Tutto quel che succede quando fai check-in in aeroporto, ma tu non lo sai
L’aeroporto è un microcosmo dove migliaia di persone lavorano e decine di migliaia transitano ogni giorno passando dal check-in. Iniziamo a conoscerlo proprio da qui. Trovare quelli della propria linea aerea, mettersi in coda, presentare biglietto e documenti, ottenere la carta d’imbarco, far pesare e registrare (check-in appunto) i propri bagagli, il tutto entro il limite di tempo stabilito prima che parta il volo: questa era la prassi fino a pochi anni fa. La rivoluzione informatica, fra PC e smartphone, ha cambiato non poco i termini del discorso. Per i viaggi più semplici, in particolare con le linee aeree low cost, si può o addirittura si deve fare da sè check-in prima di arrivare in aeroporto, stampandosi la propria carta d’imbarco, oppure utilizzando la carta d’imbarco virtuale inviata allo smartphone, magari con il comodissimo sistema Passbook di iPhone. Niente più carta vera e propria, sotto i lettori ottici va la schermata con il codice QR del telefono… ricordandosi però che dev’essere ben carico.
Il futuro vedrà scomparire i banchi check-in come li abbiamo sempre conosciuti, un po’ come vanno piano piano chiudendo gli sportelli bancari in giro per le città? Probabilmente no: come in banca l’automazione sarà massiccia per le operazioni più semplici, come il prelievo di contante al bancomat, ma dovremo sempre rivolgerci ad un operatore per tutte quelle più complesse. Sempre più faremo ricorso al bag drop, cioè ad un banco dove si lasciano i bagagli dopo aver fatto check-in da soli, magari ad una delle macchine self-service poste di fronte. Naturalmente numero e peso delle valigie dovranno rispettare i limiti consentiti dal nostro biglietto o ci sarà chiesto un sovrapprezzo.
Il controllo del peso è uno dei compiti fondamentali del check-in, per stabilire il carico dell’aereo, in base al quale si regoleranno sia il carburante necessario per il volo che la disposizione dei pesi a bordo, soprattutto delle valigie e delle merci che viaggeranno nel vano bagagli nella pancia dell’aereo (belly nell’onnipresente terminologia inglese), ma anche la disposizione degli stessi passeggeri. Se il volo non è pieno potremo vederci assegnato un posto diverso da quello fissato precedentemente, al check-in spetta evitare che ci sia troppo peso davanti o dietro.
Spesso le linee aeree accettano più prenotazioni per un volo dei sedili materialmente disponibili sull’aereo, fanno cioè overbooking, tenendo conto delle statistiche per cui una certa percentuale dei passeggeri prenotati non si presenta o cambia volo. Capita però che si presentino quasi tutti i passeggeri prenotati e spetterà a chi lavora al check-in rimediare, trovando alternative per chi non potrà salire a bordo, magari individuato come volontario con un’offerta in denaro. Il consiglio, per evitare di essere lasciati a terra, è fare check-in prima possibile, gli ultimi sono quelli che rischiano di più.
Una lunga coda al check-in può essere seccante, i vettori spesso mettono delle corsie separate a disposizione dei clienti di First Class e Business Class, come pure dei loro clienti migliori, i Frequent flyer che hanno le tessere argento, oro o platino dei programmi di fedeltà. Non a tutti può piacere questo schema letteralmente classista, di origine americana ma di applicazione universale, tuttavia concedere privilegi a chi paga di più consente di vendere a prezzi più bassi i biglietti a chi bada soprattutto al risparmio.
(foto di Alessandro Quaglia)
Ai banchi check-in sono riservate le cose meno banali. Se l’itinerario prevede uno scalo in un altro aeroporto e soprattutto se il volo successivo è operato da una linea aerea diversa, è molto comodo se gli operatori riescono a operare un through check-in, cioè un check-in per entrambi i voli, che ci risparmierà tempo, fatica e stress nell’aeroporto di transito e ci farà trovare i bagagli in quello di destinazione. Questa possibilità, tuttavia, non può valere per gli Stati Uniti, se sono a stelle e strisce sia l’aeroporto di transito che quello di destinazione finale. In quel caso possiamo avere subito la carta d’imbarco per il secondo volo, ma dovremo ritirare il nostro bagaglio appena sbarcati in USA e provvedere a fare un nuovo check-in alle nostre valigie.
Da Malpensa partono voli diretti verso gli Stati Uniti, per cui si fa check-in da banchi che si trovano in una zona separata, accessibile solo a chi vola e previo controllo di sicurezza. Si viene interrogati brevemente e le valigie vengono sottoposte ad un controllo radiogeno ancor prima di essere messe sulle bilance. Come accade per altre destinazioni, al check-in si controlla anche che il passeggero possieda un visto o l’ESTA, perché la linea aerea sarebbe pesantemente multata se trasportasse qualcuno che ne è privo.
Per tutte queste ragioni, spesso, all’aeroporto dobbiamo sopportare file e controlli ripetuti. Il mondo dell’aviazione ha un obiettivo più importante di tutti, la sicurezza e nulla viene lasciato al caso. Ci sono procedure codificate che troveremo uguali nel grande hub da cui partono più di centomila passeggeri al giorno come nel piccolo aeroporto di Lampedusa. La comunanza delle procedure e la loro rigida applicazione garantiscono da un lato la sicurezza, dall’altro impongono a tutti gli aeroporti del mondo una “lingua comune” per dialogare. E a proposito di lingua, tutti gli aeroporti, come tutte le linee aeree, prevedono l’uso dell’inglese accanto a quella nazionale.
Se per sfortuna il nostro volo è cancellato o se partirà così in ritardo da farci perdere la coincidenza prevista, gli operatori del check-in faranno del loro meglio per darci una riprotezione ed eventualmente anche una camera dove passare la notte, se rientriamo nelle fattispecie previste dal Regolamento Europeo a tutela dei consumatori.
Ricordiamoci sempre di fare check-in in tempo, tenendo conto delle eventuali code che potremmo incontrare soprattutto nei giorni di alta stagione, prima di partire per l’aeroporto controlliamo che i nostri bagagli rispettino pesi e misure consentiti dal nostro biglietto, sia quelli da imbarcare che quelli che vogliamo portare a bordo, controlliamo i nostri documenti, e via.
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Articolo interessante. Grazie