Caro Ministro, potrebbe prima pensare alle biblioteche del libro edito?

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5 Giugno 2015

Caro Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini,

Mi presento: mi chiamo Luca, sono un studente di dottorato negli Stati Uniti, l’estate torno per fare ricerca qui in Italia. La faccio breve: questa mattina sono andato alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, partendo molto presto da Roma dove risiedo in questo periodo, per consultare alcuni libri. Arrivo alle 9.01 e mi si dice che i libri che richiedo arriveranno solo alle 11, “eh, certo se faceva le richieste prima delle 9 arrivavano alle 9.30” (le consegne dei libri poi vanno avanti ad un ritmo lentissimo, circa una l’ora, anche meno). Uno dei volumi che mi serve non ha collocazione nel catalogo elettronico, va quindi cercato nel catalogo cartaceo. Il libro è del 1964. Con molte difficoltà, e solo dopo circa quaranta minuti ed aver mobilizzato due impiegati, si riesce a capire che il volume non c’è, è probabilmente uno di quelli che era arrivato in Biblioteca ma non è mai stato registrato per via dell’alluvione del 1966. Non mi perdo d’animo, faccio comunque 5 richieste, tre per sala lettura – il massimo consentito, un numero, mi lasci dire, scandalosamente basso –  e due per sala periodici. Dei due periodici, uno è alluvionato (sempre la stessa alluvione, quella del 1966, non una più recente) e l’altro è in un deposito esterno e si può prendere solo il mercoledì, “se vuol tornare di mercoledì….”. Non posso fare altre richieste, perché, sembra incredibile, per i periodici le uniche due richieste si possono fare alle 10 e 11, poi basta. Dei libri, uno su tre è alluvionato: è l’unica copia registrata sul catalogo nazionale Opac, non c’è neanche nelle biblioteche specializzate in cinema, né naturalmente si può comprare. Sono passati 49 anni, e ci sono ancora volumi e periodici presenti nel catalogo della Nazionale (anche elettronico) ma il cui status di “alluvionati” non risulta, occorre fare richiesta e soltanto dopo lo si scopre. I bibliotecari sono molto imbarazzati e dispiaciuti per questa situazione. Mi lasci aggiungere le condizioni fisiche non eccelse in cui la biblioteca versa, il sovraffollamento della sala lettura chiaramente non pronta ad accogliere così tanta gente, il cervellotico sistema per cui nonostante la richiesta venga fatta online occorre consegnate un documento d’identità per ritirare i volumi: e questi sono solo i piccoli problemi che ci si trova ad affrontare venendo un giorno in Nazionale, credo, e spero, lei sia a conoscenza di alcuni di questi e del quadro più generale di disagio, anche economico, in cui versa questa Biblioteca.

Ecco, caro Ministro, ho letto della sua suggestiva idea di una biblioteca dell’inedito. A parte che qualcosa di simile c’è già (l’Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano) sarebbe chiedere troppo che prima di lanciarsi in siffatte acrobatiche iniziative lei possa metter mano alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, una delle più importanti del paese, e a tutte quelle biblioteche piccole e grandi che si trovano in difficoltà simili? Renderebbe la vita più semplice a qualche centinaia di migliaia di ricercatori, studenti, studiosi, semplici curiosi, appassionati lettori.

Cordiali saluti,

Luca Peretti

TAG: alluvione 1966, Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano, Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, dario franceschini, libri
CAT: enti culturali, Firenze

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