Lei c’è sempre

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10 Maggio 2020

Sei la mia carne ed il mio sangue.
Hai visto il colore dei miei occhi prima di tutti, perché il tuo latte sorgivo ha placato la mia prima fame.
Non ti distacchi da me, perché hai sentito il battito del mio cuore e nelle lunghi notti dell’attesa hai scrutato la gioia e la prima tenerezza, quando mi rotolavo nella tua pancia e davo calci per farti vedere il mio sorriso.
Sei tu sola a prendermi quando rovinosamente cado.
Sei tu sola a perdonare le mie menzogne ed a coprire le miserie della vita.
Quando uscivo di casa mi accompagnavi con il tuo sorriso protettivo e mi affidavi alla Madre celeste, congiungevi le mani ed invocavi il mio nome.
Non contenta dell’ultimo saluto, mentre mi accingevo a scendere le scale, sull’uscio della porta mi porgevi e cingevi in un abbraccio e mi baciavi ancora un’altra volta.
Le mamme sono così e stanno sempre lì: le chiamiamo nel dolore, come se volessimo ricongiungerci nella pace di Dio, come se volessimo ritornare nella loro pancia, protetti dalle sofferenze ed angherie del mondo.
Quella dolcezza, quella pazienza è l’attesa mendicante di Dio, il più grande amore che l’uomo possa godere sulla terra.
Ricordo i tuoi rimproveri che erano in fondo sempre ammantati di benevolenza, ma anche la luce dei tuoi occhi nelle prime gioie:condividerle con la mamma è un ricordo che si staglia nell’anima e colora di una felicità perenne il nostro cammino.
Ci sei sempre con la tua misericordia e la tua pietà, primo di ogni altro amore nell’eternità della vita.

TAG: festa della mamma, madre
CAT: Filosofia, Letteratura

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