America
Cento lire io te le do, ma in America no, no, no!
Rivisitazione della canzone “Mamma mia, dammi cento lire, che in America voglio andar”, del secolo XIX.
Ma scusa, figliolo caro, che ci vi a fare in America se l’America è questa? Perché mai dovresti aiutarla a ridiventare grande visto che lo è sempre stata perché ha fagocitato senza sosta energie che venivano da altrove, non sempre ripagandole colla dovuta attenzione e non sempre accorgendosi, come in questo momento, che senza gli “stranieri” l’America non esiste?
L’America, seh! L’America, figlio mio, non è più quella degli anni Venti. Che poi, anche lì, andiamo a vedere cosa succedeva in quegli anni… vogliamo parlare del crack del 1929 che causò contraccolpi in tutto il mondo?
Ma quale “grande”, e poi “di nuovo”?
Conosci quel romanzo inglese di Norman Angell che s’intitola “La grande illusione”? Rénoir ci fece pure un film, pure candidato all’Oscar, nel 1939.
Cento lire io te le do, ma mi devi promettere, figlio mio, che prima te lo devi leggere tutto. E poi me lo devi commentare.
Te lo riassumo.
Fu scritto nel 1909. Tu dici che ti annoi, oggi, perché la tua soglia di attenzione non va oltre la mezzora, e leggi solo le biografie dei tuoi beniamini, illudendoti che lì ci siano le vere chiavi d’interpretazione della vita. Sai che vita interessante quella dei tronisti o dei cantanti, per quanto possano provenire da quartieri difficili. Ma per favore, è tutto inventato per fartelo credere. Guarda Fedez, tu crederesti a una sola parola di uno che va in giro a fare le elemosine dalla sua Lamborghini? Sembra la dama benefica di Franca Valeri, che dava il torrone dolce ai vecchietti sdentati. Non conosci Franca Valeri? Ma dici vero? Ma che v’insegnano a scuola?
Comunque, La grande illusione dice chiaramente, ed era il 1909, piena Belle Époque, quindi ottimismo a raffica sui sogni del progresso, che ci si stava avviando verso uno scontro tra nazioni. E ne analizza le cause.
La prima illusione è che se una nazione accresce potere politico e militare ciò non influisce sul suo benessere. E che stanno facendo, un secolo dopo, tutte le nazioni del mondo, e, in particolare, l’America?
La seconda illusione è che non si può distruggere completamente una nazione invadendola. Ossia, si può danneggiare molto, certamente, ma per avere una vittoria completa bisognerebbe sterminare completamente una popolazione. Allora Angell non lo sapeva ma era ciò che voleva fare Hitler all’epoca cogli ebrei e ciò che vorrebbe fare, a sua volta, Netanyahu coi palestinesi. E ciò che quel deficiente di Putin vorrebbe fare coll’Ucraina e, chi lo sa, con quegli stati dell’ex impero zarista. Non hanno letto il libro. Infatti è risultato inutile. Se, nel passato, le guerre erano tali che i vincitori incameravano le risorse dei vinti, oggi questo si ritorcerebbe contro gli stessi vincitori, perché la diffusione di un certo benessere è prodotta da un’interdipendenza economica tra gli stati. La guerra è assolutamente inutile.
Ecco, sempre di Trump parliamo. La terza illusione. I commerci e la finanza si basano su rapporti di fiducia. Se non c’è più quella e si abbattono le regole c’è la catastrofe finanziaria. Hai visto che ha fatto nella tua America? Ma che ci vai a fare? Vaglielo a far capire a quel caprone di Trump che vuol mettere dazi assurdi a destra e a manca. Dazista! Mi dici tu che fiducia possono avere in uno che cambia idea dalla colazione alla merenda di mezza mattina, per poi ricambiarla all’ora del cake and coffee?
Quarta illusione: le colonie, se le impoverisci, non ti renderanno più, anche perché alle colonie rifili le cose peggiori, ma se non hanno un certo benessere, anche quei rifiuti ti restano in casa. Ti torna?
Ma poi, scusa, tu sei europeo, non ti senti offeso dal sentirti dire che sei un profittatore e che devi pagare dei dazi, solo per far piacere all’America? MAGA, ma quale maga? La Maga Circe? Ma che se ne resti lui, lì, nella sua America a tirare palline da golf, magari sempre più grandi, quanto la sua testa inutile, ma figurati. Che rincoglionito. Ma speriamo che una pallina da golf gli arrivi in testa, tirata da un collega. E quell’altra, la biondina, che vuole fare la pontiera. Ma nemmeno la guardia di frontiera a Ponte Chiasso può fare quella, non saprebbe distinguere il cioccolato svizzero dalle tavolette di surrogato. La pontiera, seh! Farebbe bene a leggerselo anche lei, il libro. Ma legge? A parte le cose che le danno da leggere, che anche quelle…
Comunque, in questo libro, di altre illusioni e pure grandi ce ne stanno assai; investi in cultura, figlio mio, apriti gli occhi, e lascia stare tutto ’sto consumo e ’sti sogni mal riposti in un Paese che sta creando problemi al mondo intero. Perché sono degli illusi. Più di un secolo fa, eh! ’sto libro. Butta via questi fumetti venuti male dei tronisti e delle squinzie che gli girano intorno. Senti a mamma tua che ti vuol bene, e che ti darebbe anche le cento lire. Ne parliamo dopo la lettura.
’Sto sogno americano, ma chi te lo ha messo in testa? Non so che cosa aspettino a mandare Trump a quel paese, chissà quale, però. Forse in Afghanistan, gli starebbe bene.
Tu in America non ci vai, sennò niente cento lire.
Tu vuo’ fa’ l’americano, siente a me chi t’ ’o fa fa’. Che poi, a pensarci bene, ‘e sorde p’ ‘e Camel
Chi te li da? Come per le cento lire: la borsetta di mammà.
P.S. Piccolo inciso, l’America a cui si riferisce la canzone piemontese non erano gli Stati Uniti, come tutti pensano, ma l’America del Sud.
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