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Trump impedisce l'acesso ad Harvard agli studenti stranieri

Geopolitica

L’attacco all’autonomia di Harvard e il modello Make America Close Again (MACA)

di Luciano Pilotti

L’attacco a Harvard verso un Make America Close Again (MACA) producendo incertezza, debolezza , insicurezza e bassa crescita

24 Maggio 2025

Harvard viene colpita nella sua ricchezza fondamentale, che sono gli studenti stranieri (6000) costretti ad andarsene o a “rifugiarsi” in altre università con motivazioni risibili e ideologiche. Harvard che da 400 anni scolpisce le classi dirigenti americane forgiandone forze nuove, pensiero critico e potenza tecno-scientifica selezionando i migliori del mondo da mettere al servizio del sistema economico USA e delle sue aziende di punta. Università che hanno combattuto contro il colonialismo e lo schiavismo fin dalle Guerre di Indipendenza del ‘700 per una società più giusta ed equa. Un attacco al cuore del sapere che contrasta con Make America Great Again perché questo è il modo di farla più piccola, debole e insicura. Un errore strategico grave, con la scusa di colpire l’antisemitismo e l’islamismo o la cultura woke di cui queste università sarebbero “covi”, ma di fatto per combattere i suoi nemici, cioè tutti i ricercatori indipendenti e il pensiero critico. Harvard è l'”attrattore strano” dei migliori del mondo e fermare questa selezione globale (tra poche altre nel globo) è contro gli interessi degli USA perché è anche il veicolo dei migliori investimenti che affluiscono nei settori di punta per le start-up innovative, dall’informatica alle life science dalle scienze applicate, all’high tech, fino alle humanities, armi vere di contrasto alla supremazia tecnologica emergente della Cina.

Intanto un giudice si è già opposto a questa misura incomprensibilmente penalizzante verso Harvard e verso tutte le Università della Ivy League (8 migliori private del nord della East Coast) anche perchè sospetta di incostituzionalità verso migliaia di studenti e che potrebbe scatenare fiumi di ricorsi e laboriose pratiche di risarcimento. Trump dovrebbe peraltro sapere che il sapere o è libero oppure se condizionato da vincoli sugli oggetti di studio e di indagine (peraltro oscuri e ideologici) scivola non solo sulla china di un pericoloso autoritarismo (e già visti al lavoro con Fascismo, Nazismo e Comunismo del ‘900) ma ne è penalizzato nelle sue traiettorie di sviluppo entro perimetri incomprensibilmente ristretti di limiti alla ricerca e dunque alla crescita economica e sociale. Infatti, Wall Street “vota” immediatamente contro cedendo in modo sensibile, soprattutto perché viene percepito come ulteriore segnale di “chiusura”, di “incertezza” e contro il “merito” (in questo caso limite culturale e di selezione delle classi dirigenti meno adatte oltre che anti-tecnoscientifico) come lo sono i dazi da un punto di vista commerciale. Dazi che vengono confermati verso l’Europa al 50% che dovrà decidere come reagire seppure in modi meno “scenografici e rumorosi” di quelli trumpiani (ma non meno decisi), mentre sul lato della ricerca scientifica si tratterà di aprire le proprie università per accogliere le migliaia di ricercatori che decideranno di lasciare gli USA compresi i loro progetti di ricerca e di start-up innovative sulla frontiera tecnologica.

Ha Trump contezza della perdita di valore umano e finanziario di una tale “remigration”? Dunque, le mosse molto ideologiche di attacco alle università a partire da Harvard è un pessimo segnale soprattutto in contrasto con l’obiettivo di “Make America Great Again” spingendo – in modo contraddittorio – verso una Make America Close Again” che significa limitarne i potenziali che l’hanno sostenuta da almeno 250 anni con università aperte, libere, competitive e autonome nelle scelte scientifiche e di ricerca per mantenere il sistema economico sulla frontiera della conoscenza e dunque dell’innovazione. Perché ricercatori e scienziati meno autonomi e liberi saranno anche meno creativi, insoddisfatti, demotivati e dunque con minore produttività scientifica e di innovazione e meno propensi a legare i propri progetti al sistema industriale-militare americano, perciò riducendone anche le capacità di difesa e di sicurezza. La scelta stessa di Elon Musk di tornare a fare l’imprenditore sembra andare in questa stessa direzione e magari avendo pesato anche tale decisione di penalizzazione della più grande e prestigiosa università del pianeta che è stata sanzionata ovviamente per ora anche dalle borse oltre che dagli acquirenti di Tesla e dei suoi azionisti. Forse avviati verso ripensamenti delle traiettorie MAGA soprattutto se diventassero MACA?

#geopolitica
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