Family day: di quanta energia si nutre la paura?

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22 Gennaio 2016

Le unioni civili dovrebbero essere quelle che intercorrono tra esseri umani che imparano a convivere respirando la stessa aria e vivendo nello stesso paese nel 2016 d.C. Si affrontano le fatiche di Ercole per tentare di far capire l’importanza di un rispetto che sarebbe dovere di tutti avere e trasmettere, poi si dà importanza giornalistica all’opinione di Adinolfi che parla delle donne ideali, se miti e sottomesse agli uomini. Succede poche ore dopo gli insulti a bordo campo – e i commenti a seguire – tra Sarri e Mancini che gettano definitivamente il calcio oltre il muro della decenza, quasi contemporaneamente a Papa Francesco che ricorda che “Non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione”. Come se tutti in Italia si riconoscessero così profondamente in una parola che scricchiola ad ogni ecclesiale dimostrazione terrena di lontana irreprensibilità.

Sullo sfondo, là in alto sul Pirellone a Milano, si staglia la scritta “Family Day”, per ricordare che nel nostro paese politica non fa rima con democrazia e neanche lontanamente con realtà.

Siamo bombardati di voci che hanno paura. Paura che qualcuno entri in casa imponendo un’educazione ai figli degli altri, paura che il rispetto di una scelta intima, felice e consapevole sottragga forza ad altre scelte, che la famiglia sia quella che parla apertamente di amore e non quella che, come da abitudine, si lava i panni tra le proprie quattro mura (o 8, se i genitori  sono divorziati). Dilagano le notizie false che alimentano il fuoco dello sdegno, e c’è qualcuno sulla bacheca di Adinolfi che si indigna e raccoglie like per notizie come “a New York arrivano le cabine per masturbarsi per strada”.

Tanto per restare in un contesto urbano, sono le sentinelle in piedi che occupano gli spazi pubblici con silenzio assordante a dire che “non c’è altro modo di cambiare la storia se non quello di scriverla personalmente, di metterci la faccia lì dove viviamo come da oltre due anni facciamo vegliando nelle piazze e svegliando le coscienze, non c’è altro modo se non testimoniare davanti ad altri che non siamo disposti a rinunciare al Bene Comune, che inizia innanzitutto con il bene vero di ciascuno di noi”.

Sono d’accordo, si tratta proprio del bene vero di ciascuno di noi.

Ma c’è chi lo difende e chi lo attacca, chi punta il dito e chi vorrebbe solo vivere, chi ha paura delle scelte altrui perchè non sa come “spiegarlo ad un figlio” e chi forse non ha ancora fatto i conti con se stesso e con la propria imperfezione e per rimandare quel momento usa la lettura più sopravvalutata dell’idea di famiglia come scudo.

Non so voi – e parlo a chi ha paura – ma io conosco tante coppie etero tra i 25 e i 40 anni che si sentono una famiglia da conviventi o sposati. Tutti, dico tutti (sono fortunata o selettiva?) sostengono con il sorriso il diritto degli altri di fare lo stesso, preferiscono preoccuparsi per il mutuo da pagare o per il lavoro intermittente. Nessuno spreca energie preziose per ricordare al mondo di essere la famiglia ideale, le usano per sfide di gran lunga più impellenti, assicurando un futuro stabile a figli che un giorno troveranno autonomamente la propria strada.

“Tutti i fedeli sono tenuti a OPPORSI al riconoscimento LEGALE delle unioni omosessuali” recita  in corpo 48 un altro volantino con Madonna e Bambino, questa volta sul Family Day, iniziativa che il governo “rispetta” mentre in Parlamento cerca di portare avanti la battaglia opposta, raccogliendo 6 mila emendamenti solo sul ddl Cirinnà. Ancora una volta, alla paura si mescola qualche tentativo maldestro di manipolazione delle coscienze. Più passa il tempo più l’estremismo degli impauriti sale, più la vita di chi non ha paura procede serena. Voi cosa preferite?

TAG: family day, matrimonio, omofobia, Unioni Civili
CAT: discriminazioni, Famiglia

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