Banca Progetto

Finanza

I misteri di Banca Progetto

27 Novembre 2025

Banca Progetto è un caso unico, misterioso. Da sempre la Vigilanza si muove in sintonia con la Procura. In questo caso il pm Paolo Storari, che alla Procura di Milano si trova vicino alla Direzione Distrettuale Antimafia, è stato costretto a mandare la società in amministrazione giudiziale. Perché la Vigilanza, avvisata delle anomalie, ha deciso di non intervenire?

Le verifiche successive hanno rivelato un quadro inquietante in termini di assenza di controlli, non solo interni e da parte della Vigilanza (l’antiriciclaggio era forse carente?), ma anche di MCC, la controllata da Invitalia, quindi dal MEF, che gestisce il Fondo di garanzia per le PMI, e quindi fornisce garanzia pubblica sui finanziamenti alle piccole e medie imprese. Banca Progetto, a dispetto delle dimensioni minuscole all’interno del sistema bancario, aveva catturato una percentuale anomala delle garanzie di MCC (circa il 30% del totale) ed era una banca totalmente dipendente da questa forma di garanzia per il funzionamento, che per sua natura doveva essere temporanea. Come ha fatto MCC a non preoccuparsi?

Le voci sulle inchieste in corso sono inquietanti, in termini di schemi elusivi proposti dalla banca per finanziare imprese in difficoltà con garanzie sino al 96%-100% del capitale grazie a Confidi compartecipanti, ai livelli commissionali elevatissimi (8%), ai servizi ancillari proposti che arrivavano anche alla predisposizione di bilanci.

Non stupisce quindi che la banca sia stata posta in amministrazione straordinaria. Quello che stupisce, invece è la continuità nella gestione della banca con anomalie poco chiare. Due colpirebbero persino uno studente di economia del primo anno.

Il portafoglio di NPL

Qualcuno spinge per cedere il portafoglio di NPL a prezzi che non si comprendono. I giornali parlano di valutazioni intorno al 60%.

Ignoriamo la piccola parte del portafoglio non garantita da MCC e totalmente svalutata. Nella testa delle banche le svalutazioni fanno dimenticare il valore economico e fanno focalizzare sul valore di carico. È ragionevole ipotizzare che l’acquirente degli NPL chieda di restituire alla banca crediti che presentino anomalie tali da invalidare la garanzia di MCC. Se non l’ha chiesto, andrebbe fatto. Ma se non vi sono ragioni per dubitare della tenuta della garanzia MCC, in tal caso l’acquirente avrebbe la certezza di riavere tra 80% ed il 100% del credito.

Ipotizziamo anche per prudenza che la garanzia sia limitata al 80% e che la parte eccedente valga sempre zero. Una valutazione intorno al 60% implica un tasso di rendimento interno intorno al 20%.

È assolutamente normale che soggetti che investono in NPL chiedano questi rendimenti. È assolutamente anomalo, invece, che il venditore voglia vendere a questi prezzi: l’incasso del nostro esempio (80) è certo e dipende da un pagamento del Fondo di garanzia per le Pmi (preferibile anche ad un’obbligazione dello Stato). È un importo certo, con rischio Stato, con una piccola incertezza sul tempo di incasso, mese più mese meno. Dovrebbe dare un rendimento pari  quello dei titoli di Stato (2%), non il 20%. Quindi questi crediti dovrebbero essere valutati sopra il 75%, anche considerando delle fees di servicing.

E quindi perché le banche che si prendono la perdita priva di senso non dicono nulla? Per non adirare la Vigilanza che vuole che il problema sparisca?

Il ruolo di AMCO

L’acquirente normale dovrebbe quindi essere AMCO, visto che se il portafoglio viene adeguatamente confezionato (con retrocessione dei crediti con garanzie invalide), configura un rischio Stato ed i fondi di NPL non possono che investire a rendimenti più elevati. L’investimento di AMCO, senza fondi, sarebbe ragionevole anche per assicurare la discrezione che la Vigilanza vuole. I panni sporchi si puliscono in casa, tra AMCO, MCC e banche.

Invece AMCO si presenta assieme alla società CRC. Non per migliorare le offerte di tutti gli investitori o per massimizzare il prezzo a favore delle povere banche chiamate a chiudere i buchi. Ma a innalzare un investitore sopra gli altri (Fortress, Barclays, Deutsche Bank si dice).

Se la Meloni capisse cosa e chi c’è dietro, forse si arrabbierebbe, e non poco. Idem Giorgetti, quando capirà le dimensioni del buco che si è originato sulle GACS grazie a questo modus operandi. E dov’era la Vigilanza sulle GACS? Ah, saperlo!

Ai giornalisti che chiedono lumi, viene espresso il timore del Tesoro per l’intervento dell’Europa per presunti aiuti di Stato. Ma se l’attività in oggetto ha il profilo rischio descritto, problemi di aiuti di Stato non ce ne dovrebbero essere. Altri problemi ed altri dubbi, ben più seri, invece sorgono sulle modalità di cessione di questo portafoglio.

I depositi di Banca Progetto

Perché tutta questa fretta di cedere i crediti? Per rimborsare i depositi. Dopo la crisi di confidenza sulle banche italiane si vuole giustamente evitare il panico con un bail in. Però, evitato il bail in, la fretta non giustifica centinaia di milioni di perdite sugli NPL.

La raccolta arriva in parte da Svezia e Germania attraverso piattaforme internazionali di raccolta. Ma come ha fatto una banca di questo tipo a raccogliere miliardi? In una banca con serie carenze sui controlli, qualcuno ha controllato bene la provenienza di questi depositi, prima di procedere a rimborsarli?

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