Il miracolo e il disincanto di Giuseppe Savagnone

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30 Ottobre 2021

La presenza di un Dio misericordioso è compatibile con l’esperienza del male? Domanda che drammaticamente si sono posti, ad esempio, quanti furono richiusi nei campi di concentramento, nei quali il male si è manifestato nelle sue più aberranti espressioni. Quegli uomini martirizzati invocarono Dio, chiedendone l’intervento, e sperimentarono quello che appariva un inspiegabile silenzio.

Domanda a cui Giuseppe Savagnone, filosofo non accademico di formazione cattolica, in questo suo Il miracolo e il disincanto, edizioni EDB, offre la risposta chiamando in causa teologi, soprattutto di tradizione ebraica o protestante come Etty Hillesum e Dietrich Bonhoeffer, i quali trattano il tema della debolezza divina e del disincanto, a prescindere dal tema della Provvidenza.

La risposta che offrono detti teologi viene collegata alla cosiddetta dottrina della “debolezza di Dio”; una debolezza che non incide – e quindi non sminuisce – sul concetto di onnipotenza del Creatore ma con il suo essere incompatibile con l’autonomia del mondo.

In poche parole, Dio sarebbe così potente da limitarsi e mettersi da parte per far sì che il Creato fosse veramente “altro” da lui stesso.

La creazione, è giocoforza che debba necessariamente generare un mondo imperfetto e il suo Creatore, proprio per garantire questa autonomia, non può che, paradossalmente, mostrare rispetto divino nei confronti di questo imperfetto fino ad arrivare all’assurdo, cioè ad accettare ch’esso faccia l’esperienza del male.

Proprio la storia di Gesù, il figlio di Dio che si fa uomo, viene a manifestarsi, seguendo il filo di questa interpretazione, come la espressione massima di questo rispetto divino del mondo piegandosi alle sue leggi e accettando la morte in Croce.

Tesi ed argomenti fascinosi ma, diciamo noi, proprio perché espressione di una visione da un lato contra rationem e, dall’altro, contra traditionem – mi riferisco al Dio misericordioso che soccorre l’uomo nelle difficoltà  – difficili da comprendere e soprattutto da accettare

TAG: Dio e il male, il Creato imperfetto., la debolezza di Dio
CAT: Filosofia, Teologia

6 Commenti

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  1. andrea-lenzi 2 anni fa

    Le ennesime parole vuote per giustificare l’ingiustificabile e dare credibilità ad una superstizione che offende l’intelligenza; come se non bastassero i fiumi di sciocchezze che sentiamo in tv ogni 5 minuti dal papa e dai vescovi o dal prete di turno

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  2. andrea-lenzi 2 anni fa

    innanzitutto giova ricordare che il dio cattolico è piuttosto interventista quando vuole: dal diluvio col quale affogò l’umanità perché non gli piaceva come stesse usando il “libero” arbitrio, all’uccisione degli egizi per salvare gli israeliti, il suo popolo preferito, per poi lasciarlo disperdere, offendere, uccidere per mano dei crsitiani negli ultimi 2000 anni, fino ad arrivare ad ingravidare una 13nne senza il suo consenso per incarnarsi uomo e salvare l’umanità dall’ira del se stesso divino,… insomma interventi ad penem canis

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  3. andrea-lenzi 2 anni fa

    Infine, se esistesse un dio onnipotente, avrebbe deciso consapevolmente d’inventare la necessità di uccidere e mangiare altre forme di vita per sopravvivere; avrebbe quindi inventato la crudele quotidiana lotta per la sopravvivenza (oltre a tutti i virus, batteri, tumori e terremoti) per la quale muori di fame, o lotti per mangiare e vivere.

    Se esiste, quindi, è sadico, o al massimo disinteressato alla sorte delle forme di vita (ed andrebbe preso a schiaffi ogni giorno)…OPPURE NON ESISTE.

    TERTIUM NON DATUR

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  4. andrea-lenzi 2 anni fa

    La superstizione cattolica è un’offesa all’intelligenza ed un danno alla società civile che va dall’omofobia, al maschilismo, passando all’impedimento dell’eutanasia.
    Tutto ciò, senza contare che il cristianesimo si è imposto con la forza ed in seguito con la propaganda: , dalla imposizione dei suoi simboli nelle scuole e negli ospedali, dove ci sono i più vulnerabili, alle campane, al calendario con un santo al giorno, alle festività rubate ad altre culture et cetera

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  5. andrea-lenzi 2 anni fa

    la teologia è lo studio del nulla elevato al rango di qualcosa di serio; ma così non sarà mai

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  6. pasquale-hamel 2 anni fa

    Capisco il suo furore ateistico ma, glielo dice un agnostico, mi sembra che lei, proprio perché spinto da passione e non da ragione, faccia una gran confusione e forse pensa di aver trovato occasione per esternare sue antiche e viscerali acredini

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