Se colpiscono la Grecia, da che parte stai?

5 Febbraio 2015

Questo articolo è stato scritto lo scorso febbraio, con Tsipras fresco di vittoria e di governo. Ora che il default greco è davvero vicino, vale la pena di rileggerlo, ponendosi le stesse domande di allora: più attuali che mai.

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E insomma, Tsipras ha vinto. Ha composto il governo, collocato un cow boy al ministero chiave dell’economia, e avviato un giro di capitali europee per annunciare il suo verbo. Perché, sì, Tsipras e il cow boy stanno affermando gli argomenti coerentemente con quanto promesso in campagna elettorale. Uno a zero per loro.

Poi certo le giornaliste Bbc, che sanno dove sta il portafoglio, hanno provato a fare le coraggiose, ma un colpo di revolver gli ha forato il cappello. Poi certo gli emissari olandesi, occhialini, ricciolini biondi, gemelli ai polsini, hanno provato a “uscire la cazzimma”, ma, effettivamente, i governi eletti nel mondo normale trattano con i governi eletti, non con emissari dal vestito beige che pretendono di spostare i mobili in casa altrui. Nel mondo normale, non nell’Europa del 2015.

Infatti poi è arrivata la banda dei cattivi; la Merkel ha cominciato a fare la voce grossa, la Bce ha cominciato a indietreggiare, e meno di un giorno prima dell’incontro tra i pari grado tedesco e greco, vedi un po’ te, si è annunciato proprio quel che dovrebbe favorire il disastro, ossia la minaccia di non pagare pensioni e stipendi; stimolando la corsa agli sportelli del popolo greco.

Ma a ritirare che cosa? Niente! La Grecia è fallita da quell’estate in cui, leggendo i parametri fondamentali dell’economia di quello stato, constatavamo che la Grecia era fallita. Poi, però, siccome c’era l’esigenza di far rientrare le banche tedesche e francesi, il morto è stato vestito a festa, imbellettato, pettinato e truccato, e s’è fatto finta che fosse vivo, per spremerne meglio il conto in banca.

Fa nulla se i cittadini greci hanno subito l’inverosimile in un quadro democratico: ossia di non potersi più scegliere i governanti e le politiche fondamentali; sono le regole dell’Ue, bellezza. E nessuno a chiedersi chi ci perdeva, chi ci guadagnava e perché mai in emergenza non possiamo cambiare le regole che noi stessi ci diamo.
Arriviamo al paradosso che gente sedicente di sinistra, purtroppo diseducata da un quinquennio di versione ufficiale, stia lì a gioire per la parità del bilancio greco, raggiunta con il licenziamento di decine di migliaia di dipendenti pubblici e con il taglio sotto ogni livello di sussistenza di salari e stipendi: bel progressismo la parità a costo della povertà. E che tale porzione di opinione pubblica diseducata e conformista, non abbia ancora capito quel che ci siamo tutti stufati di ripetere: ossia che quando anche la Grecia sia un paese infetto dai falsi bilanci pubblici, chi si è arricchito evadendo e corrompendo ben difficilmente è chi oggi patisce dell’assenza di luce e riscaldamento: ma che cosa ci vuole a capire che malversazione e corruzione ovviamente non arricchirono il ceto immiserito in questi anni?

Del resto se i cantori dell’unica verità possibile (uvp) sono i Giavazzi che oggi scrivono sulla Prima pagina del Corsera che la vittoria di Tsipras è parte di un complotto contro l’euro, per screditare la Bce e la Merkel; non dei cittadini greci che, una volta tanto, hanno votato e hanno un governo eletto e non nominato. E che Obama, di conseguenza, starebbe speculando sull’Euro, e non affermando quel che ogni persona razionale eccetto Giavazzi ha capito da quattro anni: ossia che l’austerita’ che lui ha contribuito a diffondere ha fallito. Fallito, Giavazzi.

La fine della sinistra greca, consumata fino alla morte dal consenso contro natura all’austerità tedesca, ha generato una nuova sinistra greca. Questa è nata come risposta funzionale al bisogno della povera gente come sempre è avvenuto nella storia: e infatti è risorta come un’araba fenice dal mutualismo, dalla cooperazione, dal sindacalismo, da tutte le forme inventate dalla democrazia per affrontare il bisogno, per dare risposte a precarietà, insicurezza, povertà. Niente di nuovo, per chi abbia almeno studiato il manuale, almeno il manuale, almeno quello.

