Teatro
Teatro e gastronomia, a Spoleto c’è il festival “Eat”
SPOLETO _ A tavola. Il teatro è servito. Scena e gastronomia, abbinamento che intriga e richiama il desiderio di esplorare inediti confini culturali, è il cuore di “Eat”, ovvero “Enogastronomia a teatro”, quarta edizione di un singolare festival che si tiene in una città d’arte per eccellenza come Spoleto dal 4 al 7 dicembre organizzata da Anna Setteposte in collaborazione con il Comune e un pugno di sponsor privati. Spazi privilegiati saranno il Teatro Caio Melisso e il Teatrino delle Sei dove per i quattro giorni accanto agli spettacolo si terranno degustazioni e promozione di eccellenze enogastronomiche nazionali.
Il via (4 dicembre) con l’anteprima nazionale di “Mama I’m, Coming Home” della Compagnia di Alessandro Sesti e Debora Contini. Al centro le vicende di una donna diventata madre negli anni del primo boom economico nazionale, tra patriarcato e timore di Dio e la conflittualità con un figlio che ha assorbito la globalizzazione e immagina infiniti possibili. La madre, “costretta a comprendere il cambiamento sociale in atto, genererà un modo per parlare dell’universo femminile nella maniera in cui era inteso negli anni ’60 del nostro Paese, dalla violenza di genere alle disuguaglianze che ancora oggi permeano la società attuale…”. Durante lo spettacolo gli spettatori potranno gustare una serie di piatti della tradizione umbra.
Il 5 dicembre al Caio Melisso si parte (alle 19) con “Emozioni da bere” ( prodotto da Marche Teatro) un aperitivo durante il quale “si ride, si riflette, si gioca e si brinda! Cocktail realizzati ad hoc, ognuno ispirato a un’emozione diversa. Regia, drammaturgia e interpretazione di Daniele Vagnozzi, con supervisione alla regia di Alessandro Savarese.Costume e oggetti di scena a cura di Stefania Cempini, mentre l’ideazione dei cocktail è di Sebastian Lombardo/Raval.

Si prosegue alle 21,15 con il popolare comico Vito in “L’altezza delle lasagne”, un monologo di sopravvivenza gastronomica a cura di Francesco Freyrie e Andrea Zalone. In questo suo nuovo one man Show Vito porta il pubblico su un terreno a lui caro, quello del cibo e della cucina, in “un excursus esilarante e spietato sul malsano e preverso rapporto tra l’uomo e il piano cottura”. Vito si chiede tra l’altro perché “è scomparsa la rucola e siamo invasi dall’avocado? Chi ha deciso che non serve più la mezzaluna?Cosa ha trasformato il semplice gesto di nutrirsi in una nuova religione? Da quando l’uomo ha smesso di fare da mangiare e si è trasformato in Chef?” E infine: “si può preparare una torta di mele eco-sostenibile senza sfruttare l’ambiente?”
Sabato mattina alle 12, presso lo spazio della Cooperativa il Cerchio, l’appuntamento da non perdere è con una teatrante di razza come Mariella Fabbris, già tra i fondatori del mitico Teatro Settimo (che purtroppo ha chiuso da anni i battenti) e oggi diventata una instancabile globetrotter, con la sua arte di consumata attrice, percorrendo la penisola con i suoi straordinari pezzi di teatro e gastronomia. Mentre è indaffarata a preparare e cucinare gli gnocchi o le deliziose acciughe racconta storie che spuntano tra le pagine di raconti di Tabucchi ed Orengo. Racconti che i due scrittori hanno donato alla teatrante “con l’invito a riscoprire le cose buone e semplici. Reimparando magari ciò che è stato dimenticato nel rapporto con la natura. Lettere, poesia, teatro e cucina”. Lo spettacolo “Cibo angelico”… e gli gnocchi (di tre varietà) sono imperdibili.

