Gøtland, dove comincia la nuova guerra mondiale

23 Luglio 2022

COAUTORE: CLAUDIO OLIVA

 

C’è una grande isola dimenticata nel Mar Baltico, tanto grande da avere fiumi di acqua dolce che scivolano in un mare che confina con nove nazioni diverse[1], che è unica per la sua miscela di acqua salata e dolce, che confina nel Mar Baltico con 9 paesi diversi, per un totale di 90 milioni di persone[2]: Danimarca e Svezia a ovest, Finlandia, Russia, Estonia, Lettonia e Lituania a est, Polonia e Germania a sud[3]. È un’isola bellissima, sconosciuta alla maggior parte degli europei, nonostante sia grande una volta e mezza il Lussemburgo. Dato che è la regione più soleggiata della Svezia, è anche l’area svedese a propensione agricola e, nell’ultimo quarto di secolo, è divenuta una meta prediletta per i giovani svedesi.

Ma tutto questo è irrilevante rispetto alla sua importanza militare, specie ora che Stoccolma è entrata a far parte della NATO: è l’avamposto estremo dell’Occidente sul Mar Baltico, ed è (insieme alle repubbliche baltiche) il primo obiettivo strategico di una Russia che scateni una nuova guerra mondiale – perché controlla uno spazio aereo e marittimo vitale, perché i missili situati sul suo territorio possono colpire San Pietroburgo, perché dai suoi aeroporti militari la NATO può scaraventare sul suolo russo oltre centomila uomini in sole 48 ore, diventando il punto d’appoggio chiave per i rifornimenti di eventuali truppe d’occupazione. Gøtland è diventata ancora più importante negli ultimi mesi, da quando l’occidente, affrontando i conflitti di interessi di molti suoi politici, pagati da Gazprom, si è accorto che Nord Stream 2 non giova affatto all’Europa, ma serve a punire l’Ucraina ed i paesi dell’est europeo che sono divenuti membri dell’Unione Europea.

Sicché quest’isola quasi dimenticata è diventata improvvisamente uno dei punti più caldi dello scacchiere geopolitico internazionale. Chi controlla Gøtland controllerà anche le forniture di idrocarburi per l’Unione Europea e le nuove rotte marittime dell’intero continente Artico. Ma per raccontare quest’isola, e non solo la temibile guerra che potrebbe colpirla come prima vittima, vale la pena di raccontare la storia di quest’area quasi dimenticata dell’Unione Europea.

Il centro commerciale e militare del Mar Baltico

Uno dei molti siti di rune vichinghe, sotto le quali sono stati scoperti tesori provenienti dalle razzie in Europa del valore di centinaia di milioni di Euro[4]

Già a partire dall’epoca vichinga (VIII-X secolo), Gøtland è un centro di commercio fondamentale nella vita dei popoli che si affacciano sul Mar Baltico. I contadini locali, riuniti in associazioni, aprono un ufficio commerciale a Novgorod, in Russia, chiamato Gotenhof[5]. Le cose cambiano nel 1161, quando ad Artlenburg viene firmato un trattato tra gli abitanti di Gøtland e il duca tedesco Enrico il Leone di Sassonia[6], grazie al quale i tedeschi iniziano a stabilirsi sull’isola e sono autorizzati a formare una propria comunità a Visby: possono costruire una propria chiesa (St. Per) ed osservare le proprie leggi[7]. Nel luglio del 1361, il re di Danimarca conquista il Gøtland nella battaglia di Visby”[8]. I soldati danesi, che hanno una grande esperienza in battaglia, vincono facilmente sui contadini del Gøtland[9].

La Corona danese governa il Gøtland fino al 1645, quando viene firmata la pace di Brömsebro[10]. Nel 1808 la Russia occupa l’isola con 1800 soldati, e gli abitanti si arrendono. Tuttavia, l’occupazione termina tre settimane dopo, quando la Svezia invia sull’isola rinforzi con 2000 soldati e allo stesso tempo interrompe i rifornimenti russi: gli occupanti si arrendono e lasciano l’isola[11]. Da allora in poi la storia dell’isola è indissolubilmente legata alla storia della Svezia – un gioiello che accoglie un milione di turisti all’anno ed in cui vivono solo 61’000 persone[12].

