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UE

L’Esecutivo UE può condannare cittadini senza prove e senza processo (avete capito bene)

di Emanuele Maggio

Il tutto con un decreto amministrativo firmato in una stanza chiusa, dal verbale inaccessibile anche per i parlamentari UE, senza alcuna notifica preventiva al condannato, senza possibilità di presentare una difesa, senza una formulazione chiara dell’accusa (avete capito bene).

21 Dicembre 2025

L’omicidio civile di Jacques Baud, per mano dell’Unione Europea, preoccupa tutte le persone con un QI pari o superiore alla temperatura ambiente (in Celsius, non in Kelvin), di qualunque schieramento politico.

Sul pover’uomo, ex colonnello svizzero ed ex collaboratore Onu e Nato, si è abbattuta la Santa Inquisizione del debanking, che colpisce là dove non può nulla il debunking.

Conti bancari bloccati, sanzioni potenziali ai familiari, divieto di circolazione in UE, divieto di lavorare e di diffondere il proprio pensiero.

Il tutto con un decreto amministrativo firmato in una stanza chiusa, dal verbale inaccessibile anche per i parlamentari UE, senza alcuna notifica preventiva al condannato, senza possibilità di presentare una difesa, senza nemmeno una formulazione chiara dell’accusa.

Basta il sospetto di essere “al soldo del Cremlino”, le prove non sono necessarie. E siccome questo sospetto può ricadere su chiunque critichi la Nato (anche se odia il Cremlino), CHIUNQUE è in pericolo.

Finché si è trattato di colpire cittadini russi e individui apertamente collegati alla Russia, qualche giurista ha storto il naso per il modo usato, ma non si è gridato allo scandalo. Ma ora che è stato colpito un analista che pubblica semplicemente libri, la preoccupazione si sta diffondendo.

La colpa di Jacques Baud: aver scritto sul conflitto ucraino quello che scrivo pure io e mille altri, ma con il supporto di documenti desecretati dei servizi segreti inglesi e americani. E francesi.

Si tende a sottovalutare il ruolo della Francia nell’impegno UE contro “l’attacco ibrido russo alle democrazie”. L’iniziativa regolamentare è partita proprio dalla Francia, e insieme a Jacques Baud (che scrive e pubblica in francese) è stato colpito anche Xavier Moreau, ex ufficiale militare francese.

Se si scorre l’elenco delle 59 entità sanzionate fino a questo momento, si scopre che molte sono agenzie di influenza russe in Africa (non in Europa, in Africa), in competizione con i francesi.

L’elettore di Calenda sperava che lo strumento servisse per chiudere la bocca a un Travaglio, e invece viene usato soprattutto per gli affari colonialisti francesi. Che delusione.

Ciò non toglie che parliamo di un pericolo esteso, che riguarda tutti (anche l’ignaro e ingenuo elettore di Calenda, se il governo UE dovesse in futuro cambiare colore politico).

Nell’Unione Europea il GOVERNO (semplifico), e non un tribunale, può incriminare senza prove un cittadino, che poi dovrà dimostrare la propria innocenza. Nel frattempo gli viene negata la possibilità di comprarsi un panino per circa 1-4 anni (i tempi medi di un ricorso al Tribunale dell’UE).

Ora, questa prassi oscurantista è molto inquietante, tuttavia al momento non sembra molto efficace (sebbene distruttiva per il cittadino, innocente fino a prova contraria). Non dobbiamo mai dimenticare che tutto ciò che ha a che fare con l’Unione Europea, persino l’oscurantismo, è condannato ad essere ridicolo.

Jacques Baud è stato sanzionato, ma il suo libro aumenta le vendite su Amazon (che non è europea e non rischia sanzioni).

Le ultime misure europee contro la “guerra ibrida” russa si riducono alla persecuzione di qualche gruppetto di hacker russi e di un settantenne svizzero che, siccome la Svizzera non è in UE, potrebbe comunque ricevere denaro da un conto in patria.

Vorremmo tanto immaginarci l’UE con gli occhi “scuri e penetranti” del Big Brother di Orwell, ma quello che vediamo è solo lo sguardo da cernia di Kaja Kallas.

Sono stupidi anche quando sono cattivi, e sono pericolosi perché sono stupidi.

Con questo non voglio sminuire la gravità della situazione. Voglio anzi dire che è ancora più grave, perché mossa da imprevedibile idiozia.

Anche il DSA europeo (la censura sui social) ha seguito lo stesso destino tragicomico. In quel caso la volontà di censura ha incontrato un limite giuridico e uno economico.

Nessuno si chiede come mai, con il DSA in vigore, non si fa piazza pulita della “guerra ibrida” sui social, chiudendo decine di migliaia di profili con un click? Avere un elenco di questi profili è facile. Il problema viene dopo.

Un testo unico di regolamentazione come il DSA ha inevitabilmente comportato un sistema automatico di ricorsi e indennizzi a disposizione dei censurati, per non intasare i tribunali comunitari.

Con chiusure di massa dei profili (immotivate), soprattutto di profili “militanti” con un seguito e magari una conversione economica dell’audience, i prevedibili risarcimenti (perché magari non dicevano fake news) non sarebbero gestibili.

Non solo. Censure di massa colpirebbero ciò da cui le piattaforme americane estraggono il profitto: il traffico. Per questo i social si stanno orientando più verso la marginalizzazione della dissidenza, rinchiusa all’interno di bolle a cui l’algoritmo impedisce di crescere. La censura non paga.

Il debanking è più preoccupante, perché ancora agisce in uno spazio non regolamentato, di puro arbitrio.

Certo, negli Usa molte vittime di questo sistema hanno già ottenuto giustizia nei tribunali, e presto succederà pure in Europa, anche in virtù della Direttiva UE 2014/92 (ciascun cittadino ha diritto a un conto di base, che non può essere chiuso o rifiutato per motivazioni politiche o per presunti “rischi reputazionali” dell’ente bancario).

Inoltre, l’articolo 3 comma 1 del Regolamento UE 2024/2642 (quello contro la “guerra ibrida russa”) prevede curiosamente che le autorità competenti degli Stati Membri possano attivarsi per garantire le spese essenziali del soggetto escluso dal circuito finanziario.

Tuttavia, questo non basta. Nel frattempo che si aspettano ricorsi e tempi della giustizia, la Commissione ti ha colpito e danneggiato. E riguardo ai ricorsi, se la UE aderisse alla CEDU staremmo più tranquilli.

(E già, perché l’Unione Europea NON ADERISCE alla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo).

Insomma, non credo sia mai esistito nella storia umana un apparato repressivo così crudele contro l’individuo e così inefficace e demenziale nei suoi effetti sociali.

Mi sovvengono certe ironie di Musil sulla “Cacania”, l’ottusa macchina asburgica, la decadenza di una burocrazia tanto rigida quanto irrazionale. Un’evidente eredità culturale di questa Europa “teutonica” (nel senso ampio di “germanica”).

Ma più che i fatti si temono le tendenze. Rischiamo di andare verso una società del credito sociale priva di contante, o verso la repressione esplicita dell’Inghilterra, dove le cose si fanno alla vecchia maniera: arresti e manganelli.

Posti seri, mica come l’UE, che fa ridere anche quando fa piangere.

Puoi seguirmi qui.

#GuerraRussiaUcraina commissione europea democrazia dittatura Unione europea
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