Deadline Unioni Civili: Campana conferma entro l’anno

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20 Luglio 2015

Sabato all’assemblea nazionale del PD, il segretario premier Matteo Renzi ha promesso che le unioni civili di Monica Cirinnà saranno legge entro fine anno, prevedendo l’approvazione in Senato entro metà ottobre e passaggio finale alla Camera entro dicembre.

Tanto è bastato a Ivan Scalfarotto, sottosegretario alle Riforme e ai Rapporti con il Parlamento, per interrompere lo sciopero della fame, iniziato una ventina di giorni fa, con cui invece chiedeva che la calendarizzazione in Senato avvenisse entro la pausa estiva, come erano gli auspici diffusi tra gli esponenti coinvolti.

Gran parte della comunità LGBT, che aspetta da sempre di veder riconosciuti i propri diritti, ha seri dubbi su questo ulteriore proclama del premier che rinvia nuovamente la messa in atto di una riforma che da troppo e ingiustficabile tempo nel nostro Paese deve vedere la luce.

Micaela Campana, Responsabile Diritti,Welfare e Terzo Settore nella segreteria PD, è direttamente coinvolta nella promozione di queste e altre riforme su diritti e politiche del welfare. Ho parlato con lei per capire quali sono le dinamiche sottostanti questa nuova promessa di timeline e durante la chiacchierata ha toccato anche altri spunti e argomenti.

 

Onorevole Campana, sul DDL Cirinnà, fino a venerdì i parlamentari PD insistevano per il passaggio in Senato entro la chiusura estiva, Scalfarotto ha fatto anche uno sciopero della fame proprio per questo. Martedì scorso, lei con altri esponenti del partito, avete incontrato le associazioni LGBT assicurando loro che si stesse lavorando per chiudere al Senato entro l’estate. Ma dopo quattro giorni Renzi, durante l’assemblea nazionale del vostro partito, ha sparigliato tutto e ha detto che le unioni civili saranno votate in Senato entro metà ottobre. Perché nel giro di poche ore lo scenario è cambiato? Non ci sarebbero ancora potenzialmente i tempi tecnici di due o tre settimane per portare il ddl in Senato con il parere finale della Commissione Giustizia? Cosa è cambiato?

“Non vedo contraddizioni tra quello che abbiamo detto noi e quanto promesso ieri dal segretario Renzi. Al tavolo di confronto che ho istituito con le associazioni LGBT abbiamo detto sin da subito che andremo avanti con la strada maestra, ossia quella di finalizzare i lavori in Commissione e poi andare in Aula. Attualmente stiamo aspettando il parere della commissione bilancio che dovrebbe arrivare nella mattinata di domani, poi la Commissione Giustizia si ritroverà a partire sempre da domani per votare gli emendamenti. Stiamo prevedendo e insistendo con il Presidente di Commissione che si possano aumentare il numero di sedute in modo da chiudere presto, dato che gli emendamenti sono un numero elevato, molti dei quali di natura esclusivamente ostruzionistica a firma del solo senatore Giovanardi. Attualmente ci sono da votare 1300 emendamenti e un centinaio di subemendamenti.

Per quanto riguarda le parole di sabato all’Assemblea Nazionale del PD, io ritengo un dato estremamente importante l’intervento di Renzi che finalmente dà un punto di arrivo e dice che entro l’anno saranno approvate le unioni civili. Adesso abbiamo una deadline chiara e precisa.

Tra l’altro c’è una novità importante da sottolineare nelle parole che ha detto Renzi: quella di evitare il doppio passaggio in Senato, votando alla Camera un testo già blindato senza correre il rischio di mandarlo in seconda lettura al Senato. Proprio per questo, ne ho già parlato con il capogruppo PD alla Camera e già in queste settimane inizieremo a discutere in modo da evitare il rischio della seconda lettura.”

 

Se arriva in autunno alla Camera, non c’è il rischio di impantanamento con la legge di stabilità e altre riforme che saranno in agenda?

“Abbiamo già dimostrato nel passato che siamo riusciti a portare avanti più riforme contemporaneamente. L’impantanamento non ci sarà. Quella delle unioni civili è una riforma che non si può più rimandare. Queste sono riforme importanti che faranno crescere non solo dal punto di vista economico, ma anche culturale. Oggi siamo in una condizione di ripartenza dei valori sociali e culturali sia del Partito Democratico, sia del Paese, dentro ciò le unioni civili rappresentano un pezzo importante: arriviamo ultimi in Europa e nel mondo occidentale, ma il nostro è un testo avanzato, equilibrato che supera anche quello del modello tedesco a cui si ispira. E’ un testo che come ha detto il segretario Renzi entro il 2015 sarà legge.”