È un’isola di pace, lontana dalle lotte quotidiane: ogni anno, all’inizio di luglio, qui si tiene la Settimana di Almedalen (alias Settimana dei politici), che da 50 anni riunisce tutti i partiti presenti nel Riksdag per discutere senza preconcetti di schieramento i grandi temi della democrazia svedese[13]. È un luogo di incontro aperto a tutti, e non solo ai politici, ma anche alle organizzazioni della società civile[14]. Da alcuni anni, il tema principale è lo scioglimento dei ghiacci e le sue conseguenze: l’apertura di nuove rotte per la navigazione, l’accesso a finora inesplorate risorse naturali – aprendo un mare nuovo, cinque volte più grande del Mediterraneo, nel quale si batteranno le grandi potenze[15]. Con le basi nel Gøtland, il Mar Baltico viene controllato via mare e via aria[16].

La Russia ha una lunghissima costa sull’Oceano Artico, che rappresenta una barriera protettiva naturale per il Paese, dal momento che il 50% della massa terrestre artica si trova in territorio russo: quando questa scomparirà, il muro che ha protetto la Russia non ci sarà più[17]. La Marina russa dell’Oceano Artico staziona a Murmansk, ovvero molto lontano: una situazione che sta rapidamente cambiando, con massicci movimenti di truppe e mezzi, perché, in caso di conflitto con la NATO, la Russia vuole essere in grado di difendersi. È inevitabile che la Svezia venga coinvolta: l’isola di Gøtland  come prima in assoluto[18].

Le trattative di pace tra Russia e Occidente si tengono in seno al Consiglio Artico – un forum di cooperazione tra gli Stati che lavorano insieme per lo sviluppo sostenibile dell’Artico. Al Consiglio aderiscono Danimarca (con Groenlandia, Isole Færœr), Norvegia, Islanda, Finlandia, Canada, Russia, Svezia e Stati Uniti[19]. Nel 2021, l’Islanda, che allora presiedeva il Consiglio artico, ha ceduto la presidenza alla Russia, il cui seggio in consiglio è stato sospeso a causa dell’invasione dell’Ucraina[20]. È iniziato subito un processo di adeguamento militare: il 13 gennaio 2022, soldati da tutta la Svezia arrivano a Gøtland e iniziano a pattugliare le strade, mentre il Gøtland Ferry scarica veicoli militari americani e ulteriori risorse internazionali atterrano all’aeroporto di Visby[21].

7 giugno 2022: truppe della NATO in servizio di pattuglia sulle coste del Gøtland[22]

7 giugno 2022: truppe della NATO in servizio di pattuglia sulle coste del Gøtland[22]

Il 29 aprile 2022 Stoccolma decide di rafforzare la difesa dell’isola, investendo 1,6 miliardi di corone svedesi, come spiega il ministro delle Finanze Max Elger: “L’invasione russa dell’Ucraina giustifica l’aumento della nostra presenza militare a Gøtland”[23], specie considerando il fatto che l’isola sia a soli 300 km dall’enclave russa di Kaliningrad, dove ha sede la flotta russa nel Baltico, e la necessità di proteggere la Scandinavia e le repubbliche baltiche[24]. Mentre Estonia, Lettonia e Lituania sono già membri della NATO[25], la Svezia chiede formalmente l’adesione il 18 maggio 2022[26].

Gøtland diventa il fulcro delle attività della NATO già a giugno, con l’organizzazione di Baltops 22, un’operazione imponente, che coinvolge soldati di quasi tutti i paesi NATO (persino la Bulgaria), ed il cui scopo è prepararsi alla difesa della libertà di navigazione nel Baltico e ad una possibile controffensiva sul territorio continentale e nell’area di San Pietroburgo[27]. Guidata dalla Sesta Flotta statunitense, l’esercitazione ha come epicentro l’isola, che è il luogo da cui partono gli arei militari e gli anfibi che sbarcano in Estonia, Lettonia e Lituania[28]. Lo stato d’animo del popolo svedese è interpretato dal colonnello Magnus Frykvall, comandante delle truppe svedesi impegnate nell’esercitazione: “Ora mi sento davvero preparato. Voglio dire che con questo schieramento possiamo difendere Gøtland; assaltare un’isola così inespugnabile è un compito davvero difficile”[29]. Frykvall afferma che attualmente sull’isola sono presenti 400 militari, ma la loro presenza è destinata a crescere rapidamente: i vertici militari prevedono un dispiegamento di 4000 uomini[30].

