La politica che va di moda: AOC al Met Gala
Chi ha detto che la moda non possa fare politica? E che la politica non possa andare di moda? Il nuovo vento che soffia negli Stati Uniti, il quale potrebbe sembrare sopito a noi che viviamo da questa parte dell’Atlantico ma invece soffia ancora grintoso e instancabile – mi riferisco a quello capace di gonfiare le vele dei giovani progressisti – ama andare a braccetto con la moda.
In principio fu Kamala Harris e le sue ballerine chic durante la campagna elettorale per la vice-presidenza USA (e prima per le primarie del partito democratico) che fecero notizia prima che l’attualità più stretta riguardante la californiana diventasse tutta relativa a politica estera e immigrazione e poi la seguì a stretto giro Alexandria Ocasio-Cortez, assieme alla sua squad di donne non bianche elette al congresso e predicatrici di cambiamento – Jamaal Bowman, Ilhan Omar, Ayanna Pressley e Cori Bush – le quali sfoggiarono l’eleganza del bianco e del rosso al Congresso per sottolineare i colori di importanti proteste portate avanti, rispettivamente, da donne e afroamericani.
L’ultimo atto di questo connubio è andato in scena al recente Met Gala e la protagonista è stata ancora AOC, la giovane favolosa come direbbero alcuni.
Il Met Gala
Il Costume Institute Gala, noto a tutto il pianeta come Met Gala, è un galà annuale di raccolta fondi a beneficio del Costume Institute, sezione del Metropolitan Museum of Art di New York. Si tiene ogni anno in settembre, in corrispondenza con l’apertura della mostra annuale di moda curata dallo stesso Costume Institute. Ogni dodici mesi, l’istituto assegna un tema per l’abito e i tanti e facoltosi invitati devono adattarsi a esso.
La storia del Met inizia nel 1948, quando il Costume Institute era un’idea che necessitava di danaro per concretizzarsi. Il primo Gala non fu che una cena a mezzanotte, con prezzo d’ingresso fissato a 5 dollari. In seguito agli sforzi e alla dedizione di Diana Vreeland, ex caporedattore di Vogue nonché una delle personalità più influenti di sempre nel mondo del giornalismo di moda, la quale fu per un periodo una consulente speciale del Costume Institute, il Met divenne popolare come evento lussuoso, destinato principalmente a persone affermate e di successo, profondamente elitario e definito dall’Architectural Digest – e non solo – come “il gioiello della corona sociale di New York City.”
Il galà è oggi tra gli eventi sociali più importanti ed esclusivi al mondo, nonché la serata di raccolta fondi più riuscita sulla Terra. Nel 2013 raccolse 9 milioni di dollari in un solo giorno mentre nell’anno successivo arrivò a metterne assieme ben 12, un tesoretto da Guinnes dei Primati del fundraising. Il successo di numerose personalità in vista, nella Grande Mela, si misura sul numero di inviti ricevuti per il Met Gala.
Un abito che ha fatto discutere
All’evento di quest’anno, tenutosi nella serata di lunedì 13 settembre, ha partecipato anche Alexandria Ocasio-Cortez, nota per le sue battaglie progressiste che molti, negli USA, non esitano a definire socialiste. Nella sua prima partecipazione all’evento la rappresentante del Bronx ha voluto condividere un messaggio lasciando parlare il suo corpo o, meglio, il suo abito.
La trentunenne si è presentata al Gala indossando un abito lungo bianco firmato Brother Vellies sul cui retro compariva, in notevoli caratteri rossi, la scritta Tax the rich, tassiamo i ricchi in inglese. La democratica ha spiegato così la sua scelta ai microfoni della rivista Vogue:
“Non possiamo semplicemente stare al gioco, dobbiamo rompere la quarta parete e sfidare alcune istituzioni. Anche se il Met è noto per il suo spettacolo, dovremmo introdurre anche questo argomento. Penso che sia incredibilmente importante perché quando parliamo di sostenere le famiglie che lavorano e quando parliamo di un codice fiscale equo, spesso queste conversazioni avvengono tra i lavoratori e la classe media.”
“È giunto il momento di coinvolgere tutte le classi nel dibattito per avere un Paese giusto.”
Per tal motivo la deputata ha voluto provocare con il suo abito. In questo modo Ocasio-Cortez ha portato la questione fiscale negli ambienti più ricchi del Paese. Che la sua decisione abbia avuto successo o meno, è tutto da verificare. Sicuramente però – come è già accaduto altre volte – la rappresentante è riuscita a far parlare di sé, portando un forte messaggio politico.
Le reazioni al gesto
Su Twitter, social sul quale AOC è una vera e propria potenza, non sono certo mancate le reazioni, di entrambi gli schieramenti. C’è stato chi ha apertamente appoggiato la deputata e la sua scelta di provocare apertamente lo status quo delle sfere newyorchesi più agiate nel loro tempio e c’è stato chi invece l’ha attaccata, sottolineando l’incoerenza di elevarsi a paladina dei poveri partecipando a iniziative come il Met che sono, di fatto, una celebrazione e un’ostentazione della ricchezza, spesso della più sfrenata. Il battibecco tra i due schieramenti sta andando avanti a cinguettii da qualche giorno, con il nome di Ocasio-Cortez che si alterna nelle prime posizioni dei trend topic statunitensi e mondiali.
The medium is the message. pic.twitter.com/b4Ssr6HkYR
— Alexandria Ocasio-Cortez (@AOC) September 14, 2021
Una tassazione più equa e meglio distribuita è un cavallo di battaglia storico della trentunenne di origini portoricane. Negli USA il divario tra ricchi e poveri si amplia quotidianamente – un pò come avviene in tutto il mondo, va detto, ma negli States il processo è molto evidente, specialmente nelle grandi città dove si passa facilmente dai quartieri ricchi a quelli più poveri, toccando con mano le profonde differenze nello stile di vita.
Contrapposta ai numerosi messaggi di chi ha apprezzato la scelta di AOC si è trovata tutta una schiera di miniblogger su Twitter che ha dato dell’ipocrita alla deputata. Il biglietto per accedere al Met Gala, infatti, ha un prezzo enormemente proibitivo per la maggior parte degli americani medi. La risposta della politica è stata perentoria, in un tweet la stessa Ocasio-Cortez ha spiegato:
“I politici eletti della città di New York sono regolarmente invitati a frequentare il Met come parte delle responsabilità di controllo delle istituzioni culturali cittadine aperte al pubblico.”
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