentimentale”. In scena Agnese Fallongo e Tiziano Caputo. Regia di Adriano Evangelisti e Raffaele Latagliata. Drammaturgia di Agnese Fallongo. Musiche di Tiziano Caputo. (Teatro Diego Fabbri, martedì 23 settembre, ore 19).

Nicola Borghesi e Niccolò Fettarappa sono interpreti e autori di “Uno spettacolo italiano”. Lo spettacolo nel programma di “Colpi di scena”  si interroga sull’attuale situazione politica  italiana (Fotografia di Michele Lapini)

Amore e sessualità

Il tema è centrale in “Several Love’s Request” di 369 gradi, concept di Pietro Angelini in scena con Pietro Turano. Un’indagine performativa sui desideri erotici e romantici maschili, nata dall’attraversamento delle videochat online. “Slanci, sfoghi, paure e segreti confidati a mezza bocca fra estranei, tradiscono le svariate richieste d’amore da cui emerge l’incosciente bisogno di uno spazio di confronto intimo tra maschi. Perché qui tutto parla di uomini ma fra uomini non si parla”. (ExAtr, in anteprima, martedì 23, ore 14).

Vibro d’amore” del Collettivo Clochart è uno spettacolo che “esplora la sessualità e l’amore nelle persone con disabilità, sfidando i preconcetti e rompendo i tabù che circondano questo argomento spesso trascurato. La storia segue un gruppo di personaggi diversi, ognuno con la propria disabilità, che affrontano le sfide della vita amorosa e sessuale”. Regia e drammaturgia di Michele Comite, coreografie di Ilary Anghileri, interpreti: Giorgia Benassi, Viviana Pecchin, Stefania Favero (Teatro Testori, giovedì 25 settembre ore 14)

La natura dell’essere umano

Il tema, di carattere universale, è naturalmente presente in modo trasversale in tutti gli spettacoli in scena a “Colpo di Scena) ma in alcuni di questi sono proprio l’elemento centrale dell’allestimento.

E’ il caso di “Bianco” di Bestfriend teatro, scritto da Giuseppe Tantillo interprete sulla scena con Valentina Carli. Lo spettacolo prodotto da Accademia Perduta racconta “l’incontro tra due anime nel reparto oncologico di un ospedale che, per potersi afferrare, devono prima di tutto riuscire a restare attaccate ai propri corpi. Sarà possibile per queste due anime immaginare un futuro senza la certezza di averlo?” (Teatro Piccolo, mercoledì 24 settembre, ore 16).

Un momento dello spettacolo “Vibro d’amore” del Collettivo Clochart che esplora la sessualità e l’amore delle persone con disabilità. Regia e drammaturgia di Michele Coite, coreografie di Ilary Anghileri

Usando il linguaggio del musical Gabriele Paolocà ha scritto e diretto “La diva del Bataclan”, interpretato dall’artista e performer Claudia Marsicano con Claudio Correddu e le musiche originali di Fabio Antonelli. L’allestimento affronta il tema delle false vittime degli attentati terroristici di Parigi del 2015. Paolocà ha scritto un’allucinazione musicale per reinterpretare in forma scenica un fatto di cronaca che tanto racconta degli abissi dell’umanità del ventunesimo secolo (Teatro Diego Fabbri, lunedì 22 settembre, ore 21,30).

Anche Gioia Salvatori con Avere una brutta natura”, presentato in Prima nazionale, con ironia feroce e cinismo, compie un viaggio intorno alle continue manie di protagonismo dell’essere umano. In scena con Gioia Salvatori, i musicisti Simone Alessandrini, Iacopo Schiavo, Valerio Vantaggio. Messa in scena di Fabiana Iacozzilli, musiche originali di Simone Alessandrini In prima nazionale (Teatro Masini, Faenza, mercoledì 24 settembre ore 20)