La militarizzazione del Gøtland era già stata preparata con una legge svedese del 2015, che prevede importanti investimenti per l’ammodernamento di carri armati ed altri veicoli da combattimento, dell’armamento della fanteria, nuovi mortai, armi anticarro, ma anche sottomarini[31]. Quest’ultimo punto è il più importante, alla luce dell’incidente dell’ottobre 2014, quando un sottomarino russo è stato avvistato nelle acque territoriali svedesi[32]. Nel 2016, il governo svedese ha acquistato da privati il porto di Kappelshamn, che aveva precedentemente venduto[33], e dal 2017 lo utilizza per esercitazioni militari[34].

Nel febbraio 2017, Stoccolma ha riacquistato un altro impianto militare venduto ai privati all’inizio del XXI secolo, nell’ambito dei tagli al bilancio della difesa: la base sottomarina di Fårösund. L’acquisto è stato finalizzato nel gennaio 2018, vincendo un’asta il cui maggiore concorrente era un anonimo oligarca russo – una notizia che ha aumentato la fretta e la paura di Stoccolma[35]. Le forze armate hanno riacquistato il porto dalla Artmax AB (Stoccolma)[36] da un uomo d’affari di Hong Kong, che voleva affittarla[37]. Kappelshamn e Fårösund si trovano sull’isola di Gøtland.

Gli abitanti di Gøtland sono preoccupati: vedere i soldati per strada lascia capire che la situazione è grave[38]. La paura si diffonde anche tra i russi che vivono sull’isola: la maggior parte di loro non osa rilasciare un’intervista. Una donna dice di avere molta paura che qualcuno le bruci la casa o che lei dica qualcosa di sbagliato ed il governo russo la perseguiti[39]. C’è il rischio di essere scacciati e dover tornare in una patria che non darà loro il benvenuto, ma solo una gelida accoglienza diffidente[40].

Il caso Nord Stream

La mappa dell’oleodotto sottomarino Nord Stream 2, che attraversa il Baltico a pochi km da Gøtland[41]

Nord Stream è un doppio gasdotto che collega Vyborg (Russia), attraverso il Mar Baltico, fino a Lubmin (Germania), attraversando le acque territoriali di Russia, Finlandia, Svezia, Danimarca e Germania[42]. Il gas proviene dal giacimento di Bovanenkovo (penisola di Jamal), contenente 4,9 trilioni di metri cubi di gas[43]; da lì 55 miliardi di metri cubi all’anno raggiungono l’Europa[44]. I 7,4 miliardi di EUR iniziali, calcolati per la realizzazione, salgono a 8,8 miliardi € durante le prime fasi di realizzazione[45]. Riconosciuto dalla Commissione europea come progetto urgente nel 2000, la sua costruzione, per la parte terrestre, inizia nel 2010 e viene completata nel 2011 (tubo 1) e nel 2012 (tubo 2)[46].

La costruzione di Nord Stream 2 inizia nel 2018 e termina nel settembre 2021[47]; il gasdotto gemello di Nord Stream è progettato per trasportare altri 55 miliardi di metri cubi di gas provenienti dai giacimenti siberiani [48] da Ust-Luga (nei pressi di San Pietroburgo) a Lubmin[49]. Il Nord Stream 2 è realizzato dal consorzio svizzero Nord Stream 2 AG Zug, società interamente controllata dal colosso statale russo Gazprom[50], con il quale le società occidentali Uniper SE (Düsseldorf), Wintershall Dea AG (Kassel/Amburgo), Engie SA (Parigi), OMV AG (Vienna) e Royal Dutch Shell Plc (Londra) (dal 21 gennaio 2022 Shell Plc[51]) hanno firmato nel 2017 un accordo di finanziamento, in cui ciascuna si impegna a contribuire con 950 milioni di €; i restanti 4. 75 miliardi di € necessari sono garantiti da Gazprom[52]. Il 22 febbraio 2022, la Germania ha interrotto il progetto a seguito dei fatti di Ucraina[53].

Questi gasdotti sottomarini permettono alla Russia da un lato di evitare i Paesi dell’Europa orientale, collegando direttamente Mosca con la Germania, e dall’altro di mettere in difficoltà l’Ucraina, che attraverso il GTS (Gas Transmission System) trasporta fino a 69 miliardi di metri cubi di gas all’anno verso l’Europa[54] dal giacimento siberiano di Urengoy[55]. La campagna di boicottaggio russa contro il GTS ruota attorno a tre punti: 1) il sistema di trasporto del gas si basa su una tecnologia obsoleta, incapace di gestire il flusso ad alta pressione del materiale; 2) l’Ucraina è un partner inaffidabile che ruba illegalmente parte del gas destinato all’Europa durante il transito sul proprio territorio[56]; 3) l’Ucraina utilizza pericolose tecnologie statunitensi per estrarre il gas di scisto dalle profondità della terra, causando una catastrofe ambientale[57].

