Teatro

La nave dei folli è il mondo

A Catania la coreografia di Toula Limnaios ispirata alla celebre pittura di Bosch

8 Novembre 2025

C’è sempre qualche rischio importante quando si prova a tradurre un’opera d’arte da un linguaggio artistico a un altro e/o da una dimensione culturale e spazio temporale ad un’altra: da una parte si rischia una fedeltà sterile e spesso presuntuosa, che da sola non basta mai a sostanziare una creazione artistica viva, dall’altra si rischia un rapporto poco o affatto consapevole che spesso sfocia in un dialogo artistico debole e in un esito non (o non del tutto) convincente.

Raccontiamo di La nef des fols coreografia della compagnia della coreografa greco-tedesca Toula Limnaios che si è vista a Catania, nel contesto della stagione di danza contemporanea di Scenario Pubblico il 25 e il 26 ottobre scorsi. Ovviamente il concept, la coreografia e le scene sono della stessa Limnaios, in scena a danzare (ma giustamente la coreografa li indica come collaboratori nella creazione) ci sono Hironori Sugata, Daniel Afonso, Francesca Bedin, Félix Deepen, Karolina Kardasz, Enno Kleinehanding, Amandine Lamouroux, Alessia Vinotto; le musiche sono di Ralf R. Ollertz. Qual è il termine di comparazione dunque in questo caso? Qual è l’opera d’arte a cui molto probabilmente ci si è ispirati?

Probabilmente il celebre dipinto di Hieronymus Bosch (datato agli ultimissimi anni del ‘400), ma è anche vero che quest’opera afferisce a un filone artistico e concettuale molto antico, ricchissimo di senso e molto fertile, indipendentemente da Bosch: da Platone, che forse per primo ha usato questa metafora, alla celebre satira di Brant (coeva al capolavoro di Bosch), dalla concettualizzazione di Erasmo da Rotterdam e, di ramo in ramo, al pensiero di Foucault nel 900.

«La nef des fols ci permette di pensare in diverse direzioni – riflette e spiega la coreografa -. Non è chiaro se i protagonisti rappresentino una società esuberante che naviga avidamente su una nave senza pilota e che ha già perso la rotta, o se stiano cercando di sfuggire al disastro e al pericolo. Nel loro viaggio verso l’ignoto, soggetti al paradosso della totale libertà e della completa prigionia allo stesso tempo, si sforzano freneticamente di andare avanti. In un’allegoria quasi surrealista dei vizi del nostro tempo, cie. toula limnaios cerca l’elemento che crea comunità in un mondo sempre più spietato. La violenza si mescola a momenti di luce e di speranza, mentre, nonostante la tragedia, le immagini poetiche hanno sempre un fondo di bellezza».

Non c’è molto altro da aggiungere per capire e apprezzare la densità concettuale di questa operazione, se non sottolineare da una parte il dato della grande sensibilità e della solidità dei performers e dall’altra quella che sembra invece la sua fragilità maggiore, ovvero la gestione eccessivamente “aperta” e “lasca” dello spazio scenico che sembra poco convinta (e conseguentemente poco convincente) e non aderisce a quello che forse è il dato centrale del dipinto di Bosch e, in generale, della metafora della nave dei folli: ovvero il disperato affollamento della nave dei folli – di qualsiasi natura siano questi folli e qualsiasi intento essi possano avere -. Un’esiziale concentrazione di anime e di corpi in uno spazio estremamente limitato, esiguo, strutturalmente fragile e pericoloso. Uno spazio da cui certo non si può fuggire e che, proprio per la sua finitezza, azzera, distorce oppure, follemente, rappresenta come follia qualsiasi prospettiva di libertà individuale che non tenga conto del destino comune dell’umanità dentro fragile navicella del mondo.

La nef des fols. Catania, Scenario Pubblico 25 e 26 ottobre 2025. Concept/Choreography/Space: Toula Limnaios | Music: Ralf R. Ollertz | Dance/Creation: Hironori Sugata, Daniel Afonso, Francesca Bedin, Félix Deepen, Karolina Kardasz, Enno Kleinehanding, Amandine Lamouroux, Alessia Vinotto | Assistance: Alice Gaspari | Costumes: Toula Limnaios, Kristina Weiß-Busch | Technical Director/Light Design: Felix Grimm | Lighting & Stage Technics: Domenik Engemann, Jan Römer | Public Relations: Sarah Böhmer | Touring/Cooperations: Marie Schmieder. Crediti fotografici di Ralf-Kokemuller.

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