L’Ue si fa i selfie al funerale della Grecia

20 Agosto 2018

Siamo in un’epoca in cui sovente si ricostruiscono i retroscena, e non si osserva la scena; si guarda dietro la televisione ignorando lo show che va in onda.

A volte avviene così anche nel valutare quel che è accaduto in Europa nell’ultimo decennio della Grande crisi; ma l’austerità è ormai storia, i dati sono stratificati in serie, basta metterli in fila.

Prendiamo la Grecia. Oggi, mentre finisce l’era della Troika imposta dall’Ue a quello sventurato paese, il commissario Moscovici, socialista (prendiamo lui per tutti), asserisce che occorre “festeggiare un momento storico”. Infatti tutti giornali apprestano pagine in cui si afferma che “è finita la crisi greca”.

Perfetto, restiamo ai dati Eurostat riportati da questi stessi giornali. Dall’inizio del primo salvataggio del 2010, le varie “istituzioni” hanno speso (prestato), 270 miliardi di euro.

In questo stesso lasso di tempo, quel paese ha perso il 20% del Pil (25% dal 2007), la disoccupazione è raddoppiata, passando dal 10 al 20%, le “entrate personali” sono diminuite in media del 28%, le pensioni sono state tagliate del 14%, oltre un quinto dei cittadini vive sotto il livello di “estrema povertà”, e mezzo milione di questi sono emigrati all’estero, con la prospettiva di non più ritornare.

Inoltre, il rapporto debito/Pil, la vera ragione e ossessione della filosofia che ispira le politiche economiche di questi anni, ammonta al 180%.

E quindi? Non si capisce dove sia il buon risultato dell’operazione, il motivo delle celebrazioni. Quale che fosse il punto di partenza ipotetico – la crisi, il dissesto, le colpe greche, lo storico malfunzionamento strutturale di quella economia, quel che si vuole -, da quale punto di vista l’esito dell’intervento straniero è valutabile positivamente?

Le stesse istituzioni intervenute – in funzione autoassolutoria – hanno introdotto elementi problematici, per esempio sull’esigenza di agire nei confronti delle gravi fasce di povertà; non si capisce peraltro con quali risorse, dato che l’obbligo di conseguire nei secoli dei secoli avvenire un cospicuo avanzo primario renderà impossibile ogni intervento.

Dunque, a fronte di un esborso ben superiore a quanto ipotizzabile ex ante, e anche senza volere evocare tutti gli spinosi capitoli aperti dal retroscenismo – le privatizzazioni a vantaggio dei paesi creditori, i soldi prestati e subito tornati nelle banche tedesche e francesi, e così via – non si capisce come si possa considerare questa missione un successo.

Si sono spesi centinaia di miliardi di euro; si è prodotto un paese devastato sul piano istituzionale e sociale che, sul piano economico, ha la sola caratteristica di avere un bilancio “in ordine”. Se questo è il bel risultato che l’Ue porterà il prossimo anno al referendum “pro” o “contro” l’Europa che i populismi vanno organizzando, auguri.

E così pare, dato che è questo l’esito dell’austerità che, oggi, i “responsabili” celebrano scattandosi un selfie al funerale della Grecia.

 

TAG: europa
CAT: Euro e BCE

6 Commenti

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  1. cyrana4ever 6 anni fa

    L’operazione è riuscita, il paziente è morto. Grecia: la più grande ingiustizia e la più grande vergogna di questa UE matrigna e miope che se non archivierà ASAP e per sempre l’austerità come inutile anzi dannosa, non sopravviverà al giudizio dei cittadini europei, che auspico duro e inflessibile.

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  2. alec84 6 anni fa

    È facile criticare esponendo i risultati senza un’analisi del contesto, senza capire quali fossero le alternative.
    La Grecia, Paese di 11 milioni di abitanti che in pochi anni aveva raggiunto grandi risultati economici e di miglioramento del tenore di vita, ad un certo punto si è lasciata andare a spese folli. Olimpiadi, settore statale elefantiaco, inefficienza, corruzione ecc.
    La Grecia, così come stava andando 8-10 anni fa, semplicemente non poteva andare avanti. Quella crescita economica era drogata da una spesa in deficit.
    Potevamo far finta di niente? Continuare con le nostre banche e i nostri risparmiatori a prestare soldi per mandare in pensione la gente a 55 anni? Se l’autore vuole, apra il portafoglio: io non lo faccio. Non potevamo mantenere 11 milioni di persone a un tenore di vita quasi italiano, con l’export (parole di Prodi) della provincia di Reggio Emilia.
    La Grecia di oggi è un Paese più povero, è vero. Ma oggi, quel che cresce, è crescita vera. Ci vorranno ancora degli anni per recuperare, ma c’è poco da fare: se puoi permetterti la Panda, vai con la Panda; se ti fai i debiti per comprare una Stelvio, sei un cretino e prima o poi la paghi.

    (oh, a noi va bene solo che il Nord Italia è una specie di Land tedesco, se no faremmo la stessa fine)

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  3. mattia.granata 6 anni fa

    quindi lei (dato che pare operare l’economia internazionale in prima persona) ha speso 270 mld per rendere un paese piu’ povero: ottimo investimento, logica stringente, sintesi austera.

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  4. alec84 6 anni fa

    Aspetti, di quei 270 miliardi quanti NON sono tornati? E di quanti siamo abbastanza certi che non torneranno?
    Se no è facile buttare lì il numerone ad effetto.

    E poi scusi, prestare 270 miliardi è poca roba?
    Soldi prestati in un momento in cui il mercato non li avrebbe mai prestati.
    E’ segno di indifferenza per i destini della Grecia?
    No così, per dire, sono 25mila euro per ogni greco.

    Lei insiste nel vedere lo stato del paziente dopo la cura, io provo a immaginare come sarebbe stato senza la cura, e magari senza cambiare abitudini di vita.
    Mi chiedo quanto sia giusto che decine di milioni di europei rinuncino a pezzi importanti del PROPRIO Stato sociale per far passare indenne la crisi ai greci, perchè purtroppo è quello che avremmo dovuto fare, per fare diversamente.

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  5. mattia.granata 6 anni fa

    La storia coi se e le possibili alternative e’ un passatempo estivo. Le politiche economiche – in particolare se l’obiettivo e’ risanare un paese in crisi – si valutano con i costi, i benefici e i risultati conseguiti misurati a partire da indicatori macroeconomici verificati su statistiche il più possibili affidabili (“numeroni a effetto”). Poi ognuno li interpreta come crede anche se il manuale di economia, al riguardo, e’ sempre un utile vademecum. Cordialità.

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  6. alec84 6 anni fa

    Mattia Granata, non mi ha risposto.
    Quanti di quei 270 miliardi non sono tornati? Quelli sono i soldi “bruciati”.
    Che da una parte sosterrebbero la sua narrazione (“vedete, con le vostre geniali ricette avete sprecato soldi e creato questo casino”), dall’altra potrebbero aprire a un’altra interpretazione (“ma davvero la Grecia è stata lasciata sola come dicono?”).
    Non guardare ai se è un esercizio comodo, aiuta a mantenere la propria idea: siccome non è stato risolto tutto, ecco che è stato fatto tutto sbagliato.
    Resto in trepidante attesa di sapere come si sarebbe dovuta risolvere la situazione greca. Le chiedo però anche di quantificare il costo per cittadino italiano, francese, tedesco…hai visto mai che siamo ancora in diritto di decidere se è un costo sostenibile.

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