Perché Alberoni è importante per tutti noi

15 Agosto 2023

Dunque, Francesco Alberoni ci ha lasciati anche fisicamente, dopo averlo fatto dal punto di vista intellettuale negli ultimi anni di vita, come capita quasi a tutti nelle ore più tarde dell’esistenza, con solo pochissime eccezioni come Cesare Musatti o Rita Levi Montalcini. Ma quello che ci ha detto, quello che ci ha lasciato nei migliori periodi della sua produzione sociologica rimane importante, forse indimenticabile.
Già negli anni Sessanta, come alcuni ricorderanno, è stato il primo a interagire in maniera produttiva con il nascente mondo pubblicitario, senza disdegnare di “sporcarsi le mani” creando slogan che sono rimasti nella storia delle cosiddette réclame dell’epoca. L’esempio più famoso è quello di “Grazie Candy!”: l’idea di quel claim era quello di rassicurare le donne che gli elettrodomestici non le avrebbero sostituite nel ruolo di signore della casa, ma avrebbero permesso al contrario di dedicare più tempo al marito e ai figli. Una sorta di effetto di fusione fra modernità e valori arcaici che favoriva il progresso tecnologico in tutte le sue forme.
Ma è ovvio che il suo lascito più interessante e acuto, che ancor oggi ci parla in maniera evidente, sia stato quello legato allo stato nascente, che elaborò riprendendo le teorie di Max Weber. L’idea di fondo si basa sulla contrapposizione appunto tra stato nascente e istituzione. Il primo concetto demarca il momento in cui si forma una perfetta unione tra diversi attori sociali che interagiscono tra loro al fine di costruire insieme qualcosa di nuovo, di rivoluzionario, di totalmente differente dalla realtà in cui sono finora immersi. E fa riferimento a movimenti politici, sociali, religiosi, occupazionali, in aperta contestazione della società prevalente. Uno slancio ideale ma anche fattuale che crea una unione profonda tra i diversi partecipanti, che condividono le caratteristiche del movimento stesso.
Qualcosa che è sempre presente nel cambiamento delle società (pensiamo ad esempio al Komeinismo, al comunismo o allo stesso fascismo), ma anche nei micro-cambiamenti all’interno del sistema sociale o politico (pensiamo al Movimento 5 stelle oppure a Comunione e Liberazione).
Il secondo concetto rilevante coincide con il momento della cosiddetta “istituzionalizzazione” del movimento stesso. Quando il movimento si è sviluppato ed è andato a buon fine, per così dire, quello stesso movimento diviene parte dell’istituzione o diventa esso stesso istituzione, perdendo quello slancio ideale della prima fase, ma irrobustendosi nelle sue fondamenta e riuscendo a preservarsi nel tempo. Qualcosa si perde, ovviamente, ma qualcosa si guadagna nella capacità di far sopravvivere quel “nuovo” che lo stato nascente ha portato.

La divulgazione di questa dicotomia sociologica stato nascente / istituzione ha preso la forma molto più facile e, da un certo punto di vista, diffusamente più comprensibile della nuova dicotomia, cha ha avuto un successo anche editoriale incredibile per un libro scientifico, tra innamoramento e amore o, se vogliamo, tra fidanzamento (quando una coppia si sente unita e indivisibile, contro tutti e contro tutto) e matrimonio (quando la coppia si percepisce in maniera forse meno coinvolta ma sicuramente più forte nell’edificazione della famiglia con gli eventuali figli).
Il lascito di Alberoni nella puntualizzazione e nella divulgazione di questi due concetti così rilevanti per comprendere e studiare gli accadimenti sociali e politici passati e presenti, ma anche le dinamiche di vita individuale della nostra contemporaneità, è qualcosa che lo fa annoverare tra i più importanti sociologi del Novecento.

Università degli Studi di Milano

TAG: alberoni, innamoramento, sociologia, stato nascente
CAT: Filosofia

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