Polizze
Nurzia (ISP Azzicurazioni): «Senza protezione e previdenza, concreto rischio di impoverimento»
L’Italia si trova in una fase cruciale sul fronte della previdenza: l’invecchiamento della popolazione, l’erosione del potere d’acquisto e il crescente divario tra redditi da lavoro e pensioni mettono sotto pressione la capacità del sistema pubblico di garantire una continuità del tenore di vita. In questo contesto, il ruolo dell’assicurazione e della pianificazione finanziaria diventa sempre più centrale. Ne parliamo con la dottoressa Annalisa Nurzia, Responsabile area di Coordinamento Ramo Vita di Intesa Sanpaolo Assicurazioni, che analizza le principali criticità e le nuove tendenze nei comportamenti di risparmio degli italiani, evidenziando come protezione, previdenza e welfare possano diventare leve decisive per la stabilità economica delle famiglie e del Paese.
Dottoressa Nurzia, qual è oggi il tema più urgente sul fronte della previdenza in Italia?
Oggi si registra un forte gap tra l’ultimo reddito percepito nella vita lavorativa e la pensione che i cittadini otterranno dal sistema pubblico. Nel 2050, un lavoratore dipendente vedrà mediamente coperto solo il 68% del proprio reddito, ma per i liberi professionisti il divario sarà ancora maggiore. Inoltre, con il sistema contributivo esiste un massimale: i contributi obbligatori vengono applicati solo fino a 120.607 euro di reddito, quindi chi guadagna di più non vedrà riconosciuta la parte eccedente nella futura pensione.
E a questo si aggiunge l’inflazione. Quanto pesa sul futuro pensionistico?
Molto. Abbiamo vissuto anni di inflazione bassa, ma dal 2019 al 2025 l’inflazione cumulata ha già eroso quasi il 20% del potere d’acquisto. Spesso si guarda al dato annuale, ma nel lungo periodo l’effetto è molto rilevante. Se la pensione coprirà una quota più bassa del reddito e nel frattempo il denaro varrà meno, il rischio di impoverimento è concreto.
Come stanno rispondendo i risparmiatori italiani? Che cosa acquistano oggi?
La maggior parte continua a sottoscrivere prodotti finanziari assicurativi, soprattutto prodotti di Ramo I, quindi con capitale garantito. Nel 2024, il mercato ha registrato il 50% di vendite in questa categoria, mentre in Intesa Sanpaolo Assicurazioni siamo arrivati al 60% . Nel primo semestre 2025 l’incidenza di questi prodotti è scesa al 39%, ma resta alta: da noi è stata del 47%.
Sta crescendo anche la multiramo?
Sì, a livello di mercato la multiramo passa da un peso del 26% del 2024 al 34% del primo semestre 2025. Per noi i numeri sono più bassi: 8% nel 2024 e 9% nel 2025. Anche le unit linked sono in aumento: il mercato passa dal 21% al 23%, mentre per noi si va dal 27% al 38%.
I clienti quindi scelgono ancora soprattutto prodotti di investimento più che di protezione o previdenza?
Sì. Il segmento dei fondi pensione aperti, nel mercato 2024, valeva solo il 3%, e nel 2025 è salito al 4%. Noi rispecchiamo questa tendenza: nel 2024 avevamo 5% di prodotti pensionistici.
Cosa determina le scelte di risparmio dei clienti?
Molto dipende dall’andamento dei mercati e dei tassi. Quando i tassi scendono è più semplice collocare i prodotti di Ramo I, perché le gestioni separate riescono a garantire rendimenti stabili nel tempo e poco sensibili alla volatilità. Quando i tassi salgono, invece, altre tipologie di investimento, ed in particolare quelli di tipo obbligazionario, possono diventare più attrattive per la clientela che è interessata a sfruttare le opportunità di rendimento con un orizzonte temporale più di breve periodo. Risulta quindi di particolare rilevanza la qualità della consulenza prestata dall’intermediario nella proposizione di prodotti di risparmio e investimento che siano coerenti con i bisogni del cliente e la sua propensione al rischio, senza trascurare la pianificazione finanziaria anche di medio lungo periodo.
Avete introdotto elementi di protezione anche nei prodotti di investimento?
Sì. Abbiamo inserito coperture come la Long Term Care nei prodotti di Ramo I destinati agli under 65, includendola nelle garanzie offerte dal prodotto e rendendola quindi più accessibile a tutti. Abbiamo anche rafforzato le coperture per decesso prematuro dell’assicurato (cosiddette temporanee caso morte), soprattutto in caso di infortunio. Pur crescendo l’interesse per questo tipo di coperture, che rispondono ai nuovi bisogni collegati alla longevity, il mercato ha ancora ampi margini di crescita, che potrà essere supportata da iniziative finalizzate a sviluppare una maggiore consapevolezza da parte della clientela.
Protezione e welfare aziendale possono diventare un asse di sviluppo?
Assolutamente sì. Prodotti che coprono il caso premorienza o non autosufficienza sono interessanti non solo per i privati, ma anche per le imprese che possono integrarli nel pacchetto retributivo offerto ai propri dipendenti . Permettono di distribuire il rischio su una collettività, contenendo i premi, e vanno nella direzione di un sistema pubblico che, per ragioni demografiche, sempre più difficilmente riuscirà da solo a coprire i bisogni crescenti.
Quali sono i prodotti di protezione che una famiglia “dovrebbe avere”?
Se pensiamo a una famiglia, non al singolo, i prodotti fondamentali sono: prodotti assicurativi che agevolano il passaggio generazionale della ricchezza, con vantaggi fiscali e flessibilità nella designazione dei beneficiari; una parte del portafoglio investita in prodotti a capitale garantito, per proteggere il patrimonio e farlo crescere nel tempo anche per far fronte all’inflazione; se si ha un mutuo, una polizza per il rischio premorienza con una copertura che sollevi gli eredi dal debito residuo in caso di decesso; una Long Term Care, fondamentale per il futuro in caso di non autosufficienza; infine, una forma di previdenza complementare, preferibilmente iniziata già da giovani.
La previdenza per i figli è quindi una scelta strategica?
Sì. Prima si inizia, più alta sarà la rendita. Oggi esistono agevolazioni fiscali e anche scontistiche dedicate ai più giovani, come nel caso del nostro Fondo Pensione Aperto che prevede una riduzione delle commissioni per i ragazzi fino a 25 anni. È una responsabilità che un capofamiglia attento può assumersi anche pensando ai figli. Un fondo pensione può essere sottoscritto anche per un minore, come una volta si regalavano libretti postali o buoni fruttiferi. Con una differenza: la previdenza non è solo risparmio, ma costruzione di una rendita futura.
In conclusione, che ruolo può giocare l’assicurazione nel sistema Paese?
Un ruolo sociale importante. Può supportare le famiglie nella protezione dai rischi e nel costruire una continuità del tenore di vita, in un Paese con un crescente gap pensionistico e un sistema pubblico messo sotto pressione dai cambiamenti demografici.
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