Rinvio a giudizio per l’omicidio a pretesto dei disordini del 2018 a Chemnitz

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9 Gennaio 2019

Nell’anno appena concluso in Sassonia si erano registrate contrapposizioni violente tra destra e sinistra. Il pretesto fu un episodio criminale a Chemnitz con protagonisti dei richiedenti asilo di cui fu sfruttato l’eco come grancassa costringendo poi la polizia per parecchi giorni a frenare violenze di piazza a sfondo politico.

L’8 gennaio 2019 la procura, dopo aver sentito oltre cento testimoni, ha formalmente richiesto il rinvio a giudizio nei confronti di un richiedente asilo siriano, il 23enne Alaa S., e di un coetaneo iracheno Farhad R. A. ancora ricercato internazionalmente (i cognomi degli imputati sono reperibili per esteso in rete ma qui si omettono in attesa dell’esito del processo), per quell’aggressione armata nella quale il 26 agosto 2018 morì il cittadino tedesco 35enne Daniel Hillig, fu ferito gravemente il suo accompagnatore Dimitri M. ed anche altre due persone furono ricoverate in ospedale.  Sull’eventuale ruolo di un altro 22enne iracheno Yousif I. A., inizialmente fermato e rilasciato il 15 settembre, la procura si riserva invece ancora di valutare la posizione.

L’episodio venne brutalmente sfruttato dall’estrema destra per dare libero sfogo a violenze contro gli stranieri. Il fondatore del movimento Pegida (una sigla traducibile in italiano come “Patrioti europei contro l’islamizzazione dell’Occidente”), Lutz Bachmann, così come una sezione del gruppo Pro Chemnitz arrivarono a diffondere in internet copia dell’odine di cattura contro uno dei sospetti ricevuto illecitamente attraverso un funzionario di giustizia. Una dozzina di individui il 27 agosto, appena un giorno dopo l’episodio, attaccarono il ristorante ebraico Shalom di Chemnitz. Dieci persone vennero poi indagate per avere fatto il saluto nazista in pubblico durante una manifestazione il 28 agosto ed il 13 settembre seguì una prima condanna ad 8 mesi con la condizionale ed il 14 settembre una seconda a 5 mesi, ha ricostruito l’emittente MDR. Il 1° settembre a margine di due manifestazioni di opposto colore, con rispettivamente circa 3.000 ed 8.000 dimostranti di sinistra e di destra, si registrarono ancora almeno 18 feriti.

Giorni dopo media tedeschi diffusero un video, che venne valutato come autentico, che mostrava un uomo individuato essere un dipendente della ditta di servizi di sicurezza Securitas -l’azienda incaricata tra l’altro della sorveglianza nei centri per rifugiati- inseguire uno straniero per strada; dopo breve tempo la società  informò di avere verificato l’accaduto e licenziato il dipendente. Questo clima contro gli immigrati venne peraltro sminuito dall’allora Presidente del Verfassungschutz -il servizio di sicurezza nazionale- Hans-Georg Maaβen che per tali valutazioni ed altre successive esternazioni perse il posto.

Nel 2018 gli inquirenti hanno poi messo fine alle attività del gruppo di estrema destra Revolution Chemnitz disponendo l’arresto di 7 persone; poco prima erano state eseguite perquisizioni in tutto il Land anche contro la sigla Bürgerwehr Chemnitz, ha ancora riportato la MDR.

Specularmente si deve registrare come nel novembre 2018 a Falkensse in Brandenburgo fu rinvenuta una polvere sconosciuta nella casella per la posta della locale sede del partito populista tedesco AfD, mentre appena giovedì scorso a Döbeln, in Sassonia, siano state fatte saltare le vetrate della sede della formazione politica, portando al fermo di 3 sospetti. Nel fine settimana nella Bassa Sassonia è stata insozzata la casa di un deputato della AfD e gettata  della vernice contro una sede a Berlino della stessa forza politica. Ed ancora, in un’escalation, a Brema tre uomini mascherati domenica hanno aggredito con una mazza di legno ed a calci il rappresentante della Alternativa per la Germania Frank Magnitz, che aveva appena lasciato il ricevimento di inizio anno svoltosi nella sede del giornale locale, provocandogli un trauma cranico. Secondo Patrick Gensing dell’emittente pubblica tedesca ARD (http://faktenfinder.tagesschau.de/inland/angriffe-politiker-afd-101.html) tra il 2010 ed il 2015 la più parte di attacchi con motivazione politica in Germania vennero registrati ai danni di sedi o collaboratori dei Linke, ma dal 2016 ne è per lo più toccata, pur non essendone la sola vittima, la AfD. In maggioranza si tratta di danni materiali ed ingiurie, ma anche -seppure soprattutto in concomitanza con le campagne elettorali- di aggressioni. Quasi mai però si era verificato prima un episodio così grave come a Brema.

Si deve però ancora aggiungere che il procuratore in seguito all’esame delle riprese fatte da telecamere sul luogo, ha ridimensionato l’accaduto a possibile tentativo di rapina, affermando che le immagini non hanno rilevato sia stato usato un corpo contundente, ma che piuttosto Magnitz sia stato avvicinato e colpito alle spalle, perdendo l’equilibrio e per la caduta si sia ferito il capo. I leader del partito Alice Weidel ed Alexander Gauland avevano definito l’aggressione al deputato 66enne come un “vile tentativo di omicidio”, ha riportato la tedesca ARD.

 

 

N.B. Questo post è apparso originariamente l’8 gennaio ed è stato aggiornato il 9 riferendo delle prime risultanze delle indagini sull’aggressione al politico della AfD Magnitz.

 

Immagine di copertina: pagina di servizio per i media della Sassonia, https://www.medienservice.sachsen.de/medien/news/222818?page=1

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TAG: Agenzia di servizi di sicurezza Securitas, Bürgerwehr Chemnitz, Chemnitz 26 agosto 2018, Frank Magnitz (AfD), Pegida, Pro Chemnitz, Revolution Chemnitz
CAT: Germania

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