Si tratta di parte della propaganda usata per giustificare l’invasione, e va valutata sapendo quale sia il problema vero di politica imperiale di Putin in risposta ai propri fallimenti sul piano interno. In ogni caso, nell’ottobre 2021 il Ministero dell’Energia ucraino ha annunciato il piano di sviluppo e modernizzazione del GTS (dal 1° gennaio 2020 di proprietà della società pubblica JSC Mahistralni Gazoprovody Ukrainy[58]), che prevede investimenti per 1,5 miliardi di € in aggiornamenti tecnici entro il 2031[59]. Kiev nega di aver mai rubato il gas destinato all’Europa[60], ed accusa la Russia di aver rubato il gas in transito attraverso la provincia occupata di Luhansk[61].

Secondo le stime della U.S. Energy Information Administration (EIA), sotto il suolo ucraino si trovano enormi giacimenti di gas di scisto (shale gas) per 3,5 trilioni di metri cubi[62]; l’Ucraina è uno dei pochi Paesi europei in cui il fracking (necessario per estrarre il gas di scisto) non è vietato[63]. Si tratta di una tecnica di scavo in profondità che utilizza acqua ad alta pressione, considerata estremamente dannosa per l’ambiente a causa del potenziale inquinamento delle falde acquifere e dell’immenso consumo di acqua necessario per le operazioni[64].

La stazione di produzione di shale gas ucraina di Yuzivska[65]

La più grande delle riserve di shale gas (2,15 trilioni di metri cubi) si trova a Yuzivska, un’area tra Donetsk e Kharkiv: nel 2013, il governo ucraino firma un accordo di condivisione della produzione (della durata di 50 anni) con il gruppo Shell e Nadra Yuzovsky Llc per questo giacimento[66]. Nello stesso anno, Chevron Ukraine BV e Nadra Oleska firmano un accordo analogo per il giacimento di Oleska, vicino a Leopoli (alla fine del 2014, questo progetto viene interrotto a causa del calo dei prezzi del petrolio, dei problemi di tassazione e dell’instabilità politica del Paese[67])[68].

Shell abbandona i suoi progetti di esplorazione nel giugno 2015 a causa del conflitto in corso tra le forze ucraine e i separatisti filorussi[69], segnando la fine del sogno dell’Ucraina di raggiungere l’indipendenza energetica grazie al quale sarebbe divenuto un concorrente temibile di Gazprom[70]. L’inizio del periodo di forte instabilità nel Donbass suggerisce che Mosca abbia così deciso di stroncare sul nascere un serio pericolo per la redditività della sua azienda statale, mantenendo al contempo un’efficace leva di pressione politica sull’Ucraina e sull’Europa. Questa manovra, unita all’entrata in funzione del Nord Stream 2, avrebbe risolto la questione per sempre.

La chiusura del progetto Nord Stream 2 è accolta con favore dagli Stati Uniti, da sempre accaniti oppositori dell’operazione[71], che nel 2019[72], 2021[73] e 2022[74] hanno imposto sanzioni alle società coinvolte nella sua costruzione. Fin dall’inizio della vicenda, Washington guarda con estremo sospetto alle relazioni tra Berlino e Mosca sul fronte energetico, temendo la creazione di un’eccessiva dipendenza degli alleati europei dal gas russo, la cui esportazione – se Nord Stream 2 fosse entrato in funzione – avrebbe di fatto annullato le sanzioni contro Mosca (in vigore dal 2014) a seguito della crisi ucraina[75]. Gli interessi economici non sono secondari: spingendo per il fallimento del Nord Stream 2, gli Stati Uniti sperano anche di entrare nella corsa alle forniture europee esportando il proprio gas naturale liquefatto[76].

Anche i Paesi dell’accordo di Visegrád (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia) non vedono di buon occhio il Nord Stream 2 e accolgono con favore la notizia della sua chiusura: Varsavia è preoccupata per le conseguenze di una manovra che minerebbe il pluralismo degli approvvigionamenti e la sicurezza energetica dell’Europa[77]; Slovacchia, Repubblica Ceca e Ungheria temono, a vario titolo, un grave danno economico dalla perdita dei diritti di transito commerciale, che si concretizzerebbe con la chiusura del gasdotto ucraino a favore del Nord Stream 2[78].

