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Siria

Medio Oriente

Continuano i massacri in Siria: ancora un genocidio contro i drusi

di Abdullah Alhallak

La tragedia siriana non è solo un risultato di un caos politico e fase di transizione, ma anche di un potere illegittimo che opprime chi non si adegua alla sua ideologia, mentre cerca legittimazione internazionale

16 Luglio 2025

La collega siriana Ola Habib ha scritto questo messaggio: “Cari amici, la mia famiglia fa parte della comunità drusa in Siria e si trova sotto bombardamenti e attacchi da parte di gruppi terroristici. Ci sono massacri in corso e le loro vite sono in grave pericolo. Abbiamo bisogno di aiuto, visibilità e sostegno. Se conoscete organizzazioni che possano intervenire o se potete far circolare questo appello, vi prego di farlo. Grazie”.

Il fratello di Ola, Hassan, risulta al momento disperso, e non si hanno sue notizie. Questa tragedia riflette la sofferenza che la comunità drusa in Siria sta vivendo, a causa degli attacchi delle gruppi militari pro il governo di Al-Julani, ex leader di Al-Qaeda, ha combattuto in Iraq e in Siria, ed è responsabile di gravi crimini contro i civili.

Al Julani è salito al potere nel dicembre scorso, dopo la caduta del dittatore Bashar al-Assad, anche lui responsabile di anni di violenze e repressioni. All’inizio del suo governo, ha cominciato a fare un processo di islamizzazione del Paese e delle istituzioni. A marzo ha attaccato la minoranza alawita e, a maggio, ha colpito i drusi As Sweida e Ashrafieh Sahnaya. Oggi è tornato a colpire i drusi: pochi giorni fa, beduini della regione meridionale hanno attaccato viaggiatori drusi sull’autostrada per Damasco. Ci sono stati scontri, rapimenti, torture e mutilazioni. La tragedia siriana non è solo un risultato di un caos politico e fase di transizione, ma anche di un potere illegittimo che opprime chi non si adegua alla sua ideologia, mentre cerca legittimazione internazionale. Il declino della democratizzazione nel mondo ha contribuito a rafforzare regimi come questo, sostenuti anche da leader e autoritari, che in passato hanno supportato Assad con il pretesto di “difendere le minoranze”, e oggi sostengono Al Julani nonostante le sue violenze contro le minoranze e anche contro i sunniti che non sono pro il suo potere. La Siria è oggi un Paese distrutto sul piano economico, politico e della sicurezza e in conflitti settari e religiosi. La prospettiva di costruire una democrazia sembra rimandata di decenni. Il fratello e la famiglia di Ola devono tornare a casa loro e anche il ritorno in sicurezza di tutti i siriani alle proprie case. È necessario fermare le violenze e le uccisioni basate su differenze religiose ed etniche, e costruire una pace duratura. Tutto questo, però, non può avvenire senza un intervento urgente e una protezione internazionale che, purtroppo, al momento sembra lontana. Non so come si potrà realizzare, ma so che deve avvenire.

conflitto siriano geopolitica politica siria
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