Teatro
Teatro, l’invettiva dei Valdoca a Cesena e Massini svela “Donald” a Milano
A Vicenza per il Ciclo dei Classici debutta”Baccanti” di Anagoor. Firenze: Fulvio Cauteruccio rilegge “La Patente” di Pirandello. Al Teatro Ateneo di Roma “Titans” di Laskaridis apre la stagione. Latina: il coraggio del festival “Tendance” al via nonostante i tagli ministeriali
Stefano Massini, o come ti svelo l’America di Donald Trump. Dopo “Lehman Thrilogy”premiato nel 2022 con i prestigiosi Tony Award, il teatrante e scrittore toscano, fino al 19 ottobre di scena al Teatro Grassi di Milano, racconta un’altra storia stelle e strisce. Quella di “Donald”, al secolo Donald J. Trump eletto per la seconda volta Presidente degli Usa (è cioè il quarantacinquesimo e quarantasettesimo presidente americano per l’esattezza) del quale viene raccontata la genesi incredibile di leader che ha riscritto a proprio uso le regole di economia e finanza. E quelle della politica. Tra trionfi e bancarotte e un continuo succedersi di colpi di scena Stefano Massini “ripercorre la rocambolesca esistenza di un uomo che si è trasformato in icona, brand e testimonial del suo stesso successo, spingendosi ogni volta oltre il limite, in una sfida instancabile che non ammette l’ipotesi della resa, ma sempre e solo l’ebbrezza del rilancio”. Si scoprirà in questo modo come in fondo “Donald” altro non è che “la personificazione del nostro tempo, di cui esprime perfettamente il corto circuito fra realtà e reality, fra fake e fiction, persona e personaggio”.
“Donald” o “La storia molto più che leggendario di un Golden Men” di e con Stefano Massini si avvale delle scene di Paolo Di Benedetto, disegno luci di Manuel Frenda e costumi di Elena Bianchini. Le musiche originali sono di Enrico Fink eseguite da Valerio Mazzoni, Sergio Aloisio Rizzo, Jacopo Rugiadi e Gabriele Stoppa.

A lanciare un messaggio forte e un allarme sul presente del nostro tempo attraversato da bagliori di guerra, incertezza sul presente e pessimismo sul futuro è “Bestemmia” nuovo lavoro del Teatro Valdoca, opera site specific prodotta da Ert/Teatro nazionale in collaborazione con l’Arboreto, pensata per il Teatro Bonci di Cesena dove debutta e viene replicata dal 17 al 19 ottobre (venerdì e sabato alle 20,30 e domenica alle 18). In un prologo all’aperto Mariangela Gualtieri, poetessa tra le più amate in Italia, pronuncerà le parole che “in questo momento vorremo dire -affermano i teatranti – alla nostra città e al mondo”. E così continuano: “Il presente bestemmia desacralizza le parole dei pacifici e scalpita così forte coi suoi orrori. Ma c’è anche tanta bellezza”, Due sono le forze che questo spettacolo tiene assieme: “l’incanto sempre presente del selvatico del mondo e la stortura di un presente che ci travolge coi suoi sanguinamenti e macerie”.
E’ da queste idee e concetti che sono nati i versi inediti di Mariangela Gualtieri di “riflessione e condanna, insieme al non volersi consegnare a una visione catastrofica delle sorti del genere umano e della terra”. In scena i performer Silvia Calderoni, Eugenia Giancaspro, Nico Guerzoni, Giuseppe Semeraro e la stessa Mariangela Gualtieri. Completano il cast il musicista Lemno e la voce di Sara Bertolucci che lanciano “il loro dire e i loro silenzi» con una frontalità disadorna che fa parte della tradizione della compagnia e della scrittura registica di Cesare Ronconi. Per una testimonianza che «spetta al teatro e alla sua inattualità”. “Bestemmia” è il terzo movimento del percorso “correre volare pensare”.
La prima fase ha prodotto il video “Come cani, come angeli” con i versi della poetessa Ida Travi, tra i protagonisti insieme a Silvia Calderoni e Nico Guerzoni. La proiezione sarà replicata sabato 18 ottobre alle ore 17 con una introduzione del regista Cesare Ronconi che presenta il percorso triennale. Tra l’autunno del 2024 e la primavera del 2025 si è svolta la seconda fase, una mappatura di luoghi e suoni con il musicista Lemmo, il fonico Michele Bertoni e il fotografo e videomaker Pier Paolo Zimmerman.