Al Teatrino delle 6 è invece di scena (alle 12,45) la performer di origine italo-brasiliana Gabriella Salvaterra e il suo Sense Specific Theatre con l’originale “La Ultima Vez, la cena clandestina”. Così osserva l’artista: “Quando le persone si riuniscono attorno ad un tavolo molto spesso parlano delle loro vite, ma non capisco perché quasi sempre parlano delle loro prime volte. Questa notte propongo il contrario; ricordare, celebrare le ultime volte della nostra vita, perché per me sono le più belle e le più importanti”. Lo spettacolo “supera i limiti tradizionali del teatro, integrando in un’esperienza poetica il cibo, la narrazione, la musica e la memoria dei nostri corpi”. “La Ultima Vez” viene replicato anche alle 19,45 e la domenica 7 alle ore 12,30).
Al Caio Melisso (ore 16,45) si disserta sul vino bianco trebbiano. Anzi “I Trebbiani” una degustazione guidata dai giornalisti enogastronomi Antonio Boco e Giuseppe Carrus. Trebbiano un vino “da varietà bistratta, derisa, camuffata, ritenuta buona solo per quantità e prodotti da taglio, a uva capace di vini contemporanei e attraenti, ad alto tasso di originalità e dalle molteplici declinazioni…”
Alle ore 21, stesso spazio, è la volta del Food Ensemble di Francesco Sarcone, sound designer, Andrea Reverberi, chef sperimentatore e Marco Chiussi, sous chef e sommelier in “Il concerto che puoi mangiare”, anteprima di “Traccia Umbria” dello chef Tommaso Tonioni, Arso ristorante. Si tratta di “una composizione sonora eseguita con i suoni del cibo. Cinque piatti ideati ad hoc si fondono con cinque tracce sonore: musica elettronica che trae ispirazione e materia viva dai piatti preparati sul palco”.

Domenica 7 dicembre ultima giornata, il festival si apre alle 10,30 con una matinée al cinema Pegasus con una colazione e la proiezione del film “Il gusto delle cose”, diretto da Tran Anh Hung con Juliette Binoche, Benoit Magimel, Emanuel Salinger, Patrick D’Assumcao, Galàtea Bellugi (Francia 2023).
Altra colazione quella proposta (ore 10,30) al Caio Melisso e destinato agli spettatori più piccoli. “Shakespeare a colazione” , ispirato dal celebre “Shakespeare for Breakfast” del Fringe Festival di Edimburgo si avvale del teatro originale curato da Perlandra. Sul palco una sgangherata compagnia di girovaghi accompagna il pubblico in un viaggio tra sogni, amori e malintesi tratti da opere come “Il Mercante di Venezia”, “Molto rumore per nulla”, “Sogno di una notte di mezza estate”e “Pene d’amor perdute”, mentre viene servita una vera colazione con latte, succhi di frutta, cappuccino e torte….
Alle 16,30 in “Mangiare tutto” l’attore e cuoco Niccolò Califano, reduce dal programma Sky Masterchef, e lo scrittore e drammaturgo Matteo Cavezzali, raccontano “in uno spettacolo ironico e scanzonato questa passione/patologia che colpisce ogni italiano: la mania per la cucina. Dalle liti per la miglior ricetta, alle battaglie per la “vera” tradizionale, dalla gara a chi ha avuto la nonna come cuoca migliore, dalle abbuffate per Natale e per i matrimoni, fino alla nuova passione per la cucina etnica e giapponese”. In scena Niccolò Califano e Andrea Sciamanna.
Alle 18,45 cala il sipario con “A Tavola” di e con Guido Farinelli, regia di Davide Gasparrini in cui si raccontano origini, storie, tradizioni e la mis en place delle feste. Una grande tavola, due attori e una vigilia che sta per cominciare. Mentre attendono gli ospiti, Amedeo e Piero “preparano la tavola: discutono di tovaglie, di piatti, di gesti antichi e significati nascosti. In scena si racconta e si ricorda, tra ironia e poesia, come il semplice atto del “mangiare insieme e apparecchiare la tavola” sia un rito antico, capace di rafforzare i legami e di dare forma alla memoria collettiva”.

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