Culto della personalità in primo piano in “J.T.B.), spettacolo di Lorenzo Garozzo, in anteprima nazionale, “un testo complesso, una parabola spietata, un primissimo piano sulla decadenza dei nostri giorni e sul culto della celebrità, rivelazione e al tempo stesso esasperazione del vuoto delle relazioni, dell’iper-produttività e del narcisismo che portano ad un isolamento dell’individuo. È un testo che ci pone davanti ad un enorme interrogativo sul valore e sul concetto di reale, in un’era della comunicazione virtuale dove i fatti scompaiono e cedono il posto ad una apparenza che è il loro esatto contrario”. Regia di Massimiliano Burini, assistente dramaturg Giuseppe Albert Montalto. (Teatro Diego Fabbri, giovedì 25 settembre, ore 17,30).

Sceglie il registro brillante invece Ombrelloni”, presentato in Prima nazionale, scritto daIacopo Gardelli, interpretato da Lorenzo Carpinelli, accompagnato da musiche dal vivo di Giacomo Toschi e co-prodotto da Studio Doiz e Accademia Perduta. Attraverso le storie che si intrecciano nel fittizio stabilimento balneare per famiglie Kursaal, “Ombrelloni”racconta illusioni e ossessioni di un Paese, il nostro, che dà il suo meglio e il suo peggio in vacanza. (Teatro Felix Guattari, giovedì 25 settembre, ore 11)

Al festival teatrale “Colpi di scena” di Forlì c’è anche la prima nazionale per lo spettacolo della compagnia Stivalaccio Teatro, “Pasta madre” di e con Sara Allevi, regia  a cura di Michele Mori

Lo spettacolo De/Frammentazione di Dramma Assoluto”, pièce di Fabio Pisano, diretta da Michele Segreto e prodotta da ServomutoTeatro e Liberaimago, racconta di due amici e una moglie, un figlio desiderato che non può arrivare, finzioni e verità. “Una “storia di impossibilità” che un “didascalista” può forse rendere possibile”. (Teatro Testori, mercoledì 24 settembre, ore 18)

La Fame: la parabola dell’uomo che fece tutto per amore” nuovissima produzione di Accademia Perduta, portata in scena da Les Moustaches, scritta da Alberto Fumagalli che ne è anche interprete con Chiara Liotta e regista con Ludovica D’Auria racconta di “ancestrali parabole di coppia dominate da azioni violente e ferocemente umane, di bene e male, di bello e brutto”. (Teatro Piccolo, martedì 23 settembre ore 17).

Fin qui gli spettacoli e i protagonisti. Cioè attori, registi, tecnici e operatori. Tutto quanto insomma contribuisce a far girare e crescere la macchina del teatro, tanto più delicata e difficile quanto è quella che guarda al contemporaneo. Merito di “Colpi di scena” quella di selezionare e mostrare a organizzatori, critici e pubblico, spettacoli non solo come novità assolute ma anche di ripescare quelli che hanno avuto scarsa fortuna nel circuitare. In questo modo si scoprono persino delle perle. Come è stato la scorsa edizione, nel caso di alcuni lavori, ma in particolare di “Dov’è la Vittoria” un piccolo gioiello di costruzione e interpretazione a cura di una giovane e preparata compagnia campana, collettivo BeStand che ha avuto il merito (o la sfortuna?) di indagare e mettere in scena gli inizi e l’ascesa dell’attuale presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Uno spettacolo fresco e godibile sul piano spettacolare e intelligente e stimolante su quello dei contenuti e per la riflessione sulla macchina della politica che ha avuto molti applausi dal vivo e poi scarso seguito nei fatti in termini di resoconti e circuitazione. Come dire, anche nel teatro, al di là della bravura, conta il coraggio. E quello, per quanto riguarda  operatori e critici, o lo hai oppure no.

La natura dell’essere umano al centro di “Bianco” di Bestfriend Teatro prodotto da Accademia Perduta e scritto da Giuseppe Tantillo con l’interpretazione di Valentina Carli e Giuseppe Tantillo (Fotografia di Manuela Giusto)
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