Economia

Una cooperazione strategica tra Kinshasa e Rabat: verso una nuova architettura finanziaria africana

5 Novembre 2025

L’incontro tra André Wameso, governatore della Banque Centrale du Congo (BCC), e Abdellatif Jouahri, Wali della Bank Al-Maghrib (BAM), avvenuto il 3 novembre 2025 a Casablanca, rappresenta molto più di una semplice formalità diplomatica. La dichiarazione congiunta, che sancisce la volontà di creare un quadro di cooperazione bilaterale tra le due istituzioni, si inserisce in un contesto storico e politico di profonda trasformazione per il continente africano. La digitalizzazione dei servizi finanziari, la regolamentazione dei prodotti basati su blockchain, la modernizzazione della contabilità e la riorganizzazione del mercato dei cambi non sono soltanto temi tecnici: sono i pilastri su cui si fonda una nuova visione di sovranità economica africana.

La BCC e la riforma monetaria congolese: il segno di un cambiamento profondo

La Repubblica Democratica del Congo (RDC), con le sue immense risorse naturali e la posizione geostrategica al cuore dell’Africa, è da tempo impegnata in un difficile processo di riforma economica. Dopo anni di instabilità e di dipendenza da istituzioni finanziarie estere, la BCC sta cercando di costruire le basi di una autonomia monetaria effettiva, capace di garantire stabilità, trasparenza e fiducia nei mercati.
L’obiettivo è duplice: da un lato, rafforzare il controllo nazionale sulle politiche valutarie e sul sistema bancario; dall’altro, avvicinare il Paese agli standard internazionali attraverso strumenti digitali e sistemi di pagamento moderni.

In questo scenario, l’esperienza della Bank Al-Maghrib assume un valore fondamentale. Il Marocco è tra i Paesi africani più avanzati in materia di regolamentazione finanziaria, innovazione digitale e politica monetaria indipendente. L’assistenza tecnica e il know-how che Rabat può offrire a Kinshasa sono dunque essenziali per accelerare la trasformazione della BCC in un’istituzione moderna e competitiva.

Negli ultimi anni, il Marocco ha consolidato la propria posizione di hub finanziario africano, fungendo da cerniera tra l’Africa subsahariana e il Mediterraneo. L’espansione delle sue banche – come Attijariwafa Bank o BMCE Bank of Africa – in diversi Paesi dell’Africa occidentale e centrale ha contribuito a diffondere modelli di governance bancaria efficaci e a rafforzare la presenza economica marocchina nel continente.

La decisione della RDC di aprire un consolato nelle province meridionali del Marocco, riconoscendo implicitamente la sovranità marocchina sul Sahara, non è solo un gesto politico. È il segnale di un allineamento strategico più ampio, che combina diplomazia, economia e visione di lungo periodo.
La cooperazione tra BCC e BAM, in questo senso, non è un atto isolato ma parte di una politica di partenariato Sud-Sud che il Marocco promuove con costanza, coerente con la sua ambizione di essere un motore dello sviluppo continentale.

Uno degli aspetti più interessanti dell’accordo riguarda la digitalizzazione dei servizi finanziari e la regolamentazione dei prodotti fondati sulla tecnologia blockchain. L’Africa, spesso penalizzata da infrastrutture tradizionali carenti, sta diventando un terreno fertile per l’adozione di soluzioni digitali e fintech.
In molti Paesi africani, la diffusione dei servizi di pagamento mobile – come M-Pesa in Kenya – ha rivoluzionato l’accesso ai servizi finanziari, riducendo l’esclusione bancaria e promuovendo l’inclusione economica.

L’intenzione della BCC di lavorare con la Bank Al-Maghrib su questi temi riflette una consapevolezza nuova: la sovranità finanziaria del futuro passerà attraverso la tecnologia. Gestire monete digitali, piattaforme blockchain e regolamenti trasparenti significa emanciparsi dai circuiti tradizionali dominati da valute e sistemi occidentali, aprendo la strada a un modello africano di finanza decentralizzata ma regolata.

L’incontro di Casablanca si colloca in un contesto in cui l’Africa sembra finalmente pronta a rimettere in discussione la sua dipendenza monetaria. Il franco CFA, simbolo della persistente influenza francese in Africa occidentale e centrale, è oggi oggetto di crescenti critiche e riforme. L’introduzione futura dell’eco – la moneta unica dell’Africa occidentale – e l’aumento delle transazioni in monete locali o digitali testimoniano questa evoluzione.

La dollarizzazione delle economie africane, altro fenomeno che limita la sovranità economica, potrebbe anch’essa ridursi progressivamente se i Paesi del continente riusciranno a rafforzare le loro valute e a creare mercati finanziari regionali interconnessi. In questo contesto, l’asse RDC–Marocco può diventare un laboratorio di integrazione finanziaria africana, in grado di stimolare la nascita di circuiti di pagamento intra-africani e di ridurre la dipendenza dalle monete estere.

Oltre agli aspetti strettamente tecnici, l’accordo tra le due banche centrali prevede iniziative comuni nel campo educativo e formativo. Lo scambio di competenze, la formazione del personale, la condivisione di strumenti di gestione e di contabilità rappresentano investimenti cruciali per la sostenibilità della cooperazione.
Le istituzioni finanziarie non vivono solo di politiche monetarie: hanno bisogno di capitale umano qualificato, di cultura della trasparenza e di visione strategica. In questo senso, la partnership tra la BCC e la BAM può fungere da catalizzatore per una nuova generazione di tecnocrati africani capaci di gestire economie complesse con strumenti moderni e indipendenti.

La dimensione geopolitica di questa intesa è evidente. L’Africa, a lungo frammentata e subordinata agli interessi delle potenze esterne, sta lentamente costruendo una propria architettura di potere. Le cooperazioni regionali, le alleanze tra banche centrali e la creazione di organismi continentali come la Zone de Libre-Échange Continentale Africaine (ZLECAf) vanno nella direzione di un’integrazione economica reale.

Il rafforzamento dei legami tra RDC e Marocco, due Paesi situati in regioni geograficamente lontane ma complementari, mostra che l’Africa può superare le divisioni storiche tra Nord e Sud, tra Maghreb e Africa subsahariana. È la concretizzazione di una nuova solidarietà economica panafricana, che può tradursi in maggiore peso politico e autonomia strategica a livello globale.

L’incontro di Casablanca non va dunque interpretato come un episodio isolato, ma come il segnale di una nuova maturità economica e istituzionale africana. La cooperazione tra la Banque Centrale du Congo e la Bank Al-Maghrib rappresenta la volontà di due Paesi di costruire un futuro fondato sulla competenza, sull’innovazione e sulla sovranità.
Se le promesse verranno mantenute e se le riforme in corso saranno portate avanti con coerenza, questo partenariato potrà aprire la strada a una nuova era per l’economia africana: un’era in cui i Paesi del continente non saranno più meri destinatari di modelli esterni, ma protagonisti di una finanza africana integrata, autonoma e sostenibile.

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