Geopolitica

Alaska: viaggio virtuale con tappe a Kyiv, Gaza, Baku

L’incontro dell’Alaska non giunge improvviso. Appare come l’atto finale di numerosi “quadri” che delineano uno scenario geopolitico allarmante soprattutto per la debacle dell’UE incapace di attuare una sua politica estera per mancanza di identità.

9 Agosto 2025

La geopolitica del solleone mostra sempre sorprese, specie con Trump al potere. Nel mentre che le agenzie battevano la notizia dell’incontro in Alaska di Donald e Vladimir, i leader di Armenia Nikol Pashinyan e di Azerbajian Ilham Aliyev firmavano alla Casa Bianca, venerdì 8 agosto 2025, alla presenza del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, un accordo di pace dopo quasi quattro decenni di sanguinoso conflitto in Karabakh.

Fig. 1 Lo Scacchiere caucasico dove si intrecciano i 2 coni d’ombra geopolitica: quello a margini scuri discende dall’Ucraina e si spinge sino a Gaza e ai suoi mega-giacimenti. Quello a margini gialli ci riporta all’area d’intersezione del nord Iran dove persistono presenze come Azerbajian, Siria, Turchia etc.
Foto 1 La firma dell’accordo Armeno-Azero alla presenza del Presidente Trump alla White House il giorno 8 agosto 2025.

Anche in questo caso, come avverrà con l’Ucraina si cristallizzano i risultati delle guerre pregresse e l’Azerbajian mantiene il pieno controllo della regione del Karabakh che aveva recuperato nel settembre 2023. Nell’accordo si valorizza il pieno e bilaterale controllo del corridoio terrestre diretto all’area di Nakhchivan ( Fig. 1) collegamento che per Baku è di vitale importanza quale cordone ombelicale di connessione con l’Europa tramite la Turchia con cui ha da tempo ottimi rapporti, pecie nella gestione della via del petrolio caucasico, fornito dalla TANAP (Trans-Anatolic Pipeline). Parimenti Yerevan si assicura una via di trasporto vitale per l’integrazione nella regione e per contrarre nuovi rapporti con l’Iran. L’accordo si chiamerà TRIPP ( Trump Road for Peace e Prosperity) autodefinito dal Tycoon in barba ad ogni modestia. Foto1.

Cosa significano questi avvenimenti:

  • Come si vede dalla Fig. 2, lo scacchiere geopolitico del Caucaso arricchisce di una nota gravativa la già complessa situazione dell’area. A nord del popolo senza confini, i Curdi, si stabilisce formalmente una forza di pressione politica e di controllo economico, esercitata dalla contaminazione di Russia e USA con bracci operativi primari sull’Oil & gas che sono Aliyev e Il convitato di pietra sempre presente Recep Tayyipp Erdogan. I coni d’ombra della influenza russo-turco-americana si incrociano nella Striscia di Gaza, nel cui offshore ci sono i quadranti dei mega-giacimenti Aphrodite, Tamar e Leviathan.

    Fig. 2 Lo scacchiere caucasico che arricchisce l’area già densa di scacchieri-polveriere. Questo ultimo si inscrive in un’area tra Popola Curdo, Iran, Siria e Giordania e ha un nodo cruciale nel suo terminale di Gaza.
  • La Marina Turca dunque guiderà la Flotta russa del Mediterraneo, avendo come basi di appoggio Bengasi e anche Tripoli;
  • Il corridoio di Nakhchivan consentirà lo scambio dell’oil iraniano e uno sbocco supplementare a quello dello stretto di Ormuz, compromesso dalla presenza della Marina USA.
  • Gaza verrà sacrificata, più o meno come stanno facendo in Italia con la popolazione di Scilla sulla costa calabra e Villa S. Giovanni in quella siciliana, per costruire l’Inutile Mostro di Cemento.
  • Ne deriva che l’altro convitato di pietra che resterà inamovibile è Netaniahu perché puntellerà il pilastro centrale mentre a Erdogan spetta il presidio del pilastro occidentale. L’Iran si occuperà di rinsaldare i confini con l’area di estrazione mediante il pilastro orientale, sempre pronto a raccordarsi con la Cina che utilizzerà il corridoio di Nakhchivan al posto della Via della seta.
  • L’incontro in Alaska servirà a ratificare quanto sopra, un accordo tra vertici USA-URSS che appiattisce il significato storico di quello tra Reagan e Gorbacev nell’ottobre 1986 a Reykjavík. Alla voce varie ed eventuali si assisterà a) alla concordata eliminazione politica di Zelensky , mai considerato dai due come interlocutore credibile, b) alla eliminazione politica ed economica della UE che subirà con le imposizioni trumpiane una spesa di 600 miliardi di dollari di investimenti nell’industria americana, un riarmo che è un ricchissimo omaggio alle fabbriche della Lockheed-Martin-Marietta negli Stati Uniti. Cui si devono aggiungere i 750 mld per gli acquisti di oil & gas che probabilmente verranno ceduti ai comprimari azeri e russi a mò di riparazione delle sanzioni subite. Senza considerare che l’UE persegue un piano vessatorio contro la Russia che è giunto al 18* appuntamento ma che non verrà mai esatto.
  • Dal punto di vista economico, Trump compensa la svalutazione del dollaro sull’euro pari a circa il 15% con i dazi di egual misura, utilizza il mercato del petrolio della SOCAR azera per entrare nella cordata caucasica e recepire profitti per un margine operativo sempre più spinto che gli consente di mantenere bassi i prezzi USA ma fare profitti con il petrolio altrui;
  • Gaza is dead. Nessun leader si assumerà la responsabilità di quel genocidio che viene perpetrato mentre tutti girano lo sguardo;
  • Enorme, irreparabile il crollo politico dell’UE che non riesce neanche a convocare il Parlamento di Bruxelles o il Consiglio. La passiva accettazione dei dazi senza un discussione in Aula nella plenaria dovrebbe essere motivazione e causa giusta per chiedere le dimissioni di tutti i parlamentari e sciogliere la X Legislatura Europea al suono di una vergognosa ritirata che neanche nel massacro di Forte Apache trova pallido paragone. Il prevertice di Londra ( 9 agosto) alla presenza del Vicepresidente USA  non trova la forza per impedire che la guerra Ucraina sia ormai perduta e lo testimonia il Presidente Macron che cerca di riaffermare la presenza di Zelensky. In pratica in questi anni di guerra ucraina l’UE non ha perduto solo 59.6 miliardi di euro ma ha dissipato la sua credibilità politica e potenziale economico.*

 

  • https://www.consilium.europa.eu/it/policies/military-support-ukraine

 

 

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