Quel 15% di noi che ancora giustifica la violenza sessuale

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25 Novembre 2016

Il 25 novembre è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne. A Roma, domenica 26, è stata indetta una manifestazione nazionale.

«La violenza maschile sulle donne non è un fatto privato, non è un’emergenza, ma è un fenomeno strutturale e trasversale della nostra società», afferma il movimento Non una di meno, nato in Argentina. La rete italiana ha coinvolto donne, ma soprattutto uomini. A Roma si scenderà in piazza per ribadire l’inefficacia dei programmi istituzionali nel contrasto al femminicidio, per ricordare le vittime, per combattere le ingiustizie sul lavoro e per ottenere la parità dei salari. L’obiettivo del movimento è quello di definire un percorso comune, che porti alla revisione del piano antiviolenza adottato dal governo italiano nel 2015.

Secondo gli ultimi dati forniti dalla Polizia sembrerebbero in lieve diminuzione i femminicidi. Non cambiano invece i dati sui maltrattamenti. Ma negli ultimi cinque mesi in Italia sono state uccise oltre 25 donne, quindi più di una a settimana.

Sono 3 milioni e 466 mila in Italia, secondo quanto riporta l’Istat, le donne che nell’arco della propria vita hanno subito stalking, ovvero atti persecutori da parte di qualcuno, il 16% delle donne tra i 16 e i 70 anni. Di queste, 2 milioni e 151 mila sono le vittime di comportamenti persecutori dell’ex partner. Ma il 78% delle donne che ha subito stalking, quasi 8 su 10, non si è rivolta ad alcuna istituzione e non ha cercato aiuto.

Ogni anno, infatti, in Italia, i centri antiviolenza supportano più di 16mila donne. Spesso questi centri rischiano la chiusura per ragioni burocratiche, legate alla revoca degli spazi a loro assegnati, e a causa dei tagli alle risorse. A Roma il Servizio sos donna è stato chiuso il 26 giugno, lasciando sole più di 300 donne che avevano appena cominciato un percorso di riabilitazione.

Secondo l’ultimo rapporto dell’Eurobarometro, promulgato in occasione della giornata la violenza sulle donne, 1 cittadino su 10 in Europa, ma anche in Italia, ritiene che l’uso di alcolici, di droghe o indossare indumenti sexy o provocanti possano essere considerate attenuanti alla violenza sessuale. Il 90% degli italiani pensa che la violenza domestica nei confronti delle donne in Italia sia comune.

L’Eurobarometro, istituto di ricerca dell’Unione europea, ha domandato a circa 27 mila europei tra i quali mille italiani, cosa pensano del fenomeno della violenza contro le donne. Il 45% degli italiani pensa che sia “molto diffusa”. Una percezione, o consapevolezza, che arriva dopo solo a quella del Portogallo dove le violenze sulle donne sono comuni secondo il 54% dei cittadini. In Italia, inoltre, un altro 45% della popolazione la considera “abbastanza diffusa”.

Se si guarda all’Europa tutta, il 49% dei cittadini europei pensa che la violenza sulle donne sia “abbastanza diffusa”. Al contrario, quelli che pensano che la violenza di genere sia “molto diffusa” rappresentano solo il 25%.

Il rapporto dell’Eurobarometro ha studiato e indagato anche la percezione della violenza domestica che per l’80% degli italiani è una “violenza inaccettabile e che dovrebbe essere sempre punita dalla legge”. Per la maggior parte dei cittadini europei, 86%, e italiani, 78%, la violenza nei confronti di una donna è più probabile avvenga dentro le mura di casa, oppure sul lavoro. È probabile che la violenza sulle donne avvenga sul luogo di lavoro per il 17% dei cittadini europei e per un italiano su tre.

I dati sulla violenza sessuale (violenza di genere) però, lasciano particolarmente perplessi. Leggendo il rapporto si scopre che nonostante il 68% (di europei) pensi che quest’ultima non sia giustificabile, c’è ancora chi pensa che “avere rapporti sessuali non consensuali in qualche circostanza sia giustificabile”.

Le attenuanti alla violenza sessuale, che secondo gli intervistati potrebbe essere in alcuni casi giustificata sono: l’essere ubriachi o fare uso di droghe (14% italiani, 12% europei), andare volontariamente a casa con qualcuno (15% italiani 11% europei), indossare indumenti sexy o provocanti (10% di entrambi), non dire chiaramente no o non difendersi fisicamente (7% europei 10% europei).

Dati che riguardano un cittadino su dieci sia in Italia che in Europa, e non solo gli uomini.

Potete leggere e scaricare il rapporto integrale qui 

 

(Immagine di copertina della fotografa Raffaella G. Fidanza, tratta da il Peso dell’Ombra, un progetto fotografico sulla violenza psicologica contro la donna)

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CAT: discriminazioni, Questioni di genere

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