Artemis, prospettive giuridiche per le future esplorazioni spaziali
Per tornare sulla luna entro il 2024, come si propone la NASA con il programma Artemis, è sufficiente disporre della necessaria tecnologia e delle relative risorse economiche? Per quanto il cittadino medio non si ponga nemmeno certe domande, limitandosi a fantasticare su immagini da film di fantascienza, i responsabili dell’agenzia e il governo americano sono consapevoli che imprese così ambiziose necessitano anche di un adeguato quadro giuridico di riferimento e si sono messi all’opera per elaborare un accordo in grado di garantire la sicurezza e la sostenibilità delle future missioni spaziali.
Senza regole certe, in una sorta di far west spaziale, non è infatti pensabile poter gestire le migliaia di satelliti attualmente in orbita né tantomeno programmare in sicurezza missioni sempre più impegnative.
In quest’ottica, in parallelo al programma Artemis, si sta lavorando all’omonimo accordo, con l’obiettivo di superare e migliorare gli attuali trattati internazionali che regolano l’attività umana nello spazio (i più importanti: il trattato sulle esplorazioni spaziali del 1967 e l’accordo sulla luna del 1979), che dovrebbe impegnare i futuri partner della missione.
Il testo finale dell’accordo è ancora in fase di elaborazione, ma sono stati resi noti i principi che a cui si ispirerà. Vediamoli nel dettaglio:
1) uso pacifico
Con il primo dei principi, l’accordo Artemis pone al centro dell’attività spaziale futura la necessità che essa venga svolta per scopi di pace e per migliorare le relazioni fra le nazioni.
2) Trasparenza
La trasparenza dei progetti e delle finalità che perseguono le nazioni nell’intraprendere l’attività di esplorazione spaziale è un punto chiave dell’accordo. Le nazioni si impegnano a rendere pubblici e trasparenti le politiche e i progetti che intendono intraprendere.
3) Interoperabilità
La sicurezza e lo sviluppo delle future esplorazioni dipenderanno dall’adozione di standard comuni fra tutte le nazioni che collaboreranno. I partner si impegneranno a utilizzare standard internazionali “aperti” e a crearne di nuovi se necessario per garantire supporto reciproco ai propri sistemi
4) Soccorso d’emergenza
Le nazioni si impegnano a collaborare per il soccorso reciproco agli astronauti in difficoltà e per il recupero degli oggetti lanciati in orbita. Il principio cardine del trattato di mutua assistenza sul soccorso agli astronauti, sottoscritto nel 1968, viene pienamente ribadito.
5) registro degli oggetti spaziali
Il numero degli oggetti in orbita, pubblici e privati, è cresciuto esponenzialmente nel corso degli anni. Per garantirne la funzionalità e l’operatività, nonché per stabilire eventuali responsabilità laddove si verificasse un incidente, è necessario che tutti gli oggetti lanciati nello spazio siano segnati in un apposito registro secondo un preciso protocollo. L’accordo Artemis obbligherà ogni partner del programma che non l’abbia già fatto ad aderire alla convenzione di registrazione quanto prima possibile.
6) Comunicazione di dati scientifici
La NASA si è sempre impegnata a condividere in maniera aperta i dati scientifici raccolti e si aspetta che i futuri partner seguano l’esempio per far si che il mondo intero possa beneficiare delle scoperte fatte dal programma Artemis.
7) Protezione del patrimonio storico
Ai luoghi delle prime esplorazioni spaziali e ai mezzi utilizzati viene riconosciuto valore storico come patrimonio dell’umanità, e i partecipanti all’accordo si impegneranno a tutelarli, sulla terra come nello spazio-
8) Utilizzo delle risorse spaziali
L’accordo prende atto della necessità di utilizzare le risorse esistenti sulla Luna, su Marte e sugli asteroidi per supportare le future missioni e punta a riconoscere la legalità della pratica dell’estrazione e dell’estrazione di tali risorse, all’intero della più ampia cornice sancita dal Trattato sullo Spazio del 1967, in particolare agli articoli II, VI, e XI.
9) Attività per la risoluzione dei conflitti
L’accordo Artemis si propone di migliorare le regole finalizzate ad evitare ogni possibile rischio di conflitti e interferenze tra le attività dei partecipanti. Specificatamente, la NASA e le nazioni partner renderanno pubbliche le informazioni circa la posizione e la natura delle operazioni condotte e adotteranno delle zone di sicurezza per prevenire qualsiasi tipo di interferenza, nel rispetto del principio della debita considerazione sancito all’articolo XI del Trattato sullo Spazio del 1967.
10) Detriti spaziali e dismissione dei veicoli spaziali
Preservare l’ambiente spaziale in mdo sicuro e sostenibile è un punto critico tanto per gli attori pubblici quanto per quelli privati. Gli Accordi Artemis prevedono dunque di agire in accordo con le linee guida emanate delle Nazioni Unite (Space Debris Mitigation Guidelines of the United Nations Committee on the Peaceful Uses of Outer Space). La NASA e le nazioni partner si impegnano ad adottare piani per mitigare la creazione di detriti con tutte le misure necessarie, compresa la programmazione della dismissione dei veicoli a fine missione.
Al momento, come si diceva, sono note solo queste linee guida, mentre si sta lavorando al testo finale dell’accordo e alla sua ratifica da parte delle nazioni interessate a collaborare con la NASA e il governo americano (tra queste ci sarà anche l’Italia, fra le prime a sottoscrivere una dichiarazione di intenti), ma si può già dire che siamo di fronte a uno snodo cruciale per i futuri sviluppi dei rapporti fra le nazioni per quanto riguarda l’utilizzo dello spazio.
Il governo americano, con il programma appena lanciato, cerca di riaffermare la propria posizione centrale in questo campo, non solo sotto il profilo tecnologico, ma anche come capofila per la stipula degli accordi internazionali necessari a regolamentare l’attività umana nello spazio: sta agli altri paesi, Italia compresa (ricordiamo fra l’altro, che è in Abruzzo, gestito dalla Telespazio, il teleporto per la telemetria e il controllo dei satelliti per scopi civili più importante al mondo), raccogliere la sfida e saper tutelare gli interessi comuni in un settore che sarà sempre più cruciale per il progresso dell’umanità intera.
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