Dall’annessione della Crimea nel 2014, la Russia intensifica la propria attività militare nel Baltico, inducendo la Svezia (2016) a stabilire un presidio permanente sull’isola di Gøtland, dopo che questa era stata smilitarizzata nel 2005[79]. Legato a queste preoccupazioni è anche l’interesse espresso da Nord Stream 2 AG[80], il cui consiglio di amministrazione è presieduto dall’ex cancelliere tedesco Gerhard Schröder[81], per l’utilizzo di alcune infrastrutture svedesi, tra cui un porto a Slite (Gøtland)[82] e uno a Karlshamn (contea di Blekinge, 150 km a nord-est di Malmö)[83], per la costruzione del gasdotto. L’allora primo ministro Stefan Löfven e, soprattutto, il comandante supremo delle forze armate svedesi, Micael Bydén, espressero forti preoccupazioni sui potenziali rischi derivanti dalla concessione alla Russia dell’uso di infrastrutture strategiche svedesi[84].

Gli scavi minerari di Slite, a pochi chilometri in linea d’aria dall’omonimo porto commerciale e militare, una delle principali fonti di approvvigionamento di cemento della Svezia, ora chiusi per paura di attacchi russi[85]

La paura di Stoccolma ha portato il governo dell’isola a riconsiderare l’iniziale approvazione dell’operazione[86], nonostante le rassicurazioni dell’ambasciatore russo Victor Tatarintsev[87]. A fine gennaio 2017, la municipalità di Karlshamn autorizza Nord Stream 2 AG a utilizzare una sezione del suo porto per la costruzione del gasdotto[88]; i lavori che coinvolgono Karlshamn iniziano il 7 ottobre 2017, sotto il controllo di Wasco Coating Company GmbH, e terminano il 4 agosto 2019, dopo 23 mesi di lavoro e 39’000 tubi transitati, utili per la posa della maggior parte del gasdotto nel tratto svedese del percorso[89]. Il porto di Slite, invece, alla fine non viene utilizzato per la costruzione del Nord Stream 2: le pressioni del governo centrale svedese sull’isola, seppur tardive, sortiscono l’effetto desiderato, ma non risparmiano a Stoccolma critiche feroci da parte della stampa locale per non aver saputo far prevalere la sicurezza nazionale anche nel caso di Karlshamn[90].

Oltre alla mutata situazione politica, che vede sempre più il Gøtland come centro nevralgico di un territorio molto turbolento[91], dietro il rifiuto di concedere l’uso del porto per la costruzione del gasdotto c’è anche il precedente del primo progetto Nord Stream, per il quale era stato usato il porto di Slite: nel 2008, l’approvazione del progetto porta con sé preoccupazioni per l’opacità della politica estera russa e le pesanti conseguenze sul già fragile e provato ecosistema del Baltico[92]. Stoccolma ha dato ugualmente il permesso di utilizzo[93].

I sospetti di corruzione

L’ex cancelliere tedesco Gerhard Schröder (sinistra) e l’ex primo ministro svedese Göran Persson (destra), usciti dalla politica ed ora lobbysti al soldo di Gazprom[94]

È una decisione che viene da molto lontano. Nel 1997 il presidente Boris Eltsin dice in un discorso al governo svedese: “Abbiamo deciso che avremo un gasdotto dalla Russia alla Svezia”, cui segue un forte no da parte dell’allora primo ministro svedese Göran Persson: “In Svezia decido io”[95]. Quando Putin arriva al potere[96] riprende immediatamente in mano il progetto: nel 2005, la pianificazione del Nord Stream viene completata, con la firma dell’accordo commerciale tra BASF (il gruppo chimico tedesco), Eon (il gruppo energetico tedesco) e Gazprom[97]. Per far partire il progetto è necessaria l’autorizzazione del governo svedese, poiché i tubi russi entreranno nelle acque territoriali della Svezia[98]. Il primo ministro Göran Persson non vuole[99].

Nel 2006 Fredrik Reinfeldt diventa primo ministro svedese e nomina ministro degli Esteri Carl Bildt, uno spregiudicato uomo d’affari, tra l’altro consigliere di amministrazione di Vostok Naftas[100]. Quando la notizia della sua nomina diventa pubblica, Carl Bildt è costretto a dimettersi[101]. Ma mantiene il possesso di azioni della società per circa 1 milione di corone svedesi[102]: il che significa che possiede azioni di società controllate da Gazprom[103]. Bildt si trova in un evidente conflitto di interessi. Quando la stampa aumenta la pressione sulla sua partecipazione indiretta in Gazprom, Bildt vende le sue azioni[104]. Ma le vende in cambio di opzioni, convertibili in azioni, per circa 5 milioni di corone svedesi[105].