 

Il PD, però, su questi temi continua a contenere diversi esempi di comportamenti discordanti e incoerenti fra loro. Le ricordo brevemente alcuni esempi della storia recente: il ddl Scalfarotto, già privato di contenuti fondamentali è fermo da due anni, poche settimane fa il gruppo PD alla Camera ha votato contro a una mozione di SEL circa il ritiro della circolare di Alfano che chiedeva l’annullamento delle trascrizioni dei matrimoni same sex fatti all’estero – di converso proprio in questi giorni un’interrogazione simile è stata presentata dal senatore Lo Giudice con altri sedici senatori PD -, il Ministero dell’Istruzione ha di fatto smantellato l’asse sulla scuola per il contrasto al bullismo omotransfobico realizzato con Unar e Ready, le candidate Moretti e Paita alle recenti regionali hanno avuto nelle proprie liste candidati che hanno fatto dichiarazioni fortemente razziste e omofobe, la consigliera Tiburzi a Roma, responsabile della Commissione Pari Opportunità, sostiene le tesi del family day contro il DDL Cirinnà, come anche un gruppo esiguo di senatori, il portale LGBT presentato a inizio giugno dalla delegata del Governo alle Pari Opportunità Giovanna Martelli non è ancora online e tutto ciò senza alcuna spiegazione. Cosa pensa di questo continuo panegirico e posizioni discordanti nel PD? È un partito davvero culturalmente pronto sull’estensione dei diritti umani o quando lo dite in realtà raccontate solo una rassicurazione per voi stessi e per il vostro elettorato?

“Lei ha fatto un lungo elenco di posizioni negative, ma per fortuna nel PD ci sono centinaia e centinaia di esponenti che hanno fatto e fanno battaglie corrette e positive su questi temi, penso a Torino, ma si potrebbero fare tanti altri esempi. Il PD nel passato ha fatto errori notevoli, che pesano nella nostra storia, ma oggi rispetto al passato c’è una consapevolezza molto più vasta. Dobbiamo recuperare, lo sappiamo. E anche per questo noi siamo un partito che non metterà mai chi i diritti ce li ha contro chi i diritti non ce li ha. Dal partito oggi c’è un’indicazione precisa circa il tema dei diritti e noi non retrocederemo nemmeno un millimetro rispetto al tema dell’estensione di diritti umani e civili. Quella per dotare il nostro Paese di una legge che consenta a tante coppie di uscire dall’ombra è una battaglia che conduco da eterosessuale e cattolica, perchè bisogna che passi l’idea che ampliamo la platea dei diritti, senza levarne a nessuno.

A riguardo della mozione di SEL noi abbiamo votato contro, ma abbiamo votato contro anche alla mozione di NCD, quando invece avremmo potuto salvaguardare i confini della maggioranza di governo. E’ stata invece votata la mozione PD che sollecita a individuare uno strumento unico e utile per tutti i sindaci e che dia omogeneità su tutto il territorio nazionale nel momento in cui si presenta la situazione della trascrizione di un matrimonio estero. Inoltre la nostra mozione chiede chiaramente un’accelerazione sull’approvazione del ddl Cirinnà. La nostra volonta è chiara.

Ho molto a cuore il tema dei diritti, per questo quando Renzi mi ha chiesto di entrare in segreteria per seguire questi temi ho accettato, perchè per me rappresentano l’orizzonte culturale del partito democratico, senza il quale si va poco lontano. Ho da poco lanciato una campagna che si chiama Happy Days, in cui si vogliono creare occasioni nei circoli, nelle feste dell’Unità, per parlare di diritti in maniera trasversale: diritti LGBT, diritto di cittadinanza, diritto alla salute, … Tutti questi temi in realtà sono molto legati tra loro, parlo del terzo settore e della riforma messa in campo, della legge che abbiamo votato sull’autismo, piuttosto che di quello che dobbiamo fare con la riforma sanitaria: è impossibile pensare che un sistema sanitario come il nostro abbia una differenza nell’accesso ai servizi a seconda del luogo in cui uno vive. Anche il tema del fine vita, così come il tema della fecondazione medicalmente assistita sono argomenti importanti per noi sui quali abbiamo fatto proposte di legge, spesso anche avanzate rispetto all’Europa.

Ci sono tanti esempi: il PD adesso sta costruendo una centralità sia nella discussione pubblica sia nelle leggi che guardano a un nuovo welfare. Io penso in generale che la politica deve tornare a fare il suo mestiere: per troppo tempo la politica non lo ha fatto e spesso è stata sostituita dalle sentenze. Questo non deve accader più. E’ un’occasione che non possiamo perdere. Non ce la caveremo se ogni volta che parliamo di questi temi ci chiudiamo nel cortile di casa nostra: va fatto lo sforzo di guardare avanti e avere l’occhio lungo per capire cosa accadrà nel futuro. Siamo un paese del G8, un paese moderno, dobbiamo guardare all’Europa come Paese guida non come fanalino di coda quando si guarda la cartina dei diritti civili.”

 

Una parentesi sul partito e sull’Assemblea Nazionale di sabato. Avete parlato di “centrosinistra” con o senza “trattino”, di dispiacere o meno per la fuoriuscita di personalità importanti, come Civati, Fassina, Cofferati. Che opinione ha lei su questo? Il PD è ancora il partito che rappresenta appieno la sinistra?

“Per quanto riguarda le persone che hanno abbandonato il partito penso che quando qualcuno lascia una comunita politica è sempre un dolore da entrambe le parti. Dolori che vanno rispettati.

