Foxy Lady

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10 Settembre 2016

La nuova Premier inglese Theresa May è già un’icona di stile, per quei suoi outfit spiazzanti che nemmanco Rihanna… Ma fino a qui per me fa benissimo, anzi trovo che vesta con grande stile, coraggio, e non comune fantasia. E’ intelligente, colta, experienced (come voleva Jimi Hendrix) e duttile come un Premier dovrebbe sempre essere. Te capì, Cameron? Pare abbia anche uno spiccato sense of humour… Ma. La croce (o la delizia per i suoi fan più horny) è che sta giocando sporco.

L’Inghilterra dopo aver dato in pasto al popolulismo l’Europa, con il referendum della Brexit, ora ha una paura matta di trovarsi sola contro i 27. E ha una strategia: romperci le uova nel paniere. Al 10 di Downing street la nuova Foxy Lady dà appuntamento ai singoli capi di Stato europei cercando di stabilire suadenti rapporti bilaterali, diversi ed esclusivi, con ciascuno dei Paesi dell’Unione.

Se ci riesce, se all’Inghilterra verrà consentito di siglare patti e trattati in quel modo, sarà lei, Theresa May, a far saltare l’Europa: molto più efficacemente di una M.me Lepen o di una Frau Petry. La signora Europa a questo punto deve scegliere: o ci va giù a brutto muso, vieta accordi singoli e a casa sua fa rispettare le stesse regole per tutti (a partire da quelli che se ne sono andati sbattendo la porta), oppure finisce come la volpe in una battuta di caccia: sbranata dai beagles per il divertimento di Lords and Ladies a cavallo. Che fare? Proviamo con Fred Buscaglione: “Teresa!!!!!!!!! …Non scherzare col fucile, far così non è gentile, lascia star!”

 

TAG: Brexit, europa, politica, Unione europea
CAT: Geopolitica, Politiche comunitarie

5 Commenti

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  1. pellizzon-giulio 8 anni fa

    Divide et impera?

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  2. evoque 8 anni fa

    Golfari, scusa, ma visto che stai parlando della premier britannica perché non scrivere humour?

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    1. stefanogolfari 8 anni fa

      Evoque, te ghe resùn!

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      1. stefanogolfari 8 anni fa

        Certo ti era sfuggito che utilizzando la varante American-english dello spelling avevo inteso adombrare una certa influenza USA nella questione Brexit….Naaaaaaa.. Ho sbagliato! Ora ho corretto, grazie.

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        1. evoque 8 anni fa

          Sai, Stefano, io detesto l’American English (e un po’ anche gli americani statunitensi…): scritto ma soprattutto parlato. Il mio prof. di inglese all’università mi diceva spesso.che l’American English è un dialetto El gaveva resùn. Sulla Brexit, l’hai buttata lì con nonchalance, credo però che dovresti parlarne su Milanow a new-news: avrà comunque dei riflessi anche su Milano. Ciao

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