E la BCE pubblica i suoi verbali
Il 19 febbraio la Banca Centrale Europea ha pubblicato per la prima volta il verbale di una riunione del suo Consiglio Direttivo, in particolare quello del 21-22 gennaio in cui è stato dato il via libera al Quantitative Easing. In questo modo la BCE – ed in particolare il suo Presidente Mario Draghi – ha voluto avvicinarsi al modello anglosassone nel quale l’accountability (termine che possiamo tradurre in italiano in maniera imprecisa con responsabilità) della banca centrale è garantita anche dalla pubblicità del modo in cui essa perviene alle sue scelte. In un certo senso in questo modo la BCE si allontana dalla tradizione tedesca di segretezza delle decisioni della banca centrale.
Tuttavia, la BCE non ha seguito la Federal Reserve e la Bank of England nel riportare le opinioni ed i voti di ciascun membro del Consiglio Direttivo, e nel verbale c’è scritto che la decisione di iniziare il Quantitative Easing è stata presa “a larga maggioranza”. Non sembra però inappropriato pensare che dopo questa prima rottura con il modello seguito fino ad ora, nel futuro le posizioni individuali verranno rese pubbliche: Mario Draghi sembra riuscire a riformare lentamente i processi e le decisioni della BCE, basti pensare alla lunga teoria di annunci che hanno poi portato al Quantitative Easing e che erano finalizzati a creare un supporto politico e tecnico a questa nuova politica.
Con la Grande Recessione il ruolo delle banche centrali è cresciuto con l’introduzione delle cosiddette politiche monetarie non convenzionali. Per questo la comunicazione degli obiettivi e degli strumenti è diventata sempre più importante. Banche centrali, come quella statunitense e quella britannica, che partivano da un già elevato livello di pubblicità delle loro scelte hanno introdotto la forward guidance, cioè l’indicazione di come saranno modificati i tassi di interesse in futuro. con questa svolta, che finora affidava le indicazioni a una sorta di linguaggio in codice per addetti ai lavori, ha reso la comunicazione esplicita, Ad esempio, la Federal Reserve dopo la sospensione dell’acquisto di attività a lungo termine nell’ottobre 2014 ha dichiarato che il tasso ufficiale doveva mantenersi prossimo allo zero per un periodo di tempo «considerevole».
La Banca Centrale Europea l’ha introdotta per la prima volta il 4 luglio 2013 quando dichiarò: “Il Consiglio Direttivo si attente che i principali tasso di interesse della BCE rimangano ai livelli attuali o più bassi per un lungo periodo di tempo. Questa aspettativa è fondata sulle basse attese di inflazione che si prolungano nel medio periodo, data la debolezza dell’economia reale e la limitata dinamica degli aggregati monetari”. In questo modo la BCE ha informato gli operatori che la sua politica di tassi bassi sarebbe durata a lungo finché l’attività economica non avesse mostrato segni di ripresa. In questo modo la BCE le altre banche centrali cercano di indirizzare le aspettative ed i comportamenti di imprese e consumatori riducendo l’incertezza presente nel sistema economico, incertezza che riduce consumi ed investimenti.
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