Toccante, Livorno, toccante. Diario di una città fuori dal comune

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19 Settembre 2017

Questo articolo è stato scritto a più riprese, come un diario, perché non mi è stato facile tenere traccia su un unico foglio di tutto. Specialmente delle facce di tutta quella gente che spontaneamente si è catapultata in strada per aiutare. Era domenica 10 settembre quando è arrivata l’acqua, la bastarda. Sono passati quasi 10 giorni e adesso, finita l’emergenza, inizia il lavoro faticoso di restituire corpo e dignità ad una città che ora più che mai ha veramente ha bisogno di aiuto.  

Martedì 12 settembre. Toccante. Credo sia questo il termine migliore per definire ciò che sta avvenendo a Livorno dopo il nubifragio di domenica scorsa, quello che ha portato la città su tutte le prime pagine dei giornali. Quello che ha prodotto un’eco che continua ancora oggi, perché la gente che incontro a Pisa o a Firenze si dimostra sempre pronta a dimostrarmi una vicinanza che vale per tutta quella bella città di cui io sono solo un indegno rappresentante. Ed io che cerco di far capire la situazione qual è e quale è stata, anche se io l’acqua, le esondazioni e il fango li ho visti solo in televisione e su Facebook, perché dove abito io non è successo niente e non si è allagato nemmeno il garage. Ecco perché mi sento indegno nel rappresentarla questa città, con tutto il suo carico di dolore, che è fatto prima di tutto di coloro che ci hanno rimesso la vita domenica notte e dei loro cari, e poi di tutti coloro che hanno visto dimore ed esercizi commerciali e aziende devastate dalla forza dell’acqua quando arriva frenetica.

Mercoledì 13 settembre. Ma c’è qualcosa di effettivamente toccante nel modo in cui la città sta reagendo alla cosa. Domenica scorsa, il giorno delle tragedia, io stesso sono rimasto quasi tutta la mattina a capire come fare se volevo dare una mano, da che parte andare, cosa portare. Le informazioni che si susseguivano sui social erano ancora frazionate e l’unica cosa di strutturato che sono riuscito a leggere è stato che le associazioni di volontariato si sarebbero ritrovate al palazzetto. Ed io? La cosa incredibile è che tantissimi, invece di restare ad aspettare come me, si sono messi in moto da soli, sono scesi nei garage e nelle cantine e hanno cercato quello che potevano avere, pale, secchi, stivali, e poi sono andati nelle zone che erano state maggiormente colpite. E questo moto spontaneo è proseguito nei giorni successivi e continua ancora oggi. Su Facebook esistono almeno due gruppi che danno informazioni su chi aiutare e dove andare. Gruppi in cui le persone che hanno qualche ora disponibile chiedono dove possono essere più utili.

Tra questa gente che si è armata di pala e secchio tantissimi giovani, ragazzi che non avendo ancora cominciato la scuola si sono messi a disposizione per l’intera giornata, e sono andati a spalare il fango e a dare sostegno a chi aveva subito i maggiori danni dall’alluvione. Angeli o bimbi, gente in gamba, le cui foto sono cominciate a circolare sui social. Spesso anche bambini piccoli che avendo visto i genitori impegnati nell’intento encomiabile di togliere da strade e locali la marea marrone si sono messi in moto dietro di essi. Anche tantissimi immigrati. Tutti riuniti nel comune pensiero di rimettere in sesto Livorno dopo quello che può essere tranquillamente definito un disastro. Non sono mancati i richiami all’alluvione di Firenze del 4 novembre 1966 e agli angeli del fango, quando l’acqua in alcune parte della città ha superato i 4 metri di altezza, per arrivare in Piazza Santa Croce quasi a 5. Livorno per la semplice esondazione di alcuni corsi d’acqua si è ritrovata nel giro di poche ore in una condizione se non simile, sicuramente paragonabile.