Classico della tragedia greca in contemporaneo è “Le Baccanti” di Euripide nella rilettura curata dal collettivo Anagoor che il 18 e 19 ottobre presentano in prima nazionale al Teatro Olimpico di Vicenza all’interno del 78° Ciclo di Spettacoli Classici con la direzione artistica di Ermanna Montanari e Marco Martinelli.
Partendo dalla ricerca sullo stato di trance come strumento poetico e scenico, lo spettacolo di Anagoor indaga il senso di identità e di appartenenza: Nelle note di regia si legge come “Le Baccanti, sospese tra estasi e sovversione, si fanno portatrici di un’esperienza collettiva in cui i confini tra umano e divino si dissolvono. La loro non è solo celebrazione dell’alterità, ma un atto di trasformazione capace di mettere in discussione convenzioni sociali e strutture di potere”. Teatro come spazio di un rito di iniziazione dove “l’esperienza estetica è un incantesimo che attiva processi di trasformazione”. In questo l’allestimento Anagoor – che guida gli allievi dell’Accademia teatrale Carlo Goldoni, “immergendoli in una esperienza che unisce rito, poesia e teatro. Corpo, psiche e danza” – traduce il Mito antico in una visione contemporanea che interroga il nostro presente. Così scrivono infatti quelli di Anagoor: “questo nostro Baccanti è dunque una pratica magica curativa per un mondo malato ed arido, terra devastata e sprecata, che transita per una primavera di rabbia, furia e maledizioni, una protesta che chiede di ritrovare ciò che è andato perduto nella pretesa dell’identità, nella follia della supremazia che trascina ogni esperienza politica al fallimento”. Traduzione e collaborazione drammaturgica di Davide Susanetti. Adattamento e sovrascritture e contagi di Simone Derai, autore anche della regia e partecipe delle scelte di luci, costumi e scene. In scena: Chiara Antenucci, Laura Maria Babaian, Mosè Bächtold, Pietro Begnardi, Gaia Capelli, Daniele Capitani, Greta Nola, Luca Passera, Margherita Russo, Margherita Scotti, . Musica e sound design di Mauro Martinuz, Luci di Eva Bruno, costumi di Lauretta Salvagnin, scene di Alberto Nonnato.
A Firenze Krypton rilegge Pirandello. Dal 17 al 19 ottobre al Teatro Goldoni la compagnia metterà in scena “La Patente-”U Picciu” di Luigi Pirandello, adattamento e regia di Fulvio Cauteruccio in scena con Massimo Bevilacqua e Flavia Pezzo. Voce recitante di Ninni Bruschetta.
La figura di Rosario Chiarchiaro, reso iconico da Totò nel film del 1954 diretto da Luigi Zampa, assume in questo caso una nuova dimensione, coniugando l’uso dell’intelligenza artificiale con quella dell’attore in carne ed ossa. Vittima di un’ingiustizia, di credenze e dicerie, il Chiarchiaro di Cauteruccio si ribellerà e farà sentire la sua voce, ma “chiederà al pubblico di esercitare a sua volta la professione iettatoria. Gufando contro i mali generati dal post-capitalismo e dal buonismo ipocrita, intollerante alle differenze e amante del pensiero unico. Cauteruccio rielabora una vicenda che, sebbene ambientata negli anni Venti, risuona con la drammaticità delle problematiche contemporanee”.
Euripides Laskaridis, una delle voci più conosciute del teatro contemporaneo greco è di scena il 23 ottobre al Teatro Ateneo di Roma con lo spettacolo “Titans” una favola visionaria e grottesca che intreccia performance, danza e teatro visivo in un linguaggio fatto di ironia, metamorfosi e deformazioni poetiche. Laskaridis, autore e interprete, “esplora il rapporto tra umano e divino, tra fragilità e potere, tra il desiderio di perfezione e il fallimento che accompagna ogni tentativo di incarnarla”. “Titans” è uno spettacolo che guarda ai nostri giorni e parla “con la lingua dei miti, unendo comicità e inquietudine, leggerezza e abisso”. La programmazione del Nuovo Ateneo, diretta da Velia Papa accoglie nelle prossime iniziative la ricerca tra letteratura e dittatura del Colectivo Pierre Menard, l’esperienza partecipativa di Ontroerend Goed e Nathan Ellis, la tessitura transculturale della coreografa e cantante Sunny Kim, le coreografie di Thomas Hauert, Emio Greco, Pieter C. Scholten, Samaa Wakim e Marco Berrettini. La memoria storica e le ferite del Novecento rivivono nella potenza del racconto con Marco Baliani, la Compagnia Hékau,Rieckhof / Silva, Anacarsis Ramos e Mudar Alhaggi, mentre la tradizione più antica e rituale trova spazio nel Nāṅgīār Kūthu di Kapila Venu, interprete di una delle forme teatrali più raffinate della cultura indiana. Completano il cartellone la Compagnia della Fortezza e la compagnia franco-algerina Min el Djazaïr.