Per quanto riguarda l’essere di sinistra o meno, penso che tutto quello che ho detto finora è la prova che il PD è un partito di sinistra. Se non lo fosse io non sarei al suo interno. E’ un partito sicuramente ancorato a certi valori, a cui sono ancorati tutti gli esempi che ho fatto. E’ un partito guarda al complessivo cambio del sistema, e mi viene in mente su questo il tema dell’immigrazione, sul quale negli ultimi mesi fa abbiamo indicato una strada che prima non si sarebbe mai immaginata, comportando un cambiamento radicale su come affrontare la questione. Chiediamo di cambiare le regole dall’asilo politico europeo, di superare Dublino, di fare con gli altri paesi un riconoscimento reciproco, un corridoio umanitario europeo, costruiamo un Europa che non sia unita solo per politica monetaria.

Tornando a tematiche riguardanti i diritti e il rispetto delle diversita’ siamo il partito che ha inserito la lotta a ogni tipo di discriminazione come punto importante nella “buona scuola”. E’ bene precisarlo contro chi spaccia questo come la fantomatica teoria del gender, che non esiste. Noi vogliamo solo far rispettare le differenze, bisogna ricostruire una societa’ inclusiva e tollerante nel rispetto di tutti. Con il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone abbiamo incontrato le associazioni LGBT per affrontare questa cosa della teoria del gender, e sappiamo che bisogna fare una battaglia culturale, veicolando l’informazione in maniera corretta e investendo in una comunicazione piu’ forte. Anche su questo abbiamo deciso di intervenire e penso che insieme alle associazione faremo un buon lavoro.”

La questione morale e’ un argomento molto importante all’interno del partito, è emerso anche sabato nella vostra assemblea. E fa pensare subito alle vicende romane del partito e anche alla figura di Ignazio Marino che, nelle sue azioni e nei suoi comportamenti, sembra restare molto isolato rispetto alle posizioni maggioritarie del PD. Che soluzione pensa possa essere possible per risolvere questo problema?

“Anche qui, fa sempre piu scalpore ovviamente l’esempio negativo, rispetto ai tanti esempi positivi che ci sono sul territorio nazionale.

Ma in realta’ c’e una sfida che noi dobbiamo riconoscere e lanciare nel nostro Partito, e in tutto il Paese: penso che serva investire nella trasparenza, nella formazione e nelle regole di selezione della classe dirigente. Dobbiamo costruire un partito attuale e che sia di esempio per i cittadini sui territori. Anche su questo il PD si e’ impegnato e sono convinta che ci faremo trovare pronti.”

 

Infine, cosa si sente di dire alla comunità LGBT dopo le parole di ieri di Renzi?

“Con la comunità LGBT ho un rapporto franco e sincero. Sono orgogliosa di incontrarli e di parlare con loro, lo faccio da quando ero assessore ai diritti a Roma e lo faccio adesso che ho la responsabilita’ nazionale nel partito. Conosco le posizioni di quella comunità e le comprendo, anche se a volte sono diverse da quelle di alcuni membri del partito.

Dico alla comunita LGBT che adesso c’è una deadline definitiva, l’ha promesso Renzi, ed è entro fine anno. L’Italia è in un ritardo imbarazzante purtroppo, ma dobbiamo riportarla ad essere un esempio per l’Europa e non il fanalino di coda come è adesso.”

 

Nel frattempo è partito un countdown sui social, oggi siamo a -88 giorni entro il 15 ottobre, data entro la quale deve avvenire l’approvazione in Senato del testo sulle unioni civili. La comunità LGBT spenderà gli ultimi pezzetti di pazienza per vedere se veramente verrà alla luce una riforma base che, se sarà, dovrà essere solo un primo step per arrivare a una maturazione completa dell’estensione dei diritti umani alla stregua degli altri paesi democratici.

Campana, come anche Cirinnà, Lo Giudice, non arretrano di un millimetro circa il disegno di legge, sostenuti da gran parte della maggioranza parlamentare attuale, spesso in maniera anche trasversale rispetto ai vari gruppi politici. Questo a dimostrazione che i numeri adesso ci sono, serve solo a questo punto quella spinta finale che porterebbe a vedere nella realtà delle cose gli auspici finora sin troppo promessi e basta. Perchè va bene il rispetto dell’iter parlamentare, va bene il rispetto del giusto lavoro delle Commissioni, e se serve, a questo punto va bene anche rimandare la votazione in Senato di due mesi se serve a tutelare la legge, ma questo può essere davvero l’ultimo sconto che un Paese come l’Italia può regalare con una ingiustificata magnanimità a una politica che è stata finora incoerente e poco coraggiosa. Speriamo solo che Matteo Renzi ne sia consapevole e che lui per primo non deluda chi nel suo partito sta tenacemente facendo un sano e corretto lavoro al Senato. Dicembre è davvero vicino e giorno dopo giorno, adesso, nessuno può permettersi più di sbagliare.

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CAT: discriminazioni, Partiti e politici

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