GLI SCENARI PROBABILISTICI: UNA STORIA ESEMPLARE

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2 Ottobre 2021

Grazie ad un gruppo di periti indipendenti e di giornalisti non ciechi, è emersa alla luce una tipica storia italiana: grandi commis dello stato, sotto la pressione dei poteri forti emanano, o ignorano, (azioni apparentemente contrarie, ma con risultati sempre ai danni delle PMI e delle famiglia) norme amministrative.

L’emanazione, o l’ignoranza, di queste norme amministrative costa miliardi ai consumatori italiani (per entrare più nello specifico alle famiglie ed alle PMI).

Ricostruiamo la vicenda nella presentazione esemplare di Giorgio Meletti sul Fatto Quotidiano del 25 maggio e dell’8 giugno 2016: #Nel 2011 le banche aggredite dalla crisi avevano disperato bisogno di soldi e ci davano dentro con le subordinate, per la gioia del governatore della Banca d’Italia Mario Draghi: “ll nostro sistema bancario beneficia di un’ampia provvista al dettaglio, poco sensibile alla volatilità dei mercati”#

Traduco in pratica il discorso di Draghi: Lo stato italiano non è in grado (o non ritiene opportuno) supportare il sistema bancario con denari pubblici: gli aiuti alle banche sono stati inferiori di 60 volte a quelli tedeschi, di 40 a quelli inglesi, di 17 a quelli spagnoli. Il peso della crisi non può che essere scaricato sulle PMI e sulle famiglie.

Tra il 2010 ed il 2011 Bankitalia, con le “Istruzioni”, ha completamente stravolto la legge 108 del 1996: i tassi applicabili ed applicati sono cresciuti del 50%, sul filo estremo della legalità e spesso oltre, raggiungendo il 30% annuo. Le banche hanno avuto grandi benefici sui bilanci, creandosi, a danno del sistema, crediti fittizi ed inesigibili nei confronti dei clienti, con un minimo rischio legale. Questi crediti fittizi ed inesigibili, dopo aver sistemato per 2/3 anni i bilanci delle banche, hanno massicciamente contribuito al crescere delle sofferenze e quindi alla grave crisi bancaria oggi in corso e non ancora risolta.

Ma la via dell’aumento dei tassi, spesso comunque oltre il tasso di usura, non basta e poi non produce effetti immediati. Ha inoltre il risvolto negativo di una crescita esponenziale del contenzioso tra banche e consumatori sull’usura e l’anatocismo. Gli istituti bancari sanno che, seppure godano di ampie protezioni nel primo grado di giudizio (soprattutto nei Tribunali delle città sedi di grandi banche o di banche locali molto radicate nel tessuto cittadino) molto spesso perdevano in appello e quasi sempre in Cassazione. Negli anni seguenti, con un’ampia campagna di lobbying e storytelling è stata cancellata persino la nozione di usura bancaria nella giurisprudenza civile.

Per parafrasare le parole di Draghi: ll sistema bancario per reggere il confronto europeo doveva fare un’ampia provvista al dettaglio.

Ma il problema di questa raccolta era il costo della raccolta in relazione al rischio: proseguiamo con la chiara spiegazione di Meletti: # ll predecessore di Vegas, Lamberto Cardia, il 2 marzo 2009 aveva fissato una regola, sotto forma di raccomandazione: “Per illustrare il profilo di rischio di strutture complesse, è utile che l’intermediario produca al cliente anche le risultanze di analisi di scenario di rendimenti”. Erano gli scenari probabilistici. Gli stessi che pochi mesi dopo consentirono all’ufficio “analisi quantitative” della Consob di avvertire il mercato che l’obbligazione “convertendo'” 2009/ 2013 della Banca Popolare di Milano offriva il 68,5 per cento di probabilità di ottenere una redditività negativa di circa il 40 per cento. La Bpm fu costretta a truccare le carte per ingannare i propri clienti, la Consob se ne accorse e sanzionò, al collocamento ancora in corso, l’istituto presieduto allora da Massimo Ponzellini,.#

Quindi gli scenari probabilistici potevano tutelare i consumatori, l’unica soluzione per gli istituti era l’aumento dei rendimenti per compensare la rischiosità.

Come per il rispetto della legge 108/96 è più facile agire attraverso l’emanazione o la soppressione di norme amministrative, incontrollate ed incontrollabili nelle mani dei grands commis dello stato (Bankitalia, Consob, MEF). Esemplare per molte altre storie italiane è nuovamente la descrizione di Meletti: # Dopo solo sei giorni dall’insediamento, Vegas convoca tutti gli interessati per “individuare le principali criticità del mercato finanziario”.#

# Assonime, l’associazione delle società per azioni, cioè i vigilati # fa sentire la sua voce: #Il28marzo 2011, il direttore generale Stefano Micossi descrive in una lettera gli scenari probabilistici come l’arma di un ricatto a cui le aziende sarebbero sottoposte dalla burocrazia Consob: “Benchè la raccomandazione finale non sia stata  ancora emanata, !a Consob già richiede che tali informazioni vengano incluse nei prospetti come condizione per accelerarne l’approvazione”. Il grido di dolore dei vigilati è accolto e gli scenari probabilistici scompaiono. Le banche non li allegano più ai prospetti informativi e Consob non butte ciglio.#

# ASSONIME cioè la lobby delle banche fa fuoco e fiamme contro l’applicazione del regolamento. E Vegas si mette sull’attenti.#

Per capire come la realtà viene aggirata, è utile la nota di Milena Gabanelli: IL PRESIDENTE VEGAS MENTE. REPLICA PUNTO SU PUNTO AL COMUNICATO CONSOB  apparsa sul sito di Report.

Altrettanto esaustivo è l’articolo di Lorenzo Dilena “OBBLIGAZIONI SUBORDINATE, COSÌ LA CONSOB HA LASCIATO MANO LIBERA AI BANCHIERI” apparso su questo giornale il 12 Dicembre 2015.

 

 

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CAT: economia civile

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