Göran Persson, per anni avversario di Nord Stream, nel 2007 viene assunto dalla società di pubbliche relazioni JKL[106]. Il comproprietario di Nord Stream, Eon, è uno dei suoi principali clienti[107]. Pochi giorni prima di firmare il contratto di assunzione, Göran Persson siede a cena con Gerhard Schröder[108]. Nel 2009, la Svezia approva il gasdotto russo[109]. Il professor Kjell Larsson (Università di Gøtland), che all’inizio del 2007 aveva avvertito che i gasdotti sarebbero stati costruiti troppo vicini ad aree naturali sensibili[110], riceve 5 milioni di corone da Nord Stream per condurre ricerche sugli uccelli marini e tenere la bocca chiusa[111]. Malin Palmgren, procuratore dell’Unità nazionale anticorruzione, lo denuncia[112]: le accuse vengono ritirate perché Kjell Larsson lascia il lavoro di consulenza dell’Università sul gasdotto[113].

I politici del comune di Gøtland ricevono 70 milioni di corone per ristrutturare il porto di Slite, da utilizzare per la costruzione del gasdotto[114]. Dan Svanell, già addetto stampa di 7 ministri socialdemocratici e uno dei più esperti comunicatori svedesi, diventa consulente per le pubbliche relazioni di Nord Stream con uno stipendio mensile di oltre 100’000 corone[115]. Allo stesso tempo, il comune di Karlskrona firma un contratto con Nord Stream per oltre 30 milioni di corone per l’affitto dell’area portuale del comune[116]. La domanda è lecita: perché i politici svedesi hanno improvvisamente cambiato opinione su Nord Stream 2?

Il 7 giugno 2018 il Ministero delle Imprese e dell’Innovazione concede a Nord Stream 2 AG l’autorizzazione a posare la coppia di gasdotti nelle acque territoriali del Mar Baltico. Il ministro Mikael Damberg chiarisce che la Svezia, come la Finlandia poco prima, non poteva opporsi a una norma di diritto internazionale che garantisce a tutti gli Stati la posa di gasdotti sottomarini, sottolineando che il suo Paese e la Danimarca hanno sollevato seri interrogativi all’interno dell’Unione Europea sugli aspetti di politica energetica, legali e di sicurezza del progetto Nord Stream 2[117].

Tutto questo è divenuto irrilevante dopo l’invasione dell’Ucraina. Il 20 giugno 2022 la Lituania, in ottemperanza alle sanzioni imposte dall’Unione Europea su alcune merci russe, blocca il trasferimento ferroviario di una lunga lista di merci verso Kaliningrad, provocando una minacciosa reazione del Cremlino[118]. In quella città, gli abitanti vengono presi dal panico e vuotano gli scaffali dei supermercati[119], anche se sono state bloccate solo alcune merci: diversi tipi di negozi sono regolarmente riforniti, così come le stazioni di servizio. I materiali da costruzione, invece, inizieranno presto a scarseggiare[120]. A partire da questo momento, sull’isola di Gøtland, è meglio essere pronti a tutto.

 

 

 

 

