I partiti tedeschi si aumentano i finanziamenti mentre litigano sui rifugiati
In Germania il parlamento su iniziativa dei partiti di Governo ha approvato l’aumento del finanziamento pubblico ai partiti di circa il 15% che dal 2019 avrà un tetto anziché di 165 di 190 milioni di euro. CDU/CSU e SPD hanno motivato la nuova legge con le necessità dei parlamentari di fare uso di maggiori risorse informatiche. Per contro la AfD ha contestato che dopo aver perso una elezione dopo l’altra ed avere visto calare il numero di deputati e di fondi pubblici i partiti della Groβe Koalition non hanno saputo ridimensionare i loro apparati sovra-proporzionati, la FDP invece ha rimarcato che in realtà la digitalizzazione dovrebbe portare a risparmi nei costi amministrativi dei partiti e con i deputati dei Linke starebbe valutando se ricorrere giudizialmente contro il provvedimento. L’aumento è stato approvato mentre il pubblico è distratto dai mondiali di calcio; nondimeno del nuovo tetto approfitteranno tutte le forze politiche.
Mentre dunque la CSU di Horst Seehofer rischia di provocare una crisi di Governo sulla gestione dei rifugiati, volendo imporre una soluzione che in effetti avrebbe potuto proporre da tempo e non invece cavalcare, lancia in resta, solo all’avvicinarsi delle elezioni bavaresi del 14 ottobre, non ha difficoltà a fare cosa comune con la CDU di Angela Merkel per garantirsi in prospettiva fondi maggiori.
Intanto sulla controversia sul respingimento alle frontiere di richiedenti asilo che abbiano già presentato domanda in un altro Paese dell’UE, il punto di forza di un Masterplan di 63 misure presentate dal Ministro degli Interni Horst Seehofer di cui la CSU vorrebbe la messa in atto in via unilaterale da parte della Germania forzandone l’approvazione entro lunedì, contro l’opinione della CDU di Angela Merkel e la SPD di Andrea Nahles che intendono invece raggiungere una soluzione europea in seno al prossimo Consiglio dei capi di Governo dell’Unione Europea previsto tra due settimane, si staglia la possibilità di un arbitraggio da parte del Presidente del Bundestag Wolfgang Schäuble.
Nel frattempo il Palamento tedesco ha approvato con 370 voti a favore, 279 contrari e 3 astensioni, che da agosto riprendano i ricongiungimenti familiari dei rifugiati che godono di uno stato di tutela sussidiario, una possibilità che era stata sospesa dalla primavera del 2016 e negata fino a luglio di quest’anno, anche se inizialmente la sua sospensione era stata disposta solo fino a metà marzo 2018. Il via libera è stato ammesso però adesso solo con un tetto di 1.000 persone al mese. La disposizione si applica a vantaggio dei coniugi e dei figli minorenni, o per genitori di minori già in Germania, nonché eventuali casi di particolare serietà. La presenza di un tetto ai ricongiungimenti familiari non soddisfa i Verdi ed i Linke; la AfD per contro non li approva in alcun modo. Anche se il compromesso era già stato concordato in partenza in seno alla nuova Groβe Koalition la sua approvazione odierna appare in controtendenza ai toni proclamati negli ultimi giorni da rappresentanti della CSU, in testa il Governatore della Baviera Markus Söder che ha indicato che la <Germania deve definire i suoi interessi>.
Il partito di Horst Seehofer vuole chiaramente cavalcare il malcontento rinfocolato da fatti di cronaca recenti come l’assassinio di una 14enne ad opera di un rifugiato iracheno, o per i malfunzionamenti dell’Agenzia per la migrazione ed i rifugiati (BAMF). Sul fronte dell’inchiesta che ne ha investito l’ufficio di Brema, i media tedeschi riportano oggi che un rapporto interno dell’ottobre 2017 dello stesso ufficio avrebbe constato la falsità del certificato d’asilo dal quale ha preso il via l’inchiesta giudiziaria e che era emerso all’ufficio esterno di Gieβen. Nel rapporto si indicherebbe come probabile che l’attestato fosse stato addirittura realizzato utilizzando computer dell’ufficio, o quantomeno copiando un documento originale da uno degli elaboratori dell’agenzia, ed avendo conoscenze interne alla stessa, tanto esso era perfetto da essere possibile intuirne l’inautenticità prima facie praticamente solo per l’assenza del numero del timbro. Il documento era stato rilasciato ad un iracheno fuggito in Germania nel 2015, hanno riferito Christine Adelhart e Stefan Wels della NDR, che indicava origine curde e di appartenere alla comunità religiosa dei Jesidi.
Addenda delle 23:50
Nella serata odierna gli organi di stampa tedeschi hanno dato notizia che il Ministro degli Interni Horst Seehofer ha sollevato dall’incarico la presidente del BAMF Jutta Cordt; in realtà non le si imputano errori, ma il Ministro vuole sensibilmente ristrutturare e rilanciare l’immagine dell’Agenzia per la migrazione ed rifugiati ponendo anche un volto nuovo al vertice, che però non è ancora stato indicato. Voci dalle fila dell’opposizione stigmatizzano che Seehofer dimissionando Jutta Cordt individua un capro espiatorio senza fare però ancora piena chiarezza sulle disfunzioni dell’Agenzia. Si deve tuttavia registrare che il suo predecessore, l’ex Ministro degli Interni Thomas de Maizière (CDU) dopo essere comparso innanzi alla Commissione parlamentare per gli Affari Interni chiamata a sviscerare le carenze imputate al BAMF, rispondendo alla stampa si è accollato la responsabilità politica per come, all’indomani del grosso afflusso di migranti del 2015-2016, si spinse l’Agenzia per la migrazione ed rifugiati a prendere decisioni rapide sulle domande di asilo.
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