Il grande assente di questi giorni è il socialismo europeo; si tace per carità umana di quel misero Hollande, l’uomo del motel in motorino; grandi sono le speranze in Renzi. Come dicevamo in un sol colpo pochi mesi fa ha inserito nel Pse il Pd, ne ha preso la guida, e poi ha giocato la partita negoziale sempre al limite; il limite che il Pse può raggiungere in un negoziato da una posizione di inferiorità in Europa.
Il limite che prevede accelerazioni e inchiodate, aggressività e opportunismo, capacità di piegarsi e far passare la piena; il limite della forza e dell’impotenza, insomma. Tutti ci auguriamo che l’uscita di oggi, che plaudeva senza entusiasmo all’iniziativa della Bce, derivi dall’esigenza di stare su questo limite. Perché la sinistra greca è la nostra speranza, l’unica; è la pistola carica appoggiata sul tavolo, volendola usare; così come il feeling con Putin è la pistola carica su quell’altro tavolo, laddove si tratta la distruzione della Grecia.

Poi certo, uno potrebbe dire che i tedeschi non sono mica così ottusi da fare politiche che alla lunga potrebbero risultare suicide. I tedeschi che capirono che la guerra era finita una settimana dopo che i russi passeggiavano per le vie di Berlino; quando il loro lucido capo si era già tirato un colpo in testa da qualche giorno.

Tutte queste risposte le sapremo a breve ma tale situazione, ora, proprio perché c’è qualcuno che non avendo più niente da perdere è disposto a mettere tutte le carte sul tavolo e a vedere le altrui, spacca la mela in due. Tra poco non ci sarà più spazio per le zone grigie, per i doppi giochi, per le mezze parole, quindi preparatevi bene alla domanda fatale: ma davvero state con l’EuropaTedesca che ricatta e presta soldi a strozzo, e non con gli Usa di Obama? Guardate che è un punto dirimente. La differenza valoriale tra conservatori e progressisti presentata con chiarezza adamantina. Se la Germania e la Ue arriveranno al punto di affamare il popolo greco, non i ricconi corrotti e speculatori, per affermare i loro interessi nazionali, la Grecia sarà la frontiera politica e morale di ogni socialista e democratico europeo.

Pensateci bene, prima di rispondervi.

TAG: grecia
CAT: Euro e BCE, Politiche comunitarie

5 Commenti

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  1. andrea.gilardoni 9 anni fa

    Il punto, in questa faccenda, temo che non sia proprio “da che parte stai?”. Innanzi tutto, perché nessuno mira a colpire la Grecia, contrariamente a quanto fa pensare l’articolo. A uno Stato fallito è difficile prestare denaro, perché sai che non te lo restituirà mai (e questo vale per gli Stati come per i privati). E se anche i governi lo volessero, il giorno dopo questi stessi governi cadrebbero, perché non sono soldi loro, bensì dei cittadini. Non mi risulta che normalmente i prestiti siano gratis, tra l’altro, e lo strozzinaggio è una questione di punti di vista: qual è il tasso di interesse effettivo? E qual è il taglio del debito già autorizzato? Chi detiene i titoli di Stato greci che sono carta straccia?
    Se il popolo greco è affamato deve incolpare solo sé medesimo e i suoi governanti, che hanno rovinato il paese, ma con la connivenza di chi ne traeva dei vantaggi. Semmai, gli altri paesi europei hanno contribuito a tenere in piedi il paese con elargizioni di miliardi a fondo perduto. In definitiva, ritengo che il dilemma, come impostato, sia intenibile e non corrispondente alla situazione reale, anche se può far comodo a chi, in Grecia e in Europa, si aspetta ancora i miracoli da magia finanziaria. Magari un po’ di ragionevolezza non guasterebbe, invece di evocare strozzini, guerre, spaccature, scontri ecc. ecc.

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  2. marcogiov 9 anni fa

    La Grecia non vuole pagare i debiti, però si lamenta se tu BCE non vuole darle contanti in cambio dei titoli che rappresentano quei debiti. Anch’io domani vado in banca e dico che sono strozzini perché non vogliono darmi contanti in cambio delle cambiali che pretendo di non pagare.

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  3. marco-parigi 9 anni fa

    A ritirare niente? Really?

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  4. mattia.granata 9 anni fa

    In effetti, scrivendo quest’articolo – discutibile fino alla fine del fiato, per carita’ -, avevo in mente proprio queste posizioni espresse nei tre precedenti commenti.

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  5. robertek 9 anni fa

    IO STO DALLA PARTE DELLA GRECIA.
    Nel senso che sto dalla parte dell’equità e giustizia sociale in ogni parte dell’Europa. Se è vero che abbiamo deciso di fare l’Europa, se no coerenza, che ogni paese se ne vada per conto suo e ciao Europa. Non sto invece dalla parte delle sanzioni sommarie contro i cittadini di un paese, le sanzioni vanno applicate a chi ha rubato e quindi evidentemente tra chi i capitali detiene, e non tra la povera gente a cui si negano diritti elementari come istruzione e salute.

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