La copertina del rapporto di Btselem, una delle due ONG israeliane che con Physician For Human Rights Israel parla di Genocidio sulla base dei rapporti presentati oggi, 28 lugglio 2025

Medio Oriente

Per la prima volta due ONG israeliane parlano di genocidio a Gaza

Le ONG israeliane per i diritti umani B’Tselem e Physicians for Human Rights – Israel hanno pubblicato oggi due rapporti in cui si afferma che Israele sta commettendo il crimine di genocidio contro i palestinesi di Gaza, secondo la definizione del diritto internazionale

28 Luglio 2025

È la prima volta che ONG israeliane giungono ufficialmente alla conclusione che lo Stato di Israele stia perpetrando un genocidio a Gaza. Entrambe le organizzazioni chiedono ora alla comunità internazionale di intervenire per fermare quelle che definiscono atrocità. Il rapporto di B’Tselem si apre con una dura condanna dell’attacco di Hamas del 7 ottobre contro Israele, evidenziando che quell’offensiva ha incluso numerosi crimini di guerra e, con ogni probabilità, crimini contro l’umanità. Il documento prosegue descrivendo la risposta israeliana come eccezionalmente violenta, con conseguenze devastanti in termini di uccisioni, distruzioni, sfollamenti e carestie su larga scala. Secondo il rapporto, Israele ha effettuato bombardamenti indiscriminati su aree densamente popolate e ha usato la fame come arma bellica contro oltre due milioni di persone.

B’Tselem parla di “uccisioni di massa, sia tramite attacchi diretti sia tramite la creazione di condizioni di vita catastrofiche che continuano ad aumentare il numero di morti; gravi danni fisici e mentali alla popolazione; distruzione diffusa di infrastrutture; e disintegrazione del tessuto sociale, comprese scuole e siti culturali palestinesi”. Nel testo si citano le dichiarazioni dell’ex ministro della Difesa Yoav Gallant, che ha definito i palestinesi “animali umani”, e del primo ministro Netanyahu, che il 28 ottobre 2023 ha paragonato la guerra contro Gaza a quella biblica contro Amalek, popolazione che Dio ordinò agli israeliti di sterminare. Vengono riportate anche frasi di giornalisti e personaggi pubblici con retorica genocidaria.

Secondo gli autori, la combinazione tra i fatti documentati a Gaza e le dichiarazioni delle autorità israeliane porta a una “conclusione inequivocabile: Israele sta agendo in modo coordinato con l’intento di distruggere deliberatamente la società palestinese nella Striscia di Gaza, commettendo così un genocidio”. Il rapporto si basa su testimonianze raccolte tra i residenti di Gaza, su documenti di ONG, agenzie ONU, inchieste giornalistiche e pareri di esperti internazionali. I dati sulle vittime provengono dal ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas, ma considerati affidabili da numerosi ricercatori e organizzazioni, e spesso più bassi rispetto ai numeri reali.

Gli autori citano anche uno studio pubblicato su The Lancet nel febbraio scorso, secondo cui l’aspettativa di vita nel primo anno di guerra è calata del 51% per gli uomini e del 38% per le donne, con un’età media alla morte scesa a 40 anni per gli uomini e 47 per le donne. Il rapporto include testimonianze scioccanti, come quella di una madre che ha visto marito e figli travolti da un carro armato, un padre che ha assistito alla morte del figlio bruciato vivo, e un paramedico costretto ad abbandonare corpi, una donna morente e un neonato in un’ambulanza colpita da un bombardamento. Il giorno dopo, tornato sul posto, ha trovato i resti dei cadaveri dilaniati dai cani randagi, ma il neonato ancora vivo.

Si riporta anche il racconto di Muhammad Ghrab, sfollato da Gaza City a Muwasi (Khan Yunis), che ha assistito al bombardamento del 13 luglio 2024, con due esplosioni consecutive. Israele ha dichiarato di aver preso di mira alti comandanti di Hamas, tra cui Muhammad Deif. L’attacco ha causato 90 morti e 300 feriti, in gran parte civili. “La scena era irreale”, racconta Ghrab. “C’era fuoco ovunque, il cielo pieno di polvere. Le tende ancora in piedi erano piene di corpi, soprattutto donne e bambini. È stato come vedere l’inferno cadere sulla terra. Non esistono parole per descriverlo.”

Gli autori denunciano anche quella che definiscono “la più grave crisi di orfani della storia moderna”: circa 40.000 bambini hanno perso uno o entrambi i genitori, e il 41% delle famiglie ospita minori non propri. Denunciano inoltre arresti di massa e torture nelle carceri israeliane, sfollamenti forzati, pulizia etnica e la distruzione sistematica dei campi profughi, oltre agli attacchi all’UNRWA. Le dichiarazioni delle autorità israeliane – si legge – hanno dimostrato l’intenzione genocidaria dell’offensiva. Gli autori temono inoltre che la violenza si estenda in Cisgiordania e all’interno di Israele. “È ancora possibile salvare chi non è stato ancora perduto. Occorre usare ogni strumento previsto dal diritto internazionale per fermare il genocidio dei palestinesi”, si conclude nel testo.

Il secondo rapporto, firmato da Physicians for Human Rights – Israel, analizza gli aspetti sanitari dell’assalto israeliano, concludendo che anche sotto questo profilo Israele sta commettendo un genocidio, in base alla Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio.

Secondo PHRI, Israele ha smantellato deliberatamente il sistema sanitario e i mezzi di sussistenza di Gaza, colpendo ospedali, ostacolando i soccorsi e uccidendo personale sanitario. Tali azioni – si legge – non sono incidentali, ma parte di una politica deliberata contro la popolazione palestinese. L’organizzazione identifica almeno tre atti che corrispondono alla definizione giuridica di genocidio: “uccisione di membri del gruppo, inflizione di gravi danni fisici o mentali, e imposizione di condizioni di vita mirate alla distruzione del gruppo, in tutto o in parte.”

PHRI denuncia la mancata applicazione del diritto internazionale e chiede agli Stati di rispettare l’articolo I della Convenzione, intervenendo per fermare il genocidio. L’organizzazione fa inoltre appello alla comunità sanitaria e umanitaria globale, definendo la distruzione del sistema sanitario di Gaza una catastrofe umanitaria che richiede solidarietà e azione urgenti.

Numerose organizzazioni e giuristi concordano ormai sulla qualificazione dei fatti come genocidio. Tra questi: Amnesty International, il Centro europeo per i diritti umani, la Federazione internazionale per i diritti umani e Medici senza frontiere. Anche Human Rights Watch ha parlato di “crimini di sterminio” che potrebbero configurare un genocidio. Infine, diversi studiosi israeliani di diritto e di genocidio, tra cui esperti della Shoah come Daniel Blatman, Omar Bartov, Shmuel Lederman, Amos Goldberg, Raz Segal, e i giuristi Itamar Raz, Lee Mordechai e Adam Raz, hanno espresso lo stesso giudizio.

Il rapporto di Btselem: “Our Genocide”
Il reporto di Physician for Uman Right Israel: Genocide in Gaza

Commenti

Devi fare login per commentare

Accedi

Gli Stati Generali è un progetto di giornalismo partecipativo

Vuoi collaborare ?

Newsletter

Ti sei registrato con successo alla newsletter de Gli Stati Generali, controlla la tua mail per completare la registrazione.