Giovedì 14 settembre. Di fronte a tutto questo tanti ragazzi si sono messi in moto, anche gli ultras della curva nord. Quelli più piccolini si sono organizzati per tornare in strada anche dopo pranzo, quasi come quando si va ad una partita di calcetto. Ne ho visto i visi entusiasti ed ho capito che a volte aiutare è molto più semplice di quanto uno possa pensare. Molto più immediato. Molto più toccante. Ho letto commenti di genitori che non riuscivano quasi a capire da dove ricavassero tutto quell’entusiasmo quei loro figli appena rientrati in casa e già pronti a tornare a spalare. Nei loro vestiti e nei loro stivali sporchi di mota adesso si ripone una speranza che Livorno non sa ancora dire a voce alta. In una città già ferita dalla crisi economica e occupazionale, che qui sembra aver colpito più che altrove in Toscana, adesso c’è anche tutta questa fase di ricostruzione da affrontare. E non si tratta solo della ricostruzione di strade, di ponti e di case, di garage e di cantine, ma anche di quella di quel senso di comunità che serva a marcare una differenza. E la città si sta organizzando. E’ stato anche organizzato un concerto di beneficienza al Teatro Goldoni per il prossimo 26 settembre i cui biglietti sono andati sold-out in 12 ore.

‘Bella Ciao’ è il titolo del concerto-evento del prossimo 26 settembre. Postato l’annuncio su Facebook e partito il passaparola sono arrivate richieste di biglietti da tutta Italia ed in poche ore il teatro era già tutto esaurito.  Sul palco saliranno Bandabardò, Bobo Rondelli, Brunori sas, Motta, Nada, The Zen Circus, Tommaso Novi, insieme a tre conduttori d’eccezione Dario Ballantini, Leonardo Fiaschi e Michele Crestacci. Sono arrivati veloci anche i commenti di chi proponeva di spostare tutto al palazzetto, in una location che potesse accogliere maggiore pubblico, ma le agende di così tanti artisti sono sempre difficili da mettere insieme. Ma Toto Barbato, che con il suo The Cage si è preso in carico l’organizzazione della serata, spiega che questo vuole essere un format aperto a tutti coloro che vorranno organizzare eventi il cui ricavato possa essere destinato al fondo di solidarietà per l’alluvione di Livorno che è stato parto dal Comune. E le iniziative di questo tipo sicuramente nelle prossime settimane si moltiplicheranno. Nel frattempo è stato deciso di sospendere in segno di rispetto e solidarietà per quest’anno il festival ‘Il senso del ridicolo’ che si sarebbe dovuto tenere a Livorno dal 22 al 24 settembre.

Martedì 19 settembre. La mobilitazione è ancora in corso, l’emergenza sembra superata, il fango è stato quasi tutto spalato via, tranne che da alcune zone da cui continuano ad arrivare segnalazioni anche tramite Facebook. Stamani è tornata anche la pioggia e insieme ad essa la preoccupazione. Il giornale due giorni fa raccontava che a spalare il fango sono arrivati anche gli ultras del Pisa che hanno chiesto di essere esclusi sia dalla categoria dei criminali, che da quella degli angeli del fango, “la vera notizia sarebbe stata non aiutarli in questa situazione”, hanno detto al giornale. Intanto è partita anche la macchina per organizzare gli aiuti e la ricostruzione delle aziende che hanno subito danni. Regione Toscana e Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno sono già pronte per ricevere le segnalazioni da parte delle imprese e degli esercenti. Si continuano a moltiplicare le iniziative per la raccolta fondi. Ieri su indicazione del prefetto sono chiuse anche le attività dell’Unità di Crisi. Il Comune ha attivato un numero per qualsiasi segnalazione o richiesta di aiuto 0586 824000. L’iban del Fondo Solidarietà Comune Livorno è il seguente IT 02 X 01030 13900 000006800927.

“Spero che questa solidarietà venga fuori anche dopo, quando tornerà a splendere il sole e sembrerà che non ce ne sia più bisogno. Perché ce n’è bisogno sempre”. Bobo Rondelli

 

TAG: alluvione, Livorno, meteo, Toscana
CAT: Enti locali, Firenze

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