Germania

“E’ solo l’inizio: a marzo di nuovo in piazza contro l’arruolamento”

Intervista a Hannes Kramer (Schulstreik gegen die Wehrpflicht).

7 Dicembre 2025

Finalmente qualcuno si è mosso. Nella palude dalla quale giovani e lavoratori europei assistono, apparentemente impotenti, al riarmo europeo, al ritorno del militarismo e all’ascesa del “partito unico della guerra”, gli studenti tedeschi hanno lanciato un segnale, mostrando che reagire è possibile. Lo hanno fatto in occasione dell’approvazione del Neuer Wehrdienst, la legge con cui il Reichstag tedesco nei giorni ha approvato la reintroduzione del servizio militare, ufficialmente volontaria, ma se non verranno raggiunti gli obiettivi scatterà l’obbligo e la selezione mediante estrazione a sorte, un meccanismo che rende la misura ancor più odiosa agli occhi di molti giovani tedeschi. Gli organizzatori dicono di puntare a coinvolgere sempre più studenti in una mobilitazione che, osservano, è appena iniziata e, promettono, punta ad andare avanti a lungo. Hannes Kramer, studente e tra gli organizzatori dello sciopero di venerdì, a cui abbiamo chiesto dati e valutazioni a caldo subito dopo le manifestazioni svoltesi in decine di città tedesche, ci ha annunciato che il prossimo appuntamento sarà il 5 marzo.

Puoi darci alcuni dati sulla diffusione e sulla partecipazione allo sciopero scolastico? Siete soddisfatti e avete già ragionato sui prossimi passi?

In tutta la Germania allo Schulstreik contro il servizio militare obbligatorio hanno preso parte oltre 55.000 persone. In città come Berlino, Amburgo, Monaco e Dresda erano migliaia di persone, ma anche in molti centri più piccoli sono scesi in piazza a centinaia. Per noi questa adesione è un grande successo, che si somma al fatto che nei mesi e nelle settimane precedenti tanti studenti si siano attivati, abbiano imparato a preparare uno sciopero e, così facendo, a difendere i propri interessi. In questo modo sono state gettate le basi per la nascita di un movimento dei giovani, grande e di lungo respiro, contro il servizio militare obbligatorio. I prossimi passi verranno discussi nei comitati di sciopero. Ma una cosa è certa: la prossima giornata di sciopero in tutta la Germania sarà il 5 marzo. Nel frattempo dobbiamo far crescere il nostro attivismo e convincere ancora più studenti.

Chi ha organizzato questa campagna e in che modo? Ci è parso che ci sia un livello centrale, il sito web, e che gli studenti di ogni città abbiano aderito allo sciopero, ma allo stesso tempo si siano organizzati autonomamente. È così?

Lo Schulstreik gegen die Wehrpflicht – sciopero contro l’obbligo di leva – è nato per iniziativa di studenti di diverse città. A livello locale siamo organizzati in comitati di sciopero in cui collaborano studenti di diverse scuole e anche organismi di rappresentanza studentesca. A livello locale i comitati ricevono, con modalità diverse a livello locale, il sostegno di varie organizzazioni giovanili e dalle sezioni locali della campagna “No al servizio militare obbligatorio!” Un ruolo importante viene ricoperto dalle organizzazioni di rappresentanza degli studenti, tra cui la LSV NRW, ma anche da altre organizzazioni giovanili come i Falken o la SDAJ.

Come ha reagito la società attorno a voi: studenti, giovani in generale, lavoratori e altre classi sociali?

La reazione da parte della società è perlopiù positiva. Abbiamo ricevuto il sostegno dei genitori, dei nonni, degli insegnanti, degli studenti, dei sindacati, delle organizzazioni politiche giovanili e di molti altri soggetti. Il governo sta lavorando contro di noi cercando di diffondere la narrazione secondo cui il servizio militare obbligatorio verrà reintrodotto per permetterci di continuare a condurre un’esistenza libera, che significa anche, ad esempio, il diritto di manifestare e di scioperare. Ma è un’uscita di cattivo gusto, dal momento che a Rostock le autorità competenti non hanno autorizzato una sola assemblea in orario scolastico e che in alcune città presidi e insegnanti hanno attivamente ostacolato l’esercizio del diritto degli studenti di riunirsi in assemblea.

Il ritorno del militarismo e la reintroduzione della coscrizione obbligatoria sono un fenomeno europeo – se ne discute anche in Francia e in Italia: pensate di creare delle relazioni internazionali per sviluppare iniziative comuni con studenti di altri paesi?

Il nostro obiettivo è impedire la reintroduzione della coscrizione obbligatoria in Germania. È su questo possiamo esercitare un’influenza più diretta. Ma naturalmente siamo solidali con tutti coloro che nei loro paesi scendono in piazza contro il riarmo e contro la leva obbligatoria. Abbiamo già ricevuto i primi messaggi di solidarietà da altri paesi. Ne siamo felici e saremmo lieti se in futuro sarà possibile creare una rete internazionale e promuovere uno scambio di idee.

Dopo lo sciopero di ieri che messaggio volete inviare al governo tedesco?

Che continueremo a far sentire la nostra voce. La lotta non si è conclusa con l’approvazione della legge sulla modernizzazione del servizio militare anzi, è solo all’inizio. Non è nel nostro interesse tornare al riarmo e al servizio militare obbligatorio. Il messaggio però dovrà raggiungere soprattutto un numero ancor più elevato di studenti e di sostenitori provenienti da ampi settori della società. Soltanto in questo modo avremo una chance di cambiare le cose.

Volete dire qualcosa anche agli studenti e ai giovani italiani?

Non dobbiamo accettare passivamente qualsiasi cosa. Se il vostro governo vuol mandarvi in guerra, uscite, fatevi sentire, lottate contro questa decisione. Noi giovani tedeschi e italiani condividiamo gli stessi interessi, non vogliamo la guerra e vogliamo avere un futuro. Se ci impegniamo per questo, ciascuno nel proprio paese, ci rafforziamo a vicenda.

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