Artisti associati al Piccolo Teatro di Milano, il collettivo Sotterraneo festeggia vent’anni di attività con una “personale” che, nel mese di ottobre, al Teatro Studio Melato, ne sta ripercorrendo l’universo creativo: da “L’Angelo della Storia”, Premio Ubu 2022 come Migliore spettacolo, a “Il fuoco era la cura”, grande successo della stagione 2023/2024, coprodotto con il Piccolo ancora in scena sino al prossimo 19 ottobre. Questo spettacolo rilegge liberamente il racconto “Fahrenheit 451” di Ray Bradbury. “Cinque performer ripercorrono la storia del romanzo, si identificano con i personaggi, si muovono in senso orizzontale mappando i coni d’ombra, le cose che Bradbury non ci spiega o non ci racconta, creando linee narrative parallele, deviazioni teoriche, costruendo anche le cronache di un tempo intermedio fra il nostro presente e un futuro anticulturale in cui l’istupidimento ci salva dal fardello del pensiero complesso”. Ideazione e regia: Sara Bonaventura, Claudio Cirri, Daniele Villa. In scena: Flavia Comi, Davide Fasano, Fabio Mascagni, Radu Murarasu, Cristiana Tramparulo. Scrittura: Daniele Villa. Luci: Marco Santambrogio. Abiti: Ettore Lombardi. Suoni di Simone Arganini. Coreografie di Giulio Santolini.
Torna a Latina nei giorni 17, 18 e 19 ottobre, l’appuntamento con l’originale rassegna “Tendance” diretta da Danila Blasi e Ricky Bonavita che questo anno ha scelto il tema della “r-esistenza”. Una decisione forte questo titolo che gli operatori di Rosa Shocking da quattordici anni attivi in un territorio dove storicamente la danza contemporanea non era mai arrivata motivano in questo modo.

“Resistere riassume in sé l’unione di due forze solo apparentemente contrastanti: andare contro e fermarsi, restare saldi. Un raddoppiamento alla radice, un gesto che affonda nel cuore stesso dello stare. Resistenza, dunque, è un atto che oppone e che fonda, che si radica e si rinnova. Per questo, in un tempo in cui le politiche culturali sembrano andare sempre di più verso la marginalizzazione della ricerca, della sperimentazione, della performatività, penalizzando chi sceglie di lavorare ai margini, nel sociale, nelle periferie, nelle province, abbiamo voluto chiamare questa edizione di Tendance “r-esistenza”, scegliendo di non arretrare, scegliendo ancora la danza come spazio di esistenza e di resistenza”. Anche Tendance, come altre realtà di teatro e danza sono state inspiegabilmente penalizzate dal Ministero della Cultura che ha chiuso i rubinetti delle indispensabili risorse per operare e crescere. Una esclusione che nei fatti penalizza “la ricerca e la diffusione del progetto artistico nei territori periferici e di provincia”. Ma – affermano gli organizzatori – “la generosità dello staff e delle artiste e artisti, aggiunta ad una campagna di raccolta fondi non ferma determinazione, urgenza e desiderio di realizzare la quindicesima del festival”.
Il 17 ottobre al Teatro D’Annunzio va in scena “Desertica” di Ricky Bonavita, compagnia Excursus (ore 20). Alle 21 “Vis Motrix” di Raffaele Giovanola, Coccoon Dance.
Il 18 ottobre a Operaprima Teatro (ore 18,30) apre “Scritto sul corpo” performance di Francesca Schipani. Seguono “Delet-Terra solida” con Giorgia Sofia Giannini e Andrea Tenerini, Res Extensa e “Elizabeth I-sorry for what?” di Giulietta Spattini, Balletto Civile.
Alle 21 “If you were a man” di Mauro Astolfi, Spellbound e “Let my body be” di Salvo Lombardo, Chiasma.
Il 19 ottobre al Madxi (ore 17) “Gea culpa (studio)” di Aura Calarci, Compagnia Opus Ballett; “Just before now (Studio)” di Danilo Smedile, Art Garage.
Alle 18,45. “A peso morto” di Carlo Massari, compagnia C&C Company/Spacca.
“We around with little bag” di Giorgia Di Giovanni (Vento di scirocco/Balletto Civile);“Finzioni” di Lupa Maimone (Oltrenotte)
“redrum” di Marco Valerio Amico e Rhuena Bracci, Gruppo Nanou.


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