Germania: racial profiling illegale; compatibile con l’UE il visto per i Turchi

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7 Agosto 2018

La Corte d’appello di Münster ha deciso oggi, 7 agosto 2018, che il controllo di una persona sulla base del colore della pelle è illegittimo. La notizia è data dalla tedesca WDR. Il ricorrente che oggi ha 43 anni era stato fermato ed identificato nel novembre 2013 dagli agenti di pattuglia alla stazione di Bochum, ma secondo la sua percezione era stato controllato solo per la sua pelle scura ed ha perciò intentato causa alla Polizia tedesca di frontiera.

Il residente a Witten (Renania-Settentrionale Vestfalia) ha oggi avuto ragione, la Costituzione tedesca (così come quella italiana) vieta le discriminazioni. Per i magistrati i poliziotti avrebbero potuto procedere ad un controllo prendendo il colore della pelle come riferimento solo se ci fossero stati altrimenti adeguati indizi di un reato. A questo fine potrebbero essere ammissibili anche le statistiche criminali, ma gli agenti non ne hanno potuto fare valere alcuna con riferimento alla stazione di Bochum. La polizia aveva cerato di sostenere che l’uomo aveva avuto una condotta sospetta, ma non ha potuto sostanziarlo. Con ciò è stata annullata la decisione precedente del tribunale amministrativo di Colonia del 2016: il racial profiling è illegale, ha sussunto il WDR. I giudici di Münster oltre a tutto non hanno ammesso l’appello alla Corte Amministrativa Federale e la Polizia potrà eventualmente solo inoltrare reclamo alla Corte d’Appello avverso la decisione odierna.

Per uno scacco subito, l’apparato pubblico tedesco ha registrato quest’oggi anche una vittoria giuridica, di cui hanno dato notizia oggi le emittenti rbb e ARD. La Corte di Giustizia Europea di Lussemburgo ha statuito che le autorità tedesche possono legittimamente imporre un visto ai cittadini turchi che chiedano di ricongiungersi ai parenti residenti in Germania. Anche se tra la Turchia e l’’UE intercorre un accordo di associazione l’obbligo di un visto può essere giustificato per un effettivo controllo dell’immigrazione, tuttavia -hanno osservato i magistrati- le autorità tedesche dovranno prevedere anche ipotesi nelle quali vi si possa soprassedere.

Il caso era stato sollevato da una donna turca che per tre volte si era vista rifiutare il visto dall’Ambasciata tedesca di Ankara perché non trovata in possesso di nozioni sufficienti del tedesco. La ricorrente aveva sostenuto innanzi alla Corte Amministrativa Federale di essere analfabeta e di avere necessità per le proprie cattive condizioni di salute dell’assistenza del marito che risiede a Stoccarda. I giudici federali tedeschi dovranno ora decidere il caso specifico sulla base dell’interpretazione delle norme europee che hanno ottenuto dalla Corte di Lussemburgo, avendo però comunque incassato il parere favorevole alla liceità della prassi nazionale di richiedere un Visto.

Per converso il portale RP online riferisce che dall’inizio dell’anno anche la Turchia ha rifiutato l’ingresso ad almeno 54 tedeschi. I tedeschi prediligono invece nonostante tutto la Turchia come meta turistica, con 5.6 milioni di presenze nel 2015 -lo cita ancora Rp online– dopo il fallito colpo di Stato il numero era sceso, ma da fine luglio con la fine dello stato di emergenza il trend è ripreso. A livello politico invece tra Germania e Turchia i rapporti, anche se più distesi dopo la liberazione del giornalista tedesco Deniz Yücel, non sono idilliaci. Da ultimo, ne è anche un esempio l’addio alla nazionale tedesca di calcio del giocatore di origini turche Mesut Özil, per effetto delle polemiche che lo avevano investito per essersi fatto fotografare con il premier turco Erdogan. Con ciò Berlino, che dipende anche da Ankara per il successo delle proprie politiche in tema di migrazione, cerca di tenere un equilibrio ed alla fine di giugno il Presidente tedesco Frank Walter Steinmeier ha invitato Recep Tayyip Erdogan dopo la sua rielezione in visita ufficiale in Germania. Lo riceverà con la Cancelliera Angela Merkel con tutti gli onori di Stato il 28 settembre. Erdogan ha già fatto più di una dozzina di viaggi nella Repubblica Federale Tedesca, ma è il primo dopo la riforma costituzionale turca che ha convogliato nella sua persona sia il ruolo di Presidente che di Capo del Governo. Non sarà una visita leggera: la comunità Curda di Berlino ha già annunciato di voler protestare, e lo stesso Ministro degli Esteri Heiko Maas ha assicurato che con l’ospite saranno toccati molti temi controversi come la perdurante reclusione di cittadini tedeschi in Turchia. Il Governo di Ankara per contro accusa Berlino di non perseguire adeguatamente le attività del PKK in Germania (pur se è considerato un gruppo terroristico e sono stati celebrati diversi processi contro suoi componenti), così come di appoggiare i sostenitori del predicatore Fethullah Gülen avendo dato asilo ad ex militari fuggiaschi dopo il putsch.

 

Immagine di copertina: Pixabay, https://pixabay.com/it/controllo-passaporti-controllo-3033053/

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TAG: Corte di Giustizia Europea, Corte d’appello di Münster, racial profiling, recep tayyip erdogan, visto di ingresso
CAT: Germania, Giustizia

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