[1] https://www.varldenshaftigaste.se/topplistor/sveriges-10-storsta-oar/
[2] https://www.havet.nu/egentliga-ostersjon
[3] https://viss.lansstyrelsen.se/MarineRegions.aspx?marineRegionEUID=BAL-SE-RG-Ostersjon
[4] https://www.britannica.com/video/179860/Overview-archaeologists-efforts-treasure-Viking-Sweden-island ; https://dna-explained.com/2020/09/18/442-ancient-viking-skeletons-hold-dna-surprises-does-your-y-or-mitochondrial-dna-match-daily-updates-here/
[5] https://popularhistoria.se/civilisationer/novgorod
[6] https://www.so-rummet.se/kategorier/Gøtlands-historia#
[7] https://www.so-rummet.se/kategorier/Gøtlands-historia#
[8] https://historia.nu/historia-nu/det-tragiska-slaget-om-visby-1361/
[9] https://historiska.se/utstallningar/massakern-vid-muren/
[10] https://www.so-rummet.se/kategorier/Gøtlands-historia
[11] https://www.svd.se/a/fd0b10c0-48fe-490f-abeb-425edc5ff70f/hur-lange-var-Gøtland-ockuperat-av-ryssland
[12] https://Gøtlandsbesoksnaring.se/wp-content/uploads/2021/12/Beso%CC%88ksna%CC%88ringens-betydelse-fo%CC%88r-Gøtland-2021-12-09-1.pdf
[13] https://almedalsveckan.info/om-almedalsveckan
[14] https://www.almedalsveckan.info/om-almedalsveckan
[15] https://www.forsvarsmakten.se/sv/var-verksamhet/forsvarsmakten-i-sverige/sakerhetslaget-i-naromradet/
[16] https://alltsvarade.se/hur-kan-ryssland-hota-sverige
[17] https://www.forsvarsmakten.se/sv/var-verksamhet/forsvarsmakten-i-sverige/sakerhetslaget-i-naromradet/
[18] https://www.regeringen.se/4a8365/contentassets/000d750cc7d941b98abedf844a07529f/regeringens-skrivelse-2020-21-7.pdf
[19] https://ibiworld.eu/en/the-secret-war-for-the-arctic-ocean/
[20] https://www.naturvardsverket.se/om-miljoarbetet/internationellt-miljoarbete/multilateralt-miljosamarbete/arktiska-radet/
[21] https://www.gp.se/nyheter/sverige/milit%C3%A4r-fr%C3%A5n-hela-sverige-anl%C3%A4nder-till-Gøtland-1.63836947
[22] https://www.voanews.com/a/swedish-us-troops-drill-on-remilitarized-baltic-sea-island/6614591.html
[23] https://omni.se/1,6-miljarder-for-att-starka-forsvaret-pa-Gøtland/a/7dvqOV
[24] https://www.reuters.com/world/europe/swedens-Gøtland-crossroads-history-nato-decision-looms-2022-05-10/
[25] https://www.nato.int/cps/en/natohq/topics_52044.htm
[26] https://www.nato.int/cps/en/natohq/topics_52535.htm
[27] https://shape.nato.int/news-archive/2022/baltops-22-kicks-off-in-the-baltic-sea
[28] https://www.navy.mil/Press-Office/News-Stories/Article/3066830/baltops-22-the-premier-baltic-sea-maritime-exercise-concludes-in-kiel/
[29] https://www.voanews.com/a/swedish-us-troops-drill-on-remilitarized-baltic-sea-island/6614591.html
[30] https://www.nytimes.com/2022/06/12/world/europe/us-sweden-military-drill.html
[31] https://www.lejournalinternational.fr/L-isola-di-Gøtland-riaccende-le-tensioni-tra-NATO-Svezia-e-Russia_a3095.html
[32] https://www.theguardian.com/world/2014/oct/19/sweden-search-russian-submarine-stockholm
[33] https://www.bairdmaritime.com/work-boat-world/maritime-security-world/naval/submersibles-naval/sweden-buys-back-second-Gøtland-submarine-base/?format=feed&limitstart
[34] https://www.bloomberg.com/news/photo-essays/2017-10-18/sweden-eyes-russia-while-holding-its-own-war-games
[35] https://www.navaltoday.com/2018/01/19/sweden-buys-back-previously-sold-Gøtland-submarine-base/
[36] https://www.artmaxproperty.com/
[37] https://www.expressen.se/nyheter/marinhamnen-i-farosund-sald/ ; https://helaGøtland.se/ekonomi/nya-turer-kring-en-marklig-hamnaffar-14988179.aspx
[38] https://www.dn.se/sverige/soldater-pa-gatorna-i-visby-man-paminns-om-allvaret/
[39] https://omni.se/1%2C6-miljarder-for-att-starka-forsvaret-pa-Gøtland/a/7dvqOV ; https://omni.se/svenska-soldater-ovar-med-usa-pa-Gøtland-man-tjanar-verkligen-ett-syfte/a/XqVWPo ; https://www.forsvarsmakten.se/sv/aktuellt/2022/06/samarbete-i-luften-over-nationsgranserna/ ; https://www.dagensjuridik.se/debatt/debatt-ett-svenskt-Gøtland-eller-inte/ ; https://www.dn.se/sverige/soldater-pa-gatorna-i-visby-man-paminns-om-allvaret/ ; https://sverigesradio.se/artikel/oro-bland-ryssar-pa-Gøtland-det-vacks-ett-hat
