Germania: come arriva la Turingia al voto?
Il prossimo 27 ottobre si terranno le elezioni federali in Turingia, un Landsemisconosciuto a molti fuori dalla Germania, ma che ha al suo interno luoghi in qualche modo simbolo della storia tedesca. Si pensi, tra i tanti esempi possibili, a Weimar, sede del Bauhaus e della Repubblica omonima a cavallo delle due guerre, o a Jena, città nella cui università lavorarono intellettuali importantissimi per la storia culturale tedesca come Hegel, Fichte, Schelling e Marx, e che durante la DDR fu un importante centro industriale, contribuendo anche al diffondersi della Ostalgie.
La situazione politica in Turingia, oggi, appare molto particolare persino all’interno di uno scenario come quello dei Länder orientali, che anche dopo la riunificazione, per molti anni, hanno visto dinamiche elettorali e sociali molto diverse dal resto del Paese. I Länder dell’ex DDR, infatti, sono stati a lungo un forte bacino della Linke, la sinistra radicale tedesca. Ma negli ultimi anni l’estrema destra di Alternative für Deutschland ha iniziato a insidiare il consenso della sinistra, in un processo culminato (finora) a settembre, quando in Sassonia e Brandeburgo la Linke ha visto i suoi consensi scendere sensibilmente in favore proprio di AfD. In un periodo in cui cui l’est sembra mostrare dinamiche elettorali molto simili a quelle dell’ovest, la Turingia si trova ad essere un banco di prova per la Linke e, in generale, per la conservazione di una specificità dell’est.
(Foto: © dpa / Arno Burgi)
Alle elezioni del 2014 la CDU risultò primo partito con il 33,5%, incalzata però dalla Linke al 28,2%. Tanto la CDU, coi suoi 34 seggi, che la sinistra (28) avrebbero potuto aspirare a governare formando una coalizione. A quel punto, un referendum tra gli iscritti della SPD, che aveva ottenuto 12 seggi con il 12,4%, indicò in maniera chiara la preferenza degli elettori socialdemocratici: il 69,9% dei votanti si disse favorevole a un governo di coalizione con Linke e Verdi. Nacque così una maggioranza rot-rot-grün(rosso-rossoverde), una delle più a sinistra in Germania, e per la prima volta nella storia la Turingia non ebbe un cristiano-democratico al governo. Allo stesso tempo, fu il primo e finora unico caso in cui la Linke riuscì a esprimere il presidente di un Land: Bodo Ramelow, un ex sindacalista che in passato era già stato capogruppo della Linkeal Landtag.
Bodo Ramelow (Foto: © dpa)
Negli anni, Ramelow ha caratterizzato la sua figura come quella di chi ha ben presente il contesto storico e sociale in cui si trova a operare, ma rimane molto vicino a una certa idea di sinistra ben radicata all’est. Ad esempio, ha spesso affermato la necessità di favorire una buona conciliazione dei tempi di vita e di lavoro nei luoghi di lavoro, e pur non negando le criticità della DDR, ha definito la Repubblica Democratica una realtà con delle leggi sul lavoro migliori di quelle della Germania Ovest. In un’intervista a Neues Deutschland (quotidiano vicino alla Linke), si disse anche favorevole a rileggere tanto la storia della DDR che quella dell’Ovest, mettendo in luce come i due sistemi si fossero in qualche modo influenzati a vicenda e affermando che la realtà tedesca di oggi, specie all’est, sia in qualche modo figlia di quella contrapposizione e commistione.
La Linke, durante il periodo di governo, ha mantenuto un consenso molto forte. Tuttavia, anche a causa di dinamiche sociali e politiche che travalicano i confini della piccola Turingia, Alternative für Deutschland negli ultimi anni è cresciuta molto (in linea con il generale aumento di consenso avuto in tutta la Germania orientale). Il leader degli alternativi locali è Björn Höcke, uno degli esponenti più a destra del partito (e per questo molto in vista anche a livello nazionale), che si è più volte espresso per una rilettura della storia tedesca (intendendo un’eliminazione del senso di vergogna provato di fronte al nazismo). Oggi, sotto la sua candidatura, AfD si prepara a diventare il secondo partito del Land, che si troverebbe quindi polarizzato tra l’estrema destra e la sinistra della Linke.
Björn Höcke (© dpa / Jens-Ulrich Koch)
In campagna elettorale Bodo Ramelow ha parlato molto di solidarietà sociale e sostenibilità ambientale, riprendendo alcuni temi tipici della Linke locale e cercando di limitare un eventuale boom dei Verdi figlio della situazione nazionale. Ha proposto inoltre di introdurre un tetto contro il caro affitti, di costruire nuovi alloggi popolari e rendere gratuiti asili nido e scuole elementari. Non troppo dissimili le proposte SPD (il cui candidato è Wolfgang Tiefensee): anche loro propongono asili gratuiti e un programma di protezione sociale che riguardi sanità, lavoro, affitti e formazione. Con lo slogan Heimat und Zukunft (“Patria e futuro”), la CDU ha invece insistito sulla necessità di favorire la crescita economica tramite la digitalizzazione e un piano di infrastrutture, parlando inoltre di sicurezza e di regole chiare per il diritto d’asilo (forse per contenere lo scivolamento di voti verso AfD). I Verdi, dal canto loro, pongono la tutela ambientale al centro di ogni proposta, ma anche loro hanno affrontato il tema della sicurezza sociale e del miglioramento dei servizi all’infanzia. Sul fronte migratorio, si sono detti molto favorevoli ad attrarre lavoratori stranieri in grado di sostituire la manodopera emigrata all’ovest. AfD, come è facile immaginare, si è detta favorevole a politiche migratorie molto restrittive, mentre Höcke ha affermato chiaramente di non vedere di buon occhio il “crogiolo multireligioso e multietnico” che si vede all’ovest. Turingio, tra l’altro, è anche Martin Sonneborn, fondatore del partito satirico Die PARTEI (per cui è attualmente eurodeputato), che ha già avuto modo di stuzzicare Höcke alla Buchmesse di Francoforte, dove ha “trollato” l’esponente dell’estrema destra.
L’ultimo sondaggio disponibile risale al 26 settembre (istituto INSA), e conferma grossomodo i trend già visti in quelli degli ultimi mesi: la Linke sarebbe primo partito con il 29%, ma AfD incalza con il 24%, superando una CDU in forte calo che si ferma al 23%. La SPD e i Verdi sarebbero entrambi al 9%, e proprio la discesa dei socialdemocratici renderebbe problematico creare una maggioranza in grado di riconfermare l’attuale coalizione.
Il sondaggio INSA del 26 settembre. A destra, l’ipotetica divisione dei seggi nel Landtag.
La Turingia sarà quindi una prove del nove tanto per la Linke, che vuole conservare il suo fortino dopo l’arretramento nel resto dell’est, che per AfD, che intende confermarsi un partito forte nei Länder orientali dopo i risultati deludenti avuti all’ovest e alle europee. Sembra in ogni caso che la polarizzazione tra partiti che sulla scena nazionale svolgono un ruolo di secondo piano confermerà la particolarità della Turingia, che in una fase in cui Sassonia e Brandeburgo sembrano uniformarsi allo scenario nazionale, potrebbe finire a essere il Land in cui sopravvivono le mille contraddizioni e peculiarità delle realtà orientali.
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