[40] https://sverigesradio.se/artikel/oro-bland-ryssar-pa-Gøtland-det-vacks-ett-hat
[41] https://en.wikipedia.org/wiki/Nord_Stream#/media/File:Nordstream.png
[42] https://www.nord-stream.com/the-project/pipeline/
[43] https://thebarentsobserver.com/en/industry-and-energy/2017/01/more-arctic-gas-europe-russia-opens-new-pipeline
[44] https://wintershalldea.com/en/newsroom/nord-stream-ten-years-secure-energy-supply
[45] https://web.archive.org/web/20110707213810/http://www.barentsobserver.com/nord-stream-more-expensive.4760460-116321.html
[46] https://www.unav.edu/web/global-affairs/detalle/-/blogs/the-nord-stream-2-divides-the-eu
[47] https://www.reuters.com/article/nordstream-gas-usa-idAFL1N2OY0JY
[48] https://www.cleanenergywire.org/factsheets/gas-pipeline-nord-stream-2-links-germany-russia-splits-europe
[49] https://ukandeu.ac.uk/the-facts/what-is-nord-stream-2/
[50] https://www.reuters.com/markets/europe/exclusive-nord-stream-2-owner-considers-insolvency-after-pipeline-halt-sanctions-2022-03-01/
[51] https://www.shell.com/media/news-and-media-releases/2022/royal-dutch-shell-plc-changes-its-name-to-shell-plc.html
[52] https://www.osw.waw.pl/en/publikacje/analyses/2017-04-26/nord-stream-2-financing-agreements
[53] https://www.reuters.com/business/energy/germanys-scholz-halts-nord-stream-2-certification-2022-02-22/ ; https://www.politico.eu/article/vladimir-putin-russia-ukraine-donbass-separatist-recognition/
[54] https://www.ukrinform.net/rubric-economy/3341204-ukrainian-gts-ready-to-ship-additional-gas-volumes-to-europe.html
[55] https://www.hydrocarbons-technology.com/projects/urengoy-gas-and-condensate-field-development-russia/ ; Simon Pirani, “Russian gas transit through Ukraine after 2019: the options”, The Oxfrod Insistute forEnergy Studies, 2018, p. 16
[56] https://www.theguardian.com/world/2009/jan/03/russia-ukraine-gas-supplies-gazprom
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[59] https://www.ukrinform.net/rubric-economy/3332184-over-uah-46b-already-invested-in-ukraines-gts-in-2021-as-part-of-modernization.html
[60] https://www.reuters.com/business/energy/is-war-ukraine-impacting-russian-gas-supplies-europe-2022-03-07/
[61] https://www.ukrinform.net/rubric-economy/3480714-gtsou-says-russia-steals-gas-within-temporarily-occupied-territories.html ; https://www.washingtonpost.com/world/2022/05/11/ukraine-naftogaz-halt-russia-gas-gazprom-europe/
[62] https://www.eia.gov/analysis/studies/worldshalegas/
[63] https://www.bloomberg.com/quicktake/fracking-europe#xj4y7vzkg
[64] Olena Miskun, Vladlena Martsynkevych, Antoine Simon, “The dash for gas in Ukraine – Current trends in the production of unconventional reserves”, National Ecological Centre of Ukraine and CEE Bankwatch Network, 2014, p.5
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[92] Karin Edberg, Anna-Lisa Fransson, Ingemar Elander “Island and the Pipeline: Gøtland Facing the Geopolitical Power of Nord Stream”, Örebro University, School of Humanities, Education and Social Sciences, 2017, pp. 33-35
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[113] https://kvartal.se/artiklar/carl-bildt-pengarna-och-den-ryska-gasen-under-ytan/
[114] https://www.aftonbladet.se/nyheter/a/ngL65J/vi-har-inte-blivit-kopta
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[118] https://www.washingtonpost.com/world/2022/06/21/kaliningrad-lithuania-russia-reaction/ ; https://www.repubblica.it/esteri/2022/06/20/news/blocco_di_kaliningrad_si_riaccende_la_tensione_europarussia-354732012/?ref=RHTP-BH-I347279517-P6-S2-T1
[119] https://www.theguardian.com/world/2022/jun/20/russia-condemns-lithuania-transit-ban-some-goods-kaliningrad
[120] https://www.washingtonpost.com/world/2022/06/21/kaliningrad-lithuania-russia-reaction/

TAG: #GuerraRussiaUcraina, gazprom, Gøtland, putin
CAT